Suonai il campanello di casa Gibson e in pochi secondi i capelli biondissimi di April, la sorella di Austin entrarono nel mio campo visivo.
"Ciao Ril." disse facendo un piccolo sorriso e stringendomi in un veloce abbraccio.
"Ti prego fallo smettere." mi pregò mettendomi due mani sulle spalle, alludendo al fratello, le cui lamentele si udivano fin da dove ero io.
"Tenterò." risi entrando in casa.
...Shawn's pov
"Che cosa? E perché mai?" esclamai mettendomi le mani tra i capelli.
"Shawn, alla North siete diventati troppi e il preside vuole smistarvi, esportando metà di voi alla South, e tu sei tra quelli, ma niente paura ci saranno molti dei tuoi amici con te." disse mio padre masticando, per poi ingoiare e terminare il discorso, infilandosi in bocca un altro pezzo di carne.
Sospirai, almeno avrei avuto i miei amici con me "E secondo quale criterio alcuni dovrebbero andarsene e altri rimanere?" chiesi.
Ero furibondo, lì non avevo idea di come fosse fatta la scuola, i professori non li conoscevo e nemmeno le persone.
L'unica cosa che sapevo era che i libri e il programma sarebbero stati uguali essendo lo stesso indirizzo scolastico, diviso in due edifici ai lati della città per questioni di comodità.
Anche se alla fine le due scuole non erano tanto distanti l'una dall'altra, quindi l'idea di dividerle era stata molto stupida.Tutti sapevano che l'ufficio del preside si trovava alla North, e che andava alla South solo determinati giorni del mese, quindi alla North c'era stato un sovraffollamento di studenti e ora volevano smistarci.
Perfetto direi."Secondo il criterio dell'ordine alfabetico Shawn. Il preside vi ha dato un giorno per metabolizzare il tutto, comincerete martedì." mio padre scrollò le spalle, guardandomi.
"Quali miei amici verranno con me?" chiesi e lui alzò lo sguardo dal suo piatto "Come?" chiese e io alzai gli occhi al cielo appoggiandomi al tavolo con gli avambracci "Hai detto che molti miei amici verranno con me, chi?" lui scrollò le spalle per la terza volta in nemmeno un minuto "Figliolo, molti si fa per dire." si giustificò e io lo guardai insistente come a spingerlo a parlare.
"I soliti, Shawn, il tuo gruppo; non puoi mica pretendere che ti ripeta tutti i nomi in fila" ridacchiò mandando giù il boccone e poi si illuminò come a ricordarsi di qualcosa "ah già, tutti tranne Hayes" posò un'altra volta lo sguardo sul suo piatto e io sgranai gli occhi.
"E perché tutti tranne Hayes?" chiesi e mio padre mise in bocca una forchettata di purè, sfinito dalle mie domande.
"Perché Hayes non è del vostro corso: è più piccolo e lui ha preso quelli dal terzo anno in poi." concluse la discussione e io mi alzai posando sul lavello il piatto con ancora tre quarti del mio pezzo di carne e tutto il purè. Mi era passato l'appetito.
"Scusate non ho fame." mormorai velocemente uscendo dalla stanza e chiudendomi in camera mia.
Afferrai il telefono e avviai una videochiamata, dopo cinque minuti buoni finalmente vidi le facce di tutti.
"Quindi avete sentito la grande notizia? Da Martedì siamo alla South." esclamai. Non avevo nulla contro quella scuola, alla fine i miei amici erano con me quindi non potevo lamentarmi, ma sentivo che il giorno successivo qualcosa sarebbe andato storto."Già." mormorò Mahogany con l'espressione di una bimba la notte prima di Natale "Non sto nella pelle." esclamò sorridendo a 32 denti.
"Sai amico, neanche a me l'idea dispiace, nuove ragazze." Taylor alzò e abbassò le sopracciglia ritmicamente facendo ridere tutti.
Stemmo in chiamata per una buona ora e mezza e poi chiusi con la scusa di voler andare a dormire, inutile dire che non ci credette nessuno.
Aprii Instagram e cercai il nome che da quel giorno continuava a ronzarmi nelle orecchie come un insetto fastidioso.
Finalmente la trovai e non mi sorpresi affatto nel vedere che il suo profilo era privato, inviai la richiesta e chiusi il telefono prendendo il quadernino dove scrivevo le canzoni.
Di colpo avevo ritrovato l'ispirazione.
...Riley's pov
Aprii la porta della camera di Austin trovandolo steso sul divanetto che si era fatto sistemare vicino alla finestra.
"Austin Alexander Monica Gibson mi spieghi perché diavolo hai deciso di buttarti in piscina durante una delle pochissime giornate nuvolose a Miami? Specialmente dopo che io ti avevo detto di non farlo perché ti saresti preso una febbre da Oscar?" il mio amico aveva la pelle di un colorito giallastro e mugugnava lamentele, raggomitolato nel suo piumone con un panno bagnato sulla fronte.
"Riley." sibilò come se fosse in punto di morte, io sospirai avvicinandomi e gli tolsi il panno, asciugandogli la fronte e appoggiando la mano per sentire la temperatura.
"Accidenti Aust, scotti." mormorai rimettendo il panno dov'era e accarezzandogli una guancia con la mano.
"Ho male alla testa." si lamentò "Hai ragione." gli dissi, ormai sgridarlo sarebbe servito solo a fargli aumentare il dolore alla testa, gli avrei fatto una ramanzina con i fiocchi quando sarebbe guarito "Hai provato a dormire un po'?" gli chiesi addolcendo il tono della voce e lui scosse la testa.
"Provaci, vedrai che ti sentirai meglio." gli sorrisi e mi sedetti vicino a lui che abbandonò le palpebre.
Mi prese una mano e quando sentii la presa delle sue dita allentare mi alzai, facendo attenzione a non svegliarlo, e mi diressi al piano di sotto.
Vidi una testa bionda sul divano e subito la identificai.
"Ehi Apr, quanto ha di febbre?" lei mi sorrise allungando il termometro.
Cazzo, 39,4.Appoggiai l'oggetto su un mobile e andai in cucina a preparargli qualcosa di caldo per quando si sarebbe svegliato, la madre lavorava fino a tardi quindi non si sarebbe potuta prendere cura di lui e il padre era morto qualche anno prima.
Preparai un brodo di pollo e lo coprii con una pellicola lasciandolo in frigo.
"Io devo andare, appena si sveglia metti un minuto e mezzo nel microonde il brodo e daglielo, per favore." mi allungai verso April per abbracciarla e lei annuì ricambiando l'abbraccio.
Uscii da casa Gibson consapevole che il giorno dopo avrei dovuto affrontare il lunedì che mi faceva così paura, senza il mio compagno di crimini.
Certo, avrei avuto gli altri amici, ma nulla era lo stesso senza di lui.
Tornando a casa accesi il telefono per la prima volta dopo ore e una notifica catturò la mia attenzione.
Accettai la richiesta.@shawnmendes started following you
Risi tra me e me pensando a quanto, inconsciamente, quel ragazzo finisse sempre tra i miei pensieri, e aprii il suo profilo notando che era pubblico.
Mi feci un giro, attenta a non lasciare qualche like per sbaglio e ricambiai il follow rimettendomi in tasca il cellulare.Rientrai a casa che ormai erano le 19, decisa a farmi una doccia e andare direttamente a dormire, una voce, però, mi bloccò sulla soglia della porta.
"Ma si, Clarke, alla fine siamo avvocati non designer di interni, vada per il divanetto verde mela." disse ridendo.
Mia madre.
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una rosa senza spine
RomanceRiley Scott: un nome, un terremoto. Figlia dell'imprenditore Scott: sempre stata cresciuta in una casa gigante, con tanti bei vestiti, paia di scarpe lussuose e costose, piatti di ceramica raffinata, bicchieri di cristallo, scalinate infinite e lamp...