Capitolo 7

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"Aspetta di vedere questo!" Yuri ingurgitò una quantità smisurata di gelato mentre guardava la registrazione della finale del Grand Prix che si era svolta qualche giorno prima. Era tornato in Russia da poche ore e aveva già costretto un mezzo addormentato Victor a guardare la registrazione assieme. Prima di partire gli aveva fatto promettere che non avrebbe guardato la finale dal vivo, si sarebbe sentito troppo nervoso al pensiero che Victor lo guardasse proprio al suo grande debutto, era così che erano finiti alle 3 del mattino a guardare l'esibizione che aveva regalato a Yuri la medaglia di bronzo al Grand Prix di Barcellona.

Victor esaminò la figura di Yuri alla tv e non poté fare a meno di notare che esprimeva eleganza da tutti i pori. Il suo soprannome era proprio degno di lui. C'era ancora qualcosa che mancava a quell'esibizione... ma il corpo di Yuri stava già cambiando, e presto avrebbe avuto altri punti forti che lo avrebbero fatto diventare un pattinatore di talento...

"Hai visto?" esclamò Yuri mandando giù il gelato e Victor annuì strofinandosi gli occhi. Era bloccato a letto da quasi una settimana dopo l'ultima operazione, dove gli era stata impiantata una protesi al ginocchio. Il medico era ottimista, e gli aveva garantito che con la giusta fisioterapia, in qualche mese sarebbe tornato a camminare.

"Quindi? Che cosa ne pensi?" lo sguardo di Yuri era inespressivo, ma Victor lo conosceva abbastanza bene e sapeva dove stava andando a parare. Non era soddisfatto del terzo posto, anche se cercava di non darlo a vedere.

"Sei stato bravo, i salti erano molto alti e la tua forma è migliorata!" Giacometti, lo skater che rappresentava la Svizzera era arrivato primo... non ne era sorpreso. Era il suo migliore amico e il suo più grande rivale. Gli aveva mandato molte lettere di pronta guarigione, dove gli diceva che era estremamente noioso competere senza di lui e che sperava di rivederlo presto in pista...

"Ma non è abbastanza no?" Yuri interruppe il flusso dei suoi pensieri, alzandosi e lanciando la scatola del gelato mezza aperta sul tavolo. Infilò le mani nelle tasche della felpa extra large che indossava e si voltò dall'altra parte. "Non era quello che volevo per il mio debutto..." esclamò piano e Victor abbassò il capo.

"C'è ancora tempo, non essere così frettoloso. In più sono sicuro che sia Lilia che Yakov si impegneranno al massimo per la prossima stagione."

Yuri si voltò, aveva un'espressione in volto che Victor non aveva mai visto prima. "Ma quand'è che potrai tornare a pattinare? Questa è stata l'ultima operazione vero? Sarai in piedi per l'inizio della prossima stagione? Hai tutto il tempo per riprenderti, no?"

"Yuri..." non poteva più continuare a nascondergli la verità. Prima o poi lo avrebbe scoperto, se non da lui dalla stampa, e non poteva permettere che questo succedesse.

"Perché non hai ancora fatto nessun annuncio? Le persone cominciano a dire cose strane..."

Victor lo guardò con attenzione. "E' per questo che hai avuto quel litigio con quel ragazzo francese?"

"Continuava a dire che non saresti più tornato a competere perché suo fratello aveva avuto un incidente simile giocando a Hockey e non poteva più giocare. Assurdo, no? L'Hockey non è nemmeno comparabile al pattinaggio artistico! E cosa può saperne lui? Ti stava diffamando, non potevo certo starmene con le mani in mano."

"Non è comunque una buona motivazione, potevi rischiare di essere squalificato." Lo rimproverò Victor.

"Non farmi la predica anche tu. Ci ha già pensato Yakov." Rispose Yuri sedendosi sulla sedia con le gambe divaricate e poggiando le braccia davanti a lui sullo schienale. "E' che sono stufo di vederti in un letto... non ti si addice." Borbottò arrossendo un po' e poggiando il mento sulle mani.

Victor sentì una morsa al petto e si sistemò meglio sul letto, tirandosi meglio a sedere e sistemando il cuscino sotto al ginocchio. "Yuri... devo dirti una cosa..."

Yuri alzò di nuovo lo sguardo e lo fissò pigramente. "che cosa?"

"C'è... c'è un'alta probabilità che..." Victor esitò per qualche istante, cercando le parole adatte per dargli quella notizia. In realtà non c'era un modo giusto o sbagliato per dirglielo, quindi doveva solo affidarsi al suo istinto. "che quel ragazzo non avesse del tutto torto sulla mia condizione."

"Eh? Che stai dicendo?" Yuri si era messo più dritto sulla sedia e lo guardava con uno sguardo perplesso.

"Il dottore mi ha detto che questa operazione potrebbe farmi tornare a camminare senza zoppicare, ma... potrebbe andare diversamente. Potrei non tornare più come ero prima..."

Yuri rimase in silenzio per qualche istante e poi ridacchiò. "Stai scherzando, vero? È assurdo. È normale cadere, hai solo picchiato il ginocchio no? Che cosa vuol dire che non puoi tornare come prima?"

Victor riconobbe quelli che erano i segnali di un attacco di panico e cercò di cambiare tono, di modo che Yuri si calmasse. "Yuri, ascoltami bene. Non tornerò più a competere, e c'è una buona possibilità che non potrò più camminare come prima, correre o persino... pattinare. Lo capisci questo?"

Yuri lo guardò con una faccia sprezzante e poi si alzò e gli diede le spalle.

"Yuri, dove vai?"

"Sei un bugiardo! Come puoi accettare una cosa simile? E perché non me lo hai detto prima? Perché continui a trattarmi come un cazzo di bambino?"

"Yuri..."

"Me lo hai promesso! Mi hai guardato negli occhi e mi hai promesso che mi avresti allenato, che avresti fatto una coreografia per me! Riuscivo ad esibirmi e a sopportare questo schifo solo perché tu me lo avevi promesso!"

Il cuore di Victor si spezzò come se qualcuno ci avesse camminato sopra, e non solo per le parole che Yuri aveva appena pronunciato, ma perché stava piangendo mentre le pronunciava. E non aveva mai visto Yuri piangere. "Yuri..."

"Perché continui a dire il mio nome? Perché... cazzo!!" sbatté la sedia per terra e lo guardò. Victor non avrebbe mai dimenticato quello sguardo. "Non ce la faccio più..." esclamò voltandosi.

"Yuri, no... aspetta!"

"Vaffanculo!" Quelle erano state le sue ultime parole mentre usciva dalla sua camera sbattendo la porta. Victor cercò di alzarsi, ma non poteva ancora sforzare il ginocchio e la frustrazione di non poterlo raggiungere si unì al dolore che provava nel vedere il volto di Yuri contorto dalla rabbia e dalla delusione. Come poteva biasimarlo? Non poteva capire come stavano le cose, era un adolescente, intrappolato nel mondo della competizione che aveva appena perso la sua ancora di salvezza. Strinse il pugno, mentre Makkachin si avvicinò al letto e gli leccò la mano... accarezzò la testa del suo cane e si calmò piano piano mentre continuava a guardare la tv. La figura di Yuri che continuava a pattinare eseguendo la sua performance. Lo sguardo perso nel vuoto... che cosa ne sarebbe stato di lui? 

Born to Make History: Hot Spring on IceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora