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L'infermiera mi sorride e mi allunga un bicchiere con uno strano siero, io la guardo con un'espressione interrogativa: "Su, bevilo tutto" mi dice. Certo quel colorito bluastro non è di grande incoraggiamento, ma riesco comunque a mandarlo giù tutto d'un fiato: ha un sapore molto amaro e ho solo voglia di sputare quella roba, qualsiasi cosa sia. Mi gira un po' la testa, forse è il siero che fa effetto... Mi fanno un po' male i polsi, sento che potrebbero esplodere da un momento all'altro... Sarà il siero? Forse è semplicemente un effetto collaterale...
L'infermiera mi si avvicina "Ora devo solo fare un prelievo di sangue, stai tranquillo e chiudi gli occhi". - Chiudi gli occhi non sembra molto rassicurante- pensai... Non importa... Prima che potessi rendermene conto era tutto finito: i polsi non mi facevano più male, la testa
aveva smesso di girarmi e il prelievo era finito. Credo di aver capito: il siero serviva ad attivare i cristalli, quelli che compaiono sui polsi, ecco perché io
ancora non li avevo e tutti quelli più grandi me si: sapevo di averli anche io perché se facevo pressione sui polsi li potevo tastare, ma i miei non li avevo ancora mai visti. Sono belli, sembrano delle pietre preziose, e finalmente sono "emersi". Di solito il colore è direttamente
collegato all'elemento, probabilmente il mio è la terra, i cristalli sono marroni, di un bel marrone chiaro, color nocciola, un po' me l'aspettavo, dato che anche papà ha l'elemento della terra, mamma invece quello dell'acqua. Dopo i test esco da scuola, oggi le lezioni sono state annullate proprio per i test. Arrivato a casa non riesco a rilassarmi, immagino sia solo per la tensione accumulata prima. Cerco di non farci troppo caso, ma non faccio altro che fissarmi i polsi, quegli strani cristalli che erano comparsi magicamente... O forse erano sempre stati lì... Lo squillio del telefono
interrompe bruscamente i miei pensieri: "Pronto? Mamma?"
"Ciao tesoro, com'è andata?" mi chiede col solito tono disinteressato, probabilmente è occupata per via del lavoro... "Zashi, sei
ancora lì?"
"Oh, scusa, ero distratto. È andata bene, almeno credo... Stasera quando torni ti racconto meglio" non vedo l'ora che torni a casa per raccontarle tutto, per parlare con la mia mamma.
"Ehm... Zashi... Tu sai che in questo periodo sono molto impegnata, non credo che riuscirò a tornare per cena..." beh, sì, forse sono solo un piccolo stupido bambino viziato, ma, desiderare che tua madre sia presente nel giorno più importante della tua vita, il giorno che aspetti da quando sei nato, non mi sembra una richiesta così egoista, no? Bah, forse mi sbaglio io. "Mmm...D'accordo... Papà è partito stamattina per la trasferta, quindi immagino che non tornerà a casa stasera, no? " penso proprio che stasera starò da solo...
"No, oggi non torna neanche papà... ma se vuoi puoi invitare qualche amico a casa" mi disse per tirarmi su il morale
"Okay" risposi io in modo brusco, dopotutto cosa potevo farci? Nulla, immagino... Avrei passato un altra serata per conto mio.
"Tesoro vuoi che chiamo Gabee, così state un po' insieme?" mi chiese, cercando di tirarmi su il morale, sa che quando sono con Gabee, il mio migliore amico, e probabilmente anche l'unico amico che abbia mai avuto, almeno l'unico che non mi stesse vicino solo per i soldi, o la popolarità
"Magari lo chiamo più tardi" dissi, cercando di non far trasparire dalla voce la mia evidente seccatura.
"Va bene, domani sono a casa, se vuoi possiamo passare un pò di tempo insieme, ti va?"
"Sai, non è una cattiva idea" risposi io con entusiasmo, cavoli come faccia a cambiare stato d'animo da
un secondo all'altro non me lo spiego nemmeno io.
"Zashi, ora devo scappare, ho molto
lavoro da finire e..." mamma ha sempre del lavoro da finire
"Delle scartoffie da compilare"
continuai io la frase per lei, tanto ormai mi rifilava sempre le solite scuse, o magari non erano scuse e aveva sempre le stesse cose da fare
"Bene" mi disse. E poi nulla. Attaccò. lasciò lì, col telefono all'orecchio come un rimbambito. "Ciao tesoro, ci vediamo domani, mi manchi, ti voglio bene, come stai, mi vuoi parlare di qualcosa?" mi piacerebbe che mi dicesse qualcuna di queste cose ogni tanto. "Ehy Zashi, cerca di non fare il depresso", mi dico per tirarmi un po' su. Cinque minuti dopo Gabee era fuori dalla porta: quando gli chiedo di passare del tempo insieme non tarda mai ad arrivare, è una delle tante cose che mi piacciono di lui, sempre pronto a fare cazzate.
"Chi è?" chiedo in tono severo sapendo già la risposta
"Fammi entrare idiota!" rispose lui ridendo dall'altra parte della porta. "Altrimenti?" replico io in tono di sfida "Altrimenti sarò costretto a giocare a questo nuovissimo video game in
edizione limitata da solo, sarebbe davvero una gran sfortuna se ciò accadesse, non credi
anche tu?"
"Su entra" gli dissi con fare scherzoso.
Passammo la serata a mangiare pizza e giocare ai video game, poi, verso le tre propongo di andare a dormire, e così saliamo in camera mia e ci buttiamo sul mio letto, è un matrimoniale, quindi ci si sta tranquillamente in due e dopo qualche minuto sento Gabee russare, si è addormentato subito, beato lui. Nonostante la luce della luna piuttosto
invadente entrasse dalla finestra, si, potrei alzarmi e chiuderla... Nah questo comportava alzarmi... Dopo poco tempo prendo sonno anche io. Al mio risveglio, verso le nove, Gabee non c'era più, forse era già andato a fare colazione? Così decido di andare a vedere se per caso era in cucina, ma quando sono per le scale sento delle voci, due non le ho mai sentite prima, voci maschili, e sembrano avere un tono particolarmente serio, mentre l'altra è... La voce di mamma. Ma non doveva tornare così presto. Che sia successo qualcosa? Continuo a scendere e quando sono in soggiorno e si accorgono della mia presenza, ammutoliscono tutti e i due uomini seduti su un divanetto mi fissano con aria accusatoria, poi anche mia madre si volta e mi guarda con fare preoccupato. I motivi per cui mi stavano guardando così erano due, o avevo fatto qualcosa di cui non sapevo niente oppure mi fissavano solo perché ero in pigiama, con i capelli biondi spettinati che sembrava che fossi sopravvissuto a una bomba nucleare e per la mia faccia da zombie.
Nessuno aveva ancora spiccicato parola e l'atmosfera si faceva pesante, così provai a parlare io
"Ehm... è successo qualcosa?"
"Tesoro questi signori sono qui per i test sui tuoi cristalli." disse mia madre, non l'avevo mai vista così, di solito era sempre composta, ma adesso sembrava poter scoppiare a piangere da un momento all'altro.
"Che c'è che non va coi cristalli? Sono marroni, l'elemento della terra, proprio come quelli di papà" cercai di ribattere "No Zashi, I tuoi cristalli... tu..." che avevano di tanto particolare i miei cristalli???
"Io? Io cosa?" chiesi con impazienza
"Tu sei diverso Zashi" urlò lei, per poi nascondersi il volto tra le mani, in un
pianto soffocato.

ANGOLO DEL DISAGIO
Ciao lettori, come state? Come ve la passate la quarantena? Io ne sto approfittando per mettermi avanti con i capitoli in modo da poter pubblicare regolarmente, anche se vi confesso che non vedo l'ora di poter pubblicare i capitoli per sapere cosa ne pensate..

Se il capitolo ti è piaciuto lascia una stellina e se vuoi darmi dei consigli non esitare a lasciare un commentino o scrivermi in privato.

Al prossimo capitolo!
~Kazuma~

L'arte dei Cristalli [in corso] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora