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Maria's pov

Appena uscii dall'aeroporto pensavo che neanche io avrei immaginato di ritornare così presto, erano passati tre mesi da quel finale orribile. Odiavo Akai con tutta me stessa, vidi la macchina ed entrai, nel mentre mi mettevo la cintura ormai ci stavamo già allontanando dall'aeroporto, Akai era travestito da Subaru e incominciò a parlare: "Come è andato il viaggio?" mi chiese, con la voce diversa dalla sua, mi tolsi gli occhiali e lo guardai alzando un sopracciglio: "Mi dai sui nervi con la voce diversa." gli dissi, ancora arrabbiata. Lui sospirò e schiacciò un tastino che si trovava sul suo collare che gli cambiava la voce e riprese a parlare: "Hai avuto problemi in America?" mi chiese mentre rallentava al semaforo rosso: "Naah, niente problemi, sai com'è, sono stata rinchiusa nell'edificio del FBI per tre mesi senza uscire." Ero davvero davvero arrabbiata, ero sicura che potevamo trovare una soluzione: "Potevi startene lì, tanto qui farai la stessa cosa, anzi, sarà più pericoloso per te, visto che ci sono talpe ovunque." Effettivamente aveva ragione.

Decisi di non profanare parola quando la macchina stava andando, ero più concentrata a vedere i passanti che camminavano sul marciapiede, appena ci fermammo per il semaforo rosso decisi di parlare: " dove stiamo andando in tutto ciò? mi porti in giro per Tokyo?" gli chiesi senza guardarlo, preferivo osservare la gente che attraversava la strada difronte a noi che la sua bella faccia mascherata, lui risposte semplicemente: "ti sto portando all'hotel Beika." lì lo guardai, ancora più arrabbiata: "Uh fantastico, quale luogo migliore se non nella tana del lupo, complimenti." La macchina ripartì per il verde che era appena scattato, non mi spiegò il motivo per cui ha scelto proprio l'hotel Beika, e sinceramente neanche mi andava di saperlo. Ormai avevo perso praticamente tutti e sopratutto Heiji. 

Arrivai all'hotel e con un berretto in testa entrai nell'hotel, però, prima che Akai mi seguisse, venne interrotto da una voce inconfondibile: quella di Conan. Non era il momento per farmi vedere da lui, glielo avrebbe fatto capire Akai a suo modo. Così decisi di nascondermi e Akai nei panni di Subaru salutò lui e i giovani detective, accompagnati da un grande e grosso uomo: "Salve bambini." disse con la voce del tutto diversa dalla sua, merito dell'apparecchio che ha come chocker, coperto dal colletto della camicia. I bambini risposero ricambiando il saluto e, ovviamente, fu Conan a fare la domanda scomoda ad Akai: "Cosa ci fa qui?" gli chiese, e Subaru rispose: "c'è una mia amica dell'università che è venuta a dare gli ultimi esami, abita ad Osaka. Mi ha chiamato e ha deciso di farmi visita." Conan guardò denrto l'hotel molto sospettoso, di sicuro aveva sicuramente capito qualcosa, dal momento che Akai aveva specificato che questa sua presunta "amica" deriva da Osaka. 

Il ragazzino con gli occhiali annui e Subaru gli rigirò la domanda: "Invece voi che ci fate qui?" le persone che parlarono erano gli altri tre bambini che, a differenza di Ai e Conan, sembravano davvero bambini: "Il dottor Agasa ha deciso di portarci oggi a mangiare al ristorante dell'Hotel, si vuole unire con noi?" Il grande e grosso uomo baffuto li richiamò in modo calmo: "Ragazzi magari Subaru è impegnato adesso, un altro giorno lo inviteremo, va bene?" i bambini esultarono mentre Conan e Ai si guardarono ridendo, anche Akai sorrise insieme a loro e nonostante la sua faccia era coperta dalla maschera che porta, sorrisi istintivamente a vederlo così sereno, non credo di aver mai avuto la fortuna di vederlo così sereno. 

I bambini salutarono Subaru mentre io con il cappello a visiera e con i capelli raccolti uscii dal hotel, stranamente non fu Conan a notarmi, ma Ai, osservai che lei si era fermata per un istante a guardarmi mentre mi dirigevo verso Subaru. Conan notò che si era fermata, bisbigliarono qualcosa tra loro per poi seguire l'uomo baffuto e i tre amici. 

Dopo aver preso la valigia ed essere salita nella mia famigerata stanza, mi dovetti cambiare. Indossai una parrucca con i capelli rossi, ovviamente rossi intendo rosso naturale, delle lenti a contatto verdi e per finire decisi di truccarmi aggiungendo delle lentiggini e un po' di mascara, per le vesti, purtroppo, dovetti optare per un vestito verde acqua e delle semplici vans. Mi feci guardare da Akai e prima che lui criticasse il mio modo di vestire sentimmo un urlo. 



"La figlia di Vermouth - parte II" - DCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora