...e il porco si librò in volo

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. . . e il porco si librò in volo, il corpo goffo e imponente proiettò un'ombra nera come petrolio su tutta la ridente fattoria, le galline deposero uova in sequenza non appena alzando il becco dal consueto banchetto d'elminti scorsero prorompente l'enorme suino aleggiare ingiustificato nel cielo sopra le loro teste, sostituendosi al sole come una nuvola scura che preannuncia tempesta.

Le spighe di grano ne furono alquanto scosse, private del loro prezioso sole insorsero organizzando una protesta pacifica per reclamare i propri diritti: "sole uguale per tutti", "come cresceremo i nostri chicchi?" e "aboliamo la mietitura" nell'impeto del momento. Successivamente, a seguito di un voto democratico venne istituito un sindacato per la difesa dei diritti del grano (SDDG) che ebbe tuttavia vita breve in quanto nulla effettivamente cambiò dopo la sua fondazione e i timidi sforzi dei suoi membri non portarono a nessuna soluzione soddisfacente, pertanto i vertici del comitato furono accusati di false promesse e condannati a mietitura precoce.

Nel contempo l'enigmatica bestia sembrò essersi stabilizzata ad una distanza di circa cinquanta metri dal suolo divenendo un'enorme macchia rossastra nel cielo, la parte superiore del corpo, compresa la testa, era completamente oscurata dal bagliore del sole, che scagliandosi sul dorso dell'animale ne disperdeva i raggi all'esterno risultando in una composizione piuttosto simile ad un eclisse solare.

La singolare situazione sortì particolare turbamento all'interno del gregge di pecore, nessuna di loro aveva mai avuto esperienza di un evento simile, nemmeno i più anziani che abituati a pascolare da molto ed avendo albergato in diverse greggi nel corso della loro vita, davano spesso testimonianza di grande esperienza del mondo. Tuttavia tra le pecore l'autorità del più anziano all'interno del recinto era indiscussa, per cui l'intero gregge si riversò verso il più vecchio mendicando guida e soluzioni. Il vecchio alzò lo sguardo al cielo ad osservare la causa della sciarada - non aveva mai visto nulla del genere - abbassò lo sguardo e rimase pensieroso ad osservare i sui simili. Dichiarò che il problema avrebbe necessitato di un'attenta valutazione e che ci sarebbe voluto del tempo per formulare una soluzione adeguata, nel frattempo ordinò che tutto il cibo e l'erba nel recinto venisse destinata ai suoi bisogni per permettergli una maggiore concentrazione e agiatezza nel pensare alla sua soluzione, le altre pecore acconsentirono all'unisono. In men che non si dica, il terreno del recinto fu spogliato dall'erba, le scorte di fieno divorate e le razioni di legumi svuotate... ma il fegato provato dell'anziano pecorone non poté reggere quell'afflusso smisurato e inaspettato e la pecora spirò nel tentativo di divorare l'ultima razione di mangime. Il gregge dovette allora far fronte al nuovo problema della mancanza di viveri, ed elesse a guida un nuovo pecorone.

Il porco era fisso nel cielo, niente dava l'idea di un suo eventuale spostamento, ora era immobile come un satellite splendente di luce solare, il cielo era terso e il sole splendeva ovunque eccetto che sulla fattoria, il che alimentava il senso di frustrazione degli animali costretti nei propri recinti e delle piante nelle loro radici.

I cani da pascolo cominciarono ad abbaiare furiosamente, ringhiando vigorosamente verso il cielo, il porco non sembrò intimorito e i loro lamenti non sembravano neppure raggiungerlo, innervositi da quella mancanza di rispetto i cani cominciarono a ringhiare e sbraitare sempre più energicamente, più di quanto le loro corde vocali potessero sopportare. Abbaiarono così forte che in breve tempo persero del tutto la voce e nelle loro gole non rimase altro che un forte dolore, come se avessero inghiottito schegge di vetro. Il dolore era tale da impedirgli persino di sollevare il capo verso l'alto, così rimasero muti e doloranti a testa bassa.

Il circolo dei fieri tori sprofondò nell'indignazione più feroce, essi erano convinti che se ci fosse una creatura sulla terra - o almeno all'interno della fattoria - degna di elevarsi al cielo ed oscurare il sole, quella sarebbe stata un toro, la rabbia li accecava ma erano di comune accordo nello spodestare il porco dal cielo e prenderne il posto. Rimaneva tuttavia una questione, chi tra di loro avrebbe preso il posto del maiale? Decisero di risolvere la faccenda alla vecchia maniera dei tori. Si disposero in cerchio con le corna puntate verso il centro del recinto e le zampe scalpitanti nella terra, gli occhi vitrei iniettati di sangue esaminavano gli avversari. Il rituale ebbe inizio, per tre volte uno dopo l'altro i tori scalpitarono le loro zampe e non appena l'ultimo zoccolo si levò da terra il gruppo si scagliò al centro del recinto, una densa nube di polvere si alzò attorno i lottatori dalla quale fuoriuscivano corna, zoccoli e rivoli di sangue. Dopo un po' la nube si diradò, il terreno attorno era imbevuto d'un rosso vivo, tra i corpi ammassati vi erano ancora in piedi i due tori più forti del recinto che si osservavano con occhi diabolici noncuranti delle gravi ferite riportate, uno di loro aveva un corno penzoloni attaccato al capo da un sottile filo di carne. I due partirono per lo scontro finale, il corno ferito si staccò dal capo del toro e volò oltre la staccionata scagliandosi con forza sul recinto dell'unica capra della fattoria creando un grosso squarcio nel legno. Intanto nell'arena il toro mutilato si ergeva fiero e vittorioso con l'orgoglio d'un valoroso guerriero, sudato, ferito e incapace di volare.

L'aria nella fattoria sembrò fermarsi, bestie e piante rimasero immobili nell'ombra e la capra uscì dal recinto, verso la luce.

. . . e il porco si librò in voloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora