Sono arrabbiata o forse meglio dire amareggiata e delusa. Trattengo le lacrime, non piango più da mesi. Mi costringo a non farlo. Tiro la mia valigia pesantissima lungo l'asfalto e mi chiedo che diavolo io ci abbia messo dentro per farla pesare così tanto dato che ho quattro vestiti messi in croce. Forse sono i miei libri insieme a tutti i fogli di brutte e belle copie che ho collezionato in questi anni.
Mi squilla il telefono. Di nuovo Matt.
Rispondo? No.
Continuo a camminare anzi correre a dire al verità, ma non ho la più pallida idea di dove io voglia andare.
Suona il telefono. È un messaggio. Di nuovo Matt."Meg ti prego torna. Ti prometto che farò ragionare mia madre e potrai rimanere quanto vorrai. Non fare stupidaggini. Richiamami"
Non rispondo. Non mi fido più delle sue promesse. Quella frase l'avrò sentita almeno un centinaio di volte negli ultimi due mesi. Sì perché è da due mesi che io non ho più la mia casa, non ho più un tetto sopra la testa, non ho più un letto in cui dormire e tutto perché? Perché mia madre ha avuto la bella idea di vendere la casa e partire con quel tossico del suo fidanzato. Pensava che sarei andata con lei chissà dove, ma probabilmente la cocaina che le girava nel cervello e l'ossessione di avere qualche dollaro in più in mano non le ha fatto capire che una ragazza di 16 anni ha dei doveri, come ad esempio finire gli studi e di certo non girovagare per il mondo.
Chiunque altro mio coetaneo avrebbe preso l'occasione al volo e avrebbe mollato la scuola ma io non sono un'idiota. Voglio uno straccio di futuro minimamente dignitoso, non voglio diventare un medico o un avvocato ma non voglio di certo finire come mia madre.
A volte penso a come sarebbe stata la mia vita se mio padre fosse ancora vivo e mi chiedo anche cosa diavolo avesse spinto un uomo così buono e dolce a sposare una pazza come mia madre. E non venitemi a dire che si tratta di amore perché di certo questo non lo è. Come puoi amare qualcuno che ti tratta come se fossi un essere insignificante e inutile? Lei gli urlava contro dalla mattina alla sera, lo chiamava con le peggio parole al mondo e lui? Lui stava in silenzio, la chiamava "amore mio", la consolava ogni volta che aveva un attacco di panico e credetemi, succedeva spesso. Mi ricordo tutte quelle notti che passavo con la testa sotto al cuscino cercando di coprire il suono delle loro voci o dei piatti che si rompevano contro i muri. Mio padre mi diceva sempre: "Non puoi decidere chi amare, il cuore sceglierà per te e il mio ha scelto tua madre". Totalmente senza senso. Ho sempre scelto con la mia testa le persone che volevo al mio fianco. Non mi sono mai innamorata ma semplicemente perché non ho mai deciso di farlo. L'amore si decide e si comanda. Pensate che io mi sbagli? Beh io no.
Il telefono squilla. Ancora Matt. Metto giù.
Per quanto mi pianga il cuore, in questo momento non lo voglio sentire. È sempre stato il mio migliore amico, fin dall'asilo. Siamo cresciuti insieme e devo dire che se non fosse stato per lui non so davvero come avrei fatto in questi 16 anni di vita. Mi è sempre stato accanto. Quando piangevo mentre i miei litigavano, mi bastava mandargli un messaggio e due minuti dopo entrava in camera mia dalla finestra con in mano due muffin al cioccolato, ovviamente i miei preferiti.
Quando mia madre ha avuto la grandiosa idea di partire, Matt non ha esitato ad aprirmi le porte di casa sua, sua madre invece sì. La signora Davis mi ha sempre odiata e l'unico motivo erano i soldi. Certo perché la mia famiglia faceva fatica ad arrivare a fine mese mentre la sua se ne stava comodamente sdraiata tra lenzuola di lino e bicchieri di champagne.
Quando sono arrivata con la mia unica valigia nella loro enorme villa, c'è voluta un'ora buona per convincerla a farmi rimanere. L'unica contraria a darmi un alloggio era lei. Perfino suo marito ha avuto un briciolo di pietà per me.Così mi hanno reso la vita un inferno, ma ho sopportato tutto, ho sopportato il fatto che dovessi mangiare ogni pasto da sola in camera, che ogni giorno dovessi aiutare Flores, la signora delle pulizie, che la mia "stanza" era praticamente uno sgabuzzino con un letto dentro, o almeno loro lo chiamavano così perché in realtà era più grande della camera che avevo prima. Ho sopportato tutto, ogni singola espressione schifata quando mi guardavano, ogni parola contro di me, ogni cosa, purché potessi avere un posto dove stare che non fosse sotto un ponte.
Matt cercava in tutti i modi di farmi sentire a mio agio e litigava spesso con i suoi per colpa mia.
Ogni sera prima di andare a dormire veniva da me e mi diceva: "Tranquilla Meg le farò cambiare idea su di te e ti tirerò presto fuori da questo sgabuzzino". A me non importava nulla se non di non essere sola, di non sentirmi abbandonata, ora invece è proprio così che mi sento.La signora Davis mi ha cacciata di casa stamattina, era fuori di se. È entrata nella mia stanza come un tornado, ha cominciato ad aprire tutti i cassetti che trovava, a frugare come una ladra nella mia valigia e nelle tasche dei miei pantaloni. Nel frattempo gridava: "Tu! Devi andare via da qui immediatamente!" e poi "Stai rovinando la mia famiglia!" e poi "Tua madre era una drogata e lo sei anche tu!! Non ti lascerò trascinare Matt nella merda in cui eri tu!".
Non capivo cosa stesse succedendo. Poi ho collegato.
Matt era in piedi con lo sguardo colpevole appoggiato allo stipite della porta. Mi sono avvicinata e lui mi ha presa da parte.
«Cosa diavolo sta dicendo?» gli ho chiesto.
«Mi ha trovato della roba nella fodera del cuscino» mi ha detto senza neanche guardarmi. Io non avevo nessuna colpa perché di certo non gliel'avevo data io.
«Ma stai scherzando?! Sei un'idiota! Almeno nascondila bene!».Così poi sua madre ha preso le mie cose e le ha buttate sulla strada, convinta che la colpa del fatto che Matt si drogasse, fosse mia.
Matt ha cercato di fermarla ma non è servito a niente. Quella donna è più testarda di me, il che non è affatto una cosa positiva.Il telefono squilla di nuovo. Matt. Rispondo.
«Meg finalmente! Dimmi che non sei finita in qualche guaio»
«No. Lasciami stare Matt. Cercherò un altro posto»
«Non ti preoccupare, ti assicuro che entro stasera sarò riuscito a farle cambiare idea. Finiscila di camminare, ti sento, hai il fiatone. Fermati e aspettami ovunque tu sia»
«No Matt, non starò un giorno in più in quella casa»
«Dove stai andando? Sotto un ponte?» lo sento ridere. Ho sempre amato la sua risata.
«Non lo so. Forse è proprio lì che sto andando»
Silenzio.
Buio.«Meg?»
«.....»
«Meg?!»
«.....»
«Cos'è successo?! Meg?! Rispondimi!»
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Te l'avevo detto
ChickLitLei ha sempre pensato che l'amore potesse essere controllato e deciso, come un burattino che puoi muovere a tuo piacimento. Per lui invece l'amore è un qualcosa che viene dritto dalla pancia, un'istinto irrefrenabile a cui non puoi sfuggire. Chi dei...