Capitolo 3

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... "bene, allora sarà ancora più divertente"

Sul serio? Credeva di intimorirmi? non credo avesse afferrato a pieno quello che gli avevo appena detto.

Stava giocando con il fuoco, ma non capiva che dopotutto io venivo in parte dall'inferno.
Letteralmente.

<<Crede davvero di farmi paura sig. Reed? Lei non sa niente, non può fare niente. Non può parlarmi, non può guardarmi, non può toccarmi.>>

I nostri volti erano ancora più vicini adesso.
Sentivo il suo respiro caldo sfiorarmi la fronte per quanto era alto, ma non volevo che pensasse che questo poteva dargli un qualche sorta di vantaggio su di me.

<<Ah no? chi ti dice che non posso fare nulla di tutto questo? Uhm? Perché lo dice il Capo? Io posso fare quello che voglio con te principessa e nessuno mi dirà niente perché io gli servo. Quindi tornatene a contemplare il vuoto prima che io ti spari.>>

Talmente ero impegnata a fissare i suoi occhi azzurri e sentire il suono rauco e basso della sua voce che non mi ero accorta che aveva stretto i pugni intorno alle mie mani sulle sbarre e stringeva; era forte ma io sentivo a malapena il dolore, probabilmente pensava che fossi una ragazzina piccola e indifesa e che sarebbe bastato poco per farmi del male, ma io sono molto più forte delle altre ragazze e probabilmente in un combattimento corpo a corpo avrei vinto anche contro di lui.

<<No, non può fare niente di tutto questo perché io servo a loro, lei è solo un'altra pedina sacrificabile che uccideranno non appena mi torcerà un capello.>>
<<Perchè?>> disse Damon quasi ringhiando <<Cosa ti rende così importante?>>

Alzai il sopracciglio mentre mi mettevo quasi a ridere <<Gliel'ho appena detto, ma sembra che lei non mi abbia minimamente ascoltata.
Io sono la figlia del diavolo.>> dissi scandendo lentamente le ultime parole.

L'aria intorno a noi sembrava essersi raffreddata rapidamente, ma non avevo mai sentito più caldo di così.
Il mio leggero vestitino di cotone bianco ormai sporco di terra e sangue sembrava essersi trasformato in una coperta di lana e mi stava letteralmente facendo soffocare.

Damon si allontanò dalla mia cella e iniziò a camminare incessantemente di fronte le sbarre.

<<Non è possibile, stai mentendo, il diavolo non esiste e tantomeno non ha figli.>>
<<Infatti non ha figli, ha solo una figlia, me, e per un fanatico religioso come il Capo è come se avesse trovato il Santo Graal e non permetterebbe a nessuno di rovinare il suo giocattolino preferito.>>

Damon aveva smesso di camminare ed era tornato davanti a me, ma non era più vicino come prima.
<<Non ti credo. Tu menti.>>

<<Perchè dovrei farlo? Che cosa ci guadagnerei a dirle una bugia? Ci pensi bene, che cosa le hanno detto quando le hanno offerto il lavoro?>> Damon sembrò pensarci su e poi come se avesse collegato ogni tassello tornò a guardarmi.

<<Non è possibile.. tu.. non sei la figlia del diavolo, lui non esiste. Non.esiste.>> Sembrava volesse convincere più se stesso che me.

<<Oh fidati lui esiste eccome e non è per niente come uno se lo immagina, anzi probabilmente se se lo trovasse davanti non capirebbe nemmeno che sia lui.. papà è un tipo.. affascinante>>
Potevo avvertire la perplessità nel suo sguardo indeciso se credermi o no.
Anche se credevo di sapere già la risposta.

Da quel poco che lo conoscevo, sapevo non mi avrebbe mai creduta, non senza prove almeno, ma era indispensabile averlo dalla mia parte se volevo uscire da questo posto, perché per quanto mi costi ammetterlo non potevo farcela senza l'aiuto di qualcuno.

Avevo già tentato di farlo da sola, ma ovviamente avevo fallito miseramente per non parlare poi della punizione che il Capo mi diede.
10 giorni senza cibo, né acqua e senza che potessi vedere nessuno.
Stavo letteralmente impazzendo.

Ero stanca, affamata, e quasi non riuscivo più a mettermi in piedi, non credo fossi mai stata peggio di così. Ero arrivata a pensare che mi avrebbe seriamente lasciata morire così, ma l'undicesimo giorno vidi Lorenzo portarmi un vassoio con del cibo e quasi non vomitai tutto una volta finito, dato che il mio stomaco ormai non era più abituato ad assumere sostanza nutritive.

Dopo aver rimesso quell'orribile ricordo in un angolo buio e oscuro della mia mente, tornai a guardare Damon.

I suoi occhi mi squadravano dalla testa ai piedi come se in qualche modo potesse capire se era vero quello che dicevo, ma quando il suo sguardo gelido tornò fissarmi capì che non era andata come speravo.

<<Tu mi fai ridere, davvero. Ti aspetti sul serio che io creda a quello che tu mi dici? Sei solo una ragazzina disperata che inventa storie per farsi aprire la porta, una psicopatica.. dopotutto guarda dove ti ritrovi, in una cella per psicopatici.>>

Sembrava trovasse divertente la situazione, dopotutto aveva persino alzato un angolo della bocca in un mezzo sorriso, ma sapevo che cosa voleva dire in realtà quel sorrisetto, lo avevo visto più di una volta e non preannunciava nulla di buono.

Era sarcastico, freddo e metteva i brividi. Era arrabbiato, perciò cercai di parlare quanto più calma possibile.

<<Senta, lo so che tutto questo può sembrare assurdo, ma le sto dicendo la verità. Io non mento mai. Tutto quello che le ho appena detto è vero, so che sembra da pazzi, ma è così.
Per favore, mi ascolti, deve aiutarmi io->>

<<Basta!>> urlò furioso Damon mentre aveva estratto la sua pistola dalla fondina e adesso era praticamente puntata al centro della mia fronte.

<<Dì solo un'altra parola e questa volta sei morta davvero. Non voglio più sentirti fiatare.>>

Alzai le mani in segno di resa. La mia bocca era socchiusa e gli occhi sgranati per il momento a dir poco glaciale. Non potevo dire altro o avevo paura che premesse sul serio quel grilletto; lo avevo fatto davvero incazzare.

Indietreggiai finché con il retro delle mie gambe non sentì la rete fredda del mio letto e mi sedetti su di esso continuando a tenere gli occhi puntati sulla sua pistola.

<<Finalmente ti sei decisa a chiudere quella bocca. Bene.>>

Rimise apposto l'arma e venne  lentamente verso di me.

<<Ora voglio che tu stia zitta e immobile, voglio trovarti esattamente nella stessa posizione al mio ritorno o ti faccio saltare in aria il cervello. Capito principessa?>>

Annuì senza fiatare in senso di approvazione, mentre lui scompariva velocemente dietro la porta che collegava la mia cella al corridoio, e una volta che la sentì sbattere lasciai uscire fuori l'aria che non sapevo aver trattenuto fino ad allora.

Che cosa avevo combinato?



---------------------S.A.

Buongiorno a tutti, oggi è sabato e quindi nuovo capitolo!

Cosa ne pensate? Secondo voi Damon crederà mai alle parole di Isabelle?
Potrebbe farlo davvero? oppure chissà?

Spero davvero che la storia vi stia piacendo, fatemelo sapere in qualche modo!

Al prossimo capitolo! ;)
-A

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2020 ⏰

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