Capitolo 8

590 37 9
                                    

Scendo dalla macchina e mi ritrovo davanti l'enorme edificio che avevo visto l'altro giorno. Oggi però mi sembra ancora più grande, imponente. Come se da un momento all'altro possa inghiottirmi e portarmi in un mondo che non è il mio.

«Sveglia!» Brayden mi agita la mano davanti alla faccia.

«Brayden!» sento gridare e mi giro.

«C'è la tua ragazza che ha bisogno di aiuto anche per scendere da una macchina» gli dico sarcastica indicando la sua ragazza. Lui ride e corre da lei.

Mi passano davanti mano per la mano e io li seguo dentro, ovviamente ad almeno tre metri di distanza.

Il corridoio principle è pieno di gente. L'accavallarsi di voci è quasi insopportabile.
Ad un certo punto sento gridare e applaudire allo stesso tempo. La folla mi costringe a spostarmi al lato della stanza.

«Che succede?» chiedo alla ragazza mora affianco a me.

«La squadra di football!» mi grida per farsi sentire sopra tutto questo baccano.
Poco dopo la squadra entra correndo guidata dal coach e dalla mascotte. Attraversano tutto l'atrio seguiti da tutte queste persone che non hanno ancora finito di urlare.
Sono spaesata? Si. Non ci sto capendo nulla? Si.

Una volta fuori tutti gli studenti prendono posto davanti ad un palco allestito apposta per questo momento. Mi siedo anche io e mi ritrovo accanto a due ragazze che sembrano più piccole di me.

Sul palco sale la direttrice facendo un discorso che viste le sue occhiaie avrà preparato la sera prima. Dopo di lei è il turno del signor Walton. Comincia a parlare incoraggiando gli studenti a dare il massimo durante questo nuovo anno scolastico, presenta tutta la squadra di football e quella delle cheerleader. Dopodiché chiama sua figlia Marissa sul palco. Inizia il suo discorso e sembra così tanto a suo agio, come se parlare davanti a centinaia di ragazzi della tua età sia una cosa semplicissima.

«Lei è odiosa» sento bisbigliare le due ragazze accanto a me «Solo perché è la figlia del signor Walton pensa che tutto le sia dovuto»
Vedo che neanche a scuola è poi così tanto amata, mi chiedo cosa abbia combinato per farsi odiare da tutti così tanto.

Dopo un'ora buona di discorsi e applausi siamo finalmente liberi. Consegnano ad ognuno di noi un foglio con gli orari della settimana. Il mio dice come prima ora lezione di chimica. Iniziamo nei migliori dei modi. Odio questa materia.

Le ore passano e io già non ne posso più. Ho seguito tutte e tre le lezioni di questa mattinata il più attentamente possibile. Credevo che essendo una scuola privata per ricchi viziati fosse molto più facile di quella pubblica. E invece mi sbagliavo.

Cerco la sala pranzo per almeno una decina di minuti ma continuo a trovarmi in un corridoio diverso ogni volta, così decido di chiedere.
Mi passa affianco una ragazza bionda più bassa di me e le chiedo indicazioni.

«Ci sto andando anche io, se vuoi vieni con me» mi sorride e io accetto molto volentieri. Durante il tragitto scopro che si chiama Ines è al mio stesso anno, è nel gruppo delle cheerleader e anche lei odia la chimica.

A pranzo la scelta dei pasti è veramente molto ampia, quasi quanto in un qualsiasi ristorante. Mi siedo nello stesso tavolo di Ines e in lontananza vedo anche quello dei fratelli Walton. Ci sono tutti ma non Brayden come al solito.
Dopo pranzo seguo le ultime lezioni e mi catapulto fuori dall'edificio.

«Alex!» grido riconoscendo la sua sagoma in lontananza.

«Ehii! Com'è andata la giornata?» mi chiede appena mi vede.

Te l'avevo dettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora