Clown

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Sono uno strabiliante attore sul palcoscenico, ma dietro il sipario mi piango addosso.

Mi sento un pagliaccio in balia di paure, mostri sotto il letto e profonde insicurezze che mi stringono la mano.

Ogni tanto provo a guardare oltre quelle mura, lontano da tutti.

Una sigaretta tra le labbra e il dolce sapore del silenzio.

Osservo le persone che camminano tutte indaffarate, di corsa, volti grigi segnati dalla destabilizzante paura di perdere tempo.

Infondo io sono come loro, penso al mio lavoro, ai miei amici, spesso falsi e meschini e poi a lei.

Lei non è sporca, non è macchiata, è così bella, ricordo ancora le sue labbra su di me, aveva la straordinaria capacità di lasciare su ogni centimetro della mia pelle un po di amore, un po di se.

La sigaretta sta finendo, mi avvio verso il palco, tra poco tutto tornerà come prima, sento già l'applauso del pubblico, le urla dei bambini.

Sospiro, il cuore batte lento, deglutisco, aspiro un'ultima volta, sento il presentatore annunciare il mio nome.

La sigaretta è finita.

Butto a terra il mozzicone, indosso con perfezione ed eleganza la mia maschera e con essa la verità di chi sono.

Buono spettacolo.

Applusi.

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