Capitolo 5

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Il giorno dopo arrivo in ufficio prima del solito per essere pronta per partecipare alla riunione di presentazione con Aron, per prendere appunti su tutto ciò che di nuovo si stabilirà.

Quando entriamo troviamo già seduti tre uomini, che appena ci vedono si alzano per venire incontro ad Aron.

Due avranno al massimo cinquant'anni, invece quello che mi squadra dalla testa ai piedi avrà al massimo 32 anni.

Aron, dopo aver stretto la mano a tutti decide di presentarmi.

<Signori, questa è la mia nuova segretaria, la signorina Evans>

Passo un'ora ad ascoltare ogni parola che viene detta, quando Aron dichiara di rivedersi la prossima settimana per vedere la pubblicità ultimata.

Tutti sembrano concordi quindi si alzano per salutare Aron, quando l'uomo attraente che non mi ha tolto gli occhi di dosso per tutta la riunione mi si avvicina mentre gli altri continuano a discutere.

<Signorina Evans è stato un piacere conoscerla>

<Il piacere è tutto mio signore> dico sorridendo.

<Non mi chiami signore, mi chiami Luke se per lei non è un problema>

<Certo Luke, va benissimo e lei può chiamarmi Chloe> dico un po' imbarazzata dal suo sguardo penetrante.

<Che ne dice se la invitassi a cena una di queste sere?>

<Oh non so, non mi sembra il caso> dico voltandomi a guardare Aron che  ci fissa attentamente.

<Ok, allora ci pensi, mi darà la risposta la prossima settimana, quando verrò di nuovo e spero vivamente che sia positiva> io annuisco e lo saluto.

Quando arriviamo in ufficio, noto che Aron è un po' teso, ma decido di non dargli peso, dato i suoi continui cambi d'umore.

<Allora io andrei a finire il mio lavoro, se c'è qualcos'altro che devo fare fammi sapere> dico voltandomi per andare via.

<Di cosa parlavate?> mi dice di botto ed io mi blocco e mi volto a guardarlo frastornata.

<Cosa?>

<Tu e Luke, di cosa parlavate?>

<Oh, mi ha chiesto di uscire a cena una di queste sere>

<E tu cosa gli hai risposto> mi dice con fare arrogante, mentre stringe nervosamente la penna che tiene in mano.

<Perchè? Sarebbe un problema se io uscissi con lui? In fondo non è un mio collega> dico sfidandolo, visto che sarà sicuramente arrabbiato con me, perché crede che io abbia cercato di sedurre un suo cliente.

<Si sarebbe un problema per me, non mi piace che la mia segretaria esca con i miei clienti>

<Nel mio contratto non c'era scritto niente in merito all'uscire con i tuoi clienti>

<Si ma non pensavo di avere una segretaria così, sennò lo avrei fatto> io lo fulmino con lo sguardo e decido di andarmene prima che la cosa degeneri, ma prima d'uscire decido di dirgli la verità, solo per farlo sentire uno stronzo.

<Comunque se proprio vuoi saperlo gli ho detto che non mi sembrava il caso, ma visto che ne abbiamo parlato e che non ci sono vincoli nel mio contratto ci penserò su> dico uscendo subito dopo senza farlo nemmeno parlare, sbattendo la porta volutamente.

Passo il resto della mattina cercando di evitare di entrare nel suo ufficio, parliamo solo tramite telefono solo per le cose indispensabili.

Vado a pranzo senza nemmeno dirglielo, so che sembrerò una bambina viziata che fa i capricci, ma non mi importa.

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora