Ninna aveva spiegato alle due mucche il piano per allontanarsi lentamente e raggiungere la fattoria, poiché erano troppo vicine al bosco e troppo lontane dal luogo sicuro. 'Avete capito bene?' chiese Ninna con tono basso e le altre due annuirono e i due campanacci dondolarono lentamente, ma fortunatamente nessun suono ne venne fuori. 'Mi raccomando, tenete la testa e la coda basse e camminate sempre dove l'erba è più alta' ricordò la saggia pecora. Intanto il rumore misterioso nel bosco era lentamente svanito e la cosa non tranquillizzava di certo le tre possibili prede di un lupo affamato o almeno così la pensava Mia, che nella sua mente immaginava la sua fine tragica. Le possibili vittime di un'imboscata di qualche creatura misteriosa che le osservava dal folto del bosco, procedettero come suggerito da Ninna e lentamente strisciarono sul prato dove l'erba era così alta da poter coprire ogni cosa si celasse al di sotto.
Un piano ingegnoso ma poco efficace se nel bosco ci fosse stato davvero un lupo. Poiché se la teoria del lupo era veritiera, egli avrebbe già fatto delle tre bestie un sol boccone e non avrebbe atteso così tanto tempo da lasciarsere scappare. Ma le due mucche e la pecora di certo non potevano sapere che non era un lupo quell'animale nella foresta. Come potevano immaginare che era una creatura molto più piccola e innoqua che aveva creato tanto trambusto rompendo un rametto e scavando il terreno? Non potevano vedere la realtà delle cose poiché la paura ormai le aveva accecante e la convinzione che una famelica bestia era loro alle calcagna non lasciava spazio ad altri pensieri. Dovevano salvarsi e tornare in fretta alla fattoria, la stalla era un rifugio sicuro. Gli altri animali certamente le avrebbero soccorse e aiutate in ogni modo. Perché dovete sapere che Mia, Nora e Ninna non erano gli unici animali della fattoria, c'era anche il cane Arturo che però al momento era assente poiché lui e Demetrio erano partiti per un viaggio di cinque giorni. Demetrio prima di partire aveva lasciato scorte abbondanti ad ogni animale della fattoria e spiegato loro come chiudere la stalla una volta calata la sera: incredibile, ma le oche e i cavalli avevano trovato un modo per chiudere tutte le porte di ogni stalla e si erano dati per questo mansioni specifiche tra loro. Ma di questo parleremo in seguito.
Dunque gli altri animali domestici erano le oche, una coppia dal bianco piumaggio e dalla lingua lunga, avevano sempre qualcosa da dire o commentare in ogni occasione, si chiamavano Elvira e Mariuccia. I cavalli erano tre, un pezzato dalle macchie geometriche bianche e marroni di nome Ezio, un cavallo più anziano a pois grigio e bianco di nome Alvise e l'ultimo, il più giovane, Stefano dal bianco manto. Poi c'erano quattro gatti, non uno di meno, non uno di più ed erano tutti e quattro neri, si chiamavano Nerone, Nerina, Cenere e Nuvola. Nuvola ha sempre odiato il suo nome, datole da Elena, la figlia di Demetrio, così si fece rinominare dagli altri animali con una votazione e così, almeno tra gli animali e nella pagine a seguire, cambiò il suo nome in Dolcenera.
Due maiali vivevano nel porcile vicino alle stalle, la scrofa si chiamava Maria e il suo compagno Martino, non erano ben visti dagli altri animali poiché vivevano nella sporcizia e nella troppa abbondanza, ma facevano comunque parte della famiglia quindi erano considerati tali.
Le ultime da citare sono le galline, otto galline e un gallo canterino. Bianche e sempre affamate, a differenza di Nora non risparmiavano formiche e altri insetti. In ordine di grassezza i loro nomi erano: Brigida, Ofelia, Lanka, Serena, Bianca, Margherita, Anna e Beatrice. Il gallo invece era amichevole e piacente, con una cresta alta e rosso vivo, si chiamava Antonino. Questi presentati in breve, non in ordine di importanza, erano gli animali domestici di Demetrio che come vi avevo già accennato era partito per un breve viaggio e avrebbe fatto ritorno tra cinque giorni. Demetrio non poteva sapere che le sue povere bestie si sarebbero ritrovate a strisciare nell'erba alta per fuggire da una qualche creatura del bosco. Nemmeno Nora, Mia e Ninna quella mattina poteva prevedere una cosa del genere, loro che si erano allontanate innocentemente in cerca di fili d'erba freschi e gustosi. Ma la creatura nel bosco, come avrete già capito, non era un feroce lupo dai denti affilati bensì un piccolo e spinoso riccio. Un esserino inerme e certamente non desideroso di mordere due sciocche mucche e una povera pecora. Billy, il riccio vagava tra le foglie del bosco quando senza accorgersene ruppe un rametto, cercava qualcosa da mangiare: una ghianda, qualche bacca caduta o radici. Scavava in cerca di cibo e non per creare una fossa per ossa come pensava Mia, che ora si allontanava dal presunto pericolo. Billy era solo e da tempo ormai non mangiava, doveva sempre fuggire da qualche predatore e non poteva fermarsi nemmeno per un secondo a cercare tranquillamente qualcosa da mettere sotto i piccoli denti, altrimenti sarebbe stato lui il pasto di qualche lupo o qualche volpe. Ma in quella situazione Billy era vista come il nemico, una belva feroce pronta ad attaccare, ma lui non lo sapeva. Intano Mia, Nora e Ninna quatte quatte e silenziose avevano raggiunte incolumi la fattoria. 'Siamo salve!'urlò Mia alzandosi in piedi e per la gioia iniziò a scampanare. Ezio e Alvise che erano di guardia si avvicinarono alle tre appena arrivate e chiesero all'unisono: 'dove siete state?'.
STAI LEGGENDO
Storie di campagna, le voci degli animali
Short StoryAnimali domestici e animali selvatici, incontri vivaci e curiose conversazioni in aperta campagna, il tutto mentre gli uomini sono lontani.