Capitolo 5

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"Matt non puoi capire. Questa casa è addirittura più bella della tua....senza offesa" dico ancora sdraiata sul mio letto con la luce di prima mattina che entra dalle finestre. Ho dormito poco stanotte. E come si può dormire quando stai vivendo in un posto come questo?

Lo sento ridere. Quel suono mi mette sempre di buon umore, non so come sia possibile.
"Oggi pomeriggio ci vediamo?"

"Si ovvio. Penso tu possa venire qui così almeno ti faccio vedere questa bomba di stanza" gli rispondo.

"Perfetto. Alle 3?"

"Si. A dopo Matt" lo saluto e chiudo la telefonata.

Mi prendo ancora cinque minuti distesa su questo letto matrimoniale con le lenzuola che profumano di fresco e poi decido di alzarmi.
Ieri sera mi sono fatta spiegare da Ethan dove fosse il bagno e mi sono sentita dire che: quello più vicino è in fondo al corridoio ma che ce ne sono ben altri 13 in tutta la casa. Sono rimasta a bocca aperta.
Sullo stesso corridoio ci sono anche le stanze di Marissa e Brayden, mentre al piano di sopra quelle di Alex e Ethan. Certo che se mi fosse capitata una stanza al terzo piano piuttosto che al secondo sarebbe stato meglio. Ma non devo lamentarmi.

Prendo il beauty con le poche cose che ho ed esco dalla stanza. Chiudo a chiave la porta del bagno e mi lavo il più veloce possibile. Non mi piace stare troppo tempo a prepararmi, soprattutto se non sono a casa mia. Appena finisco apro la porta, esco, controllo di aver rimesso tutto nel beauty e sbam. Una massa di muscoli contro il mio naso.

«Ma guardi dove vai?» dice Brayden a due millimetri dalla mia faccia. I suoi occhi sembrano ancora più chiari al mattino.

«Dovrei chiedertelo io! Non hai visto che stavo uscendo dal bagno?!» rispondo.

«E tu non hai visto che ero proprio davanti a te?»

«Sei tu che mi sei venuto addosso! Non io!»

«Certo che sentire le vostre urla di prima mattina non è una cosa tanto piacevole..» dice Ethan mettendosi in mezzo.
Brayden mi guarda in cagnesco, sbuffa e se ne va.

«Come è stata la tua prima notte qui?» mi chiede Ethan stropicciandosi ancora gli occhi.

«Mi sembra di stare in paradiso» dico e lui ride. Scendiamo al piano di sotto per fare a colazione e in cucina troviamo già il tavolo apparecchiato. Tutto il cibo che c'è lì sopra potrebbe sfamare almeno trenta persone.

«Marissa non vuole essere disturbata la mattina» mi dice Ethan a bassa voce. Infatti se ne sta seduta al suo posto con le cuffie nelle orecchie e una fetta biscottata in mano. Non ci guarda neanche.

«Buongiorno!!» la voce di Alex risuona in tutta la casa.

«Ma puntualmente Alex la fa arrabbiare» mi sussurra Ethan.

Marissa batte il pugno sul tavolo.
«Ti giuro che ti uccido Alex! Sono stufa di sentire la tua voce» sbraita lei e se na va in camera sua ancora con la fetta biscottata in mano.

«Ops» commenta Alex con una grossa risata e anche io non riesco a farne a meno.

Mi bevo una tazza di latte, prendo due yogurt, due croissant alla crema e un paio di biscotti. Una colazione così abbondate non credo di averla mai fatta.

«Qualcuno aveva fame» dice Alex guardandomi «in realtà anche io. Ho mangiato quasi più di te» ride.

«Comunque Meg» comincia Ethan «raccontaci qualcosa di te, non sappiamo praticamente nulla sul tuo conto» finisce di bere il suo caffè.

Mi aspettavo questa domanda ma non ho la più pallida idea di cosa dire. Devo raccontare della mia famiglia? Dei miei amici? Della mia personalità? Tutto? Cosa vogliono sapere di me? Quanto vogliono sapere? Non lo so. Glielo chiedo.

«Cosa volete sapere?» rispondo vaga.

«Ad esempio come mai sei venuta qui? Nel senso, perché non hai una casa? Dov'è la tua famiglia?» risponde Alex.

«Mia madre è partita con il suo nuovo compagno e ha venduto la casa. Io volevo rimanere qui e così ho fatto» rispondo un po' frettolosa.

«E tuo padre?» continua lui.

«È morto anni fa» rispondo abbassando lo sguardo.

«Scusami! Non lo sapevo» mi dice Ethan.

«Non ti preoccupare» rispondo. È sempre così imbarazzante quando qualcuno mi chiede di lui.

«Beh ora hai una nuova famiglia con cui stare, tra cui due di noi» Ethan indica sé stesso e Alex «sono i più simpatici e ti faranno divertire come non mai!» io sorrido, non ha tutti i torti. Sono gli unici due insieme a loro padre, che hanno cercato di farmi sentire a casa fin da subito.

«Frena l'entusiasmo. Fratello antipatico in arrivo» commenta Alex.
Dalla porta entra Brayden con il cellulare in mano, intento a scrivere un messaggio presumo. Ha i jeans chiari, una maglietta nera e gli occhiali da sole sulla testa.

«Cosa avete da guardare?» alza gli occhi dal telefono e si siede a tavola.

«Nulla. Abbiamo solo detto che i due fratelli più simpatici qui dentro siamo noi e che tu invece sei veramente antipatico» gli risponde Ethan.

«E anche un po' rompiscatole» aggiunge Alex «vabbè togliamo "un po"»

«Io sarei antipatico? E la vostra amichetta qui? Vi sembra tanto simpatica?» appoggia i gomiti sul tavolo «Com'è che si chiama? Mery?» sposta lo sguardo su di me.

«No. Non mi chiamo Mery. E per la cronaca sì, sei veramente il fratello più antipatico» striscio la sedia, mi alzo e me ne vado. Dietro di me sento le risatine di Ethan e Alex.

Passo la giornata nella mia stanza. Sistemo i miei vestiti nella cabina armadio che, anche dopo averli appesi, rimane comunque vuota. A pranzo ci siamo solo io, il signor Walton e Alex, gli altri pranzano fuori. Avviso Walton della visita di Matt e come pensavo per lui non ci sono problemi. Commenta con un "Sono felice se porti qui qualche tuo amico. Questa è casa tua ormai".
L'ho ringraziato e ho aspettato che arrivassero le tre.

"Sono qui fuori. Vieni ad aprirmi." Leggo il messaggio di Matt e corro al piano di sotto.

«Che bello vederti!» dico abbracciandolo come se non lo vedessi da mesi e il suo profumo mi invade le narici «Vieni. Entra» dico facendogli strada.

«Oh...mio....dio!» risponde guardandosi intorno.

«È la stessa reazione che ho avuto io» gli rispondo.

«Avevi ragione. È decisamente più bella di casa mia» ridiamo insieme.

«Oh no...un altro barbone in questa casa» Marissa scende le scale e ci interrompe.

«Piacere Matt...Davis» scandisce bene il suo cognome. In città tutti conoscono la sua famiglia e di certo loro non sono dei barboni.

«Davis?» rimane a bocca aperta per un attimo «Ah ma cosa me ne importa» alza gli occhi al cielo e se ne va. Io e Matt scoppiamo in una grossa risata.

Te l'avevo dettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora