"Gli occhi che sorridono"

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"È un altro compleanno del cazzo
E Cristo Iddio, quanto rimpiango di non esser nato a Marzo
Coi fiori che ora sbocciano e s'intonano col quarzo
Invece del freddo riflesso dentro i miei occhi di ghiaccio."
- Nitro, Rivivere


Non mi sono mai soffermata a cercar di capire perché lo sbadiglio fosse contagioso, perché quando qualcuno sbadigliava, come uno specchio riflesso, lo imitavo.

Eppure ho sempre trovato affascinanti i sorrisi contagiosi e ho cercato in ogni modo di capire come facessero quelle persone a trasmettermi la loro stessa felicità, il loro stesso grado di serenità.

Quelle persone avevano un dono spettacolare, un sorriso così bello da far sembrare tutto facile e fiabesco. Distendevano le labbra e rilassavano il volto e poi tutto il resto scompariva. La loro magia inondava tutti e tutto.

Ma poi alzai lo sguardo e solo Dio sa quanto vorrei non averlo mai fatto. Concentrai tutta la mia attenzione sui loro occhi, sulle loro minuscole pupille, e la luce scomparve, così come quel senso di serenità e felicità. Ritornai catapultata in una realtà che ancora mi stava stretta, che ancora non riuscivo a comprendere.

Quelle persone, sì, avevano un sorriso magnifico ma non sapevano sorridere con gli occhi.

Allora compresi che nulla è come sembra, che c'è una differenza madornale tra gli occhi e il sorriso, che ci sono messaggi contrastanti persino in un unico volto.

Quella curva rappresenta solo una maschera, una protezione dai mostri del mondo reale, una cura per le ferite sanguinanti.

Invece dagli occhi traspare ogni emozione rinnegata, sentimento soppresso, pensiero dimenticato, ricordo doloroso. Sono una sorta di finestra sull'anima di una persona, una sorta di scorciatoia per conoscere rapidamente qualcuno.

Ancora una volta sono stata costretta a mettermi in dubbio, a cercar di scovare sempre più informazioni, sempre più varianti.

Compresi che la superficialità non porta da nessuna parte se non all'ignoranza, che bisogna essere profondi e, dunque, bisogna approfondire ogni contesto, ogni situazione.

E ho dovuto ricredermi soprattutto su una persona a me cara, su una persona che mai avrei immaginato potesse usare il sorriso come protezione.

Josh è sempre stato quello solare e socievole tra i due. Da bambino faceva domande su domande ad ogni adulto presente al castello, curiosava dappertutto e cercava di assimilare quante più informazioni possibili. Voleva scoprire e lo faceva con un'energia tale da trasportare chiunque nella sua felicità.

Io semplicemente mi accontentavo di essere la sua ombra, di essere protetta dalla sua popolarità. Lasciavo che lui parlasse anche per me, che lui provasse ciò che avevo paura di provare io. E tuttora è così.

Le spiccanti differenze tra di noi ci hanno portato a così tanti litigi da perderne il conto ma che, paradossalmente, ci hanno legato ogni giorno sempre di più. E ad oggi credo che sia l'unica nota positiva nella mia monotona vita.

«Ti concedo tre secondi per svegliarti, dopodiché ti lancerò dalla torre più alta del castello!»

Spalanca le finestre e lascia che i deboli raggi solari mi colpiscano in pieno viso e che l'aria gelida del mattino mi faccia rabbrividire le gambe nude.

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