Capitolo 30

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‹‹Coraggio, siamo quasi arrivati.›› Moblit guardò Hanger con apprensione. ‹‹Va un po' meglio?››

‹‹Per nulla. Quel nanerottolo non ci va piano quando picchia.›› Il medico si massaggiò lo stomaco per la millesima volta e forzò un sorriso. ‹‹Ma non preoccuparti: è solo un pugno, dopotutto.››

Lui non sembrò tanto convinto dall'ottimismo dell'altra. ‹‹Però mi prometti che ti riposi?››

La castana gli rivolse un sorriso sincero. ‹‹Solo se resti a farmi compagnia: sai che da sola mi annoio.››

Moblit arrossì. ‹‹M-Ma c'è Black con te, no?››

‹‹Che è chiusa in camera in piena fase depressiva. Molto socievole.››

‹‹A-Allora... va bene.›› Distolse lo sguardo, imbarazzato. Non voleva lasciarsi scappare l'occasione di passare qualche ora con Hanger in tranquillità, però al tempo stesso era spaventato all'idea. Perché non si poteva mai sapere cosa sarebbe potuto accadere se si riunivano in una stanza un medico eccentrico, il suo aiutante perdutamente innamorato di lei e svariate bottiglie di rum, che era sempre presente in quantità a casa della castana...

Arrivarono alla porta della capanna dopo pochi minuti, nell'esatto momento in cui Allett ne stava uscendo.

‹‹Ohi, ragazzo! Come sta la tua amica?››, gli chiese Hanger.

‹‹Meglio. Ha deciso di tornare a vivere con me e Hunter.››

Sul viso della donna si dipinse un'espressione di stupore. Arcuò le sopracciglia e schiuse le labbra, incredula. ‹‹Stai dicendo che ha fatto pace con-››

‹‹Non ancora››, la interruppe il biondo, mentre si strofinava una tempia, come se ci fosse qualcosa che lo infastidiva dentro la sua testa. ‹‹La situazione è più complicata del previsto.››

‹‹E tu ci sei finito in mezzo, giusto?›› Il medico gli rivolse un sorriso comprensivo.

‹‹Già. A quanto pare è il mio destino.›› Fece spallucce.

‹‹Il destino non esiste, Allett, siamo noi a crearcelo.››

Il giovane rivolse a Hanger un sorriso stentato prima di scivolare via, borbottando parole di saluto. Non aveva voglia di ascoltare anche le sue prediche: aveva altro a cui pensare.

Blackwing gli aveva spiegato che stava cercando di tenersi alla larga da Hunter per rispettare il suo rapporto con Ices. Ed era proprio l'ultima parte che non convinceva il ragazzo: di quale rapporto parlava? Non gli risultava che il suo amico avesse una relazione con lei. Sospirò, ripromettendosi di andare in fondo alla questione.

"Insomma, li lascio per qualche giorno e succede l'Apocalisse!"

Si era inoltrato per le strade strette e lerce di Tortuga, fra taverne, baracche e bordelli, diretto verso l'abitazione che condivideva con Hunter. Mentre svoltava un angolo, però, assistette a una scena che lo lasciò perplesso: accanto all'ingresso di un'osteria c'era Ices, che parlava con un paio di uomini che non ricordava di aver mai visto. Uno era molto alto e allampanato, con i capelli bruni; invece l'altro era biondo e ben piazzato, con una mascella volitiva. Non dovevano essere tanto più grandi di lui stesso, eppure c'era qualcosa di strano in loro: forse era il modo in cui tenevano le teste incassate nelle spalle, come se temessero di essere riconosciuti da qualcuno di indesiderato, oppure il fatto che si guardavano spesso intorno.

Allett non aveva un motivo razionale per spiarli, tuttavia decise di ascoltare il suo istinto e si nascose, lesto, dietro un barile appoggiato al muro vicino. Li osservò, accigliato, ma non riuscì a capire l'oggetto della conversazione.

The Revenge of Acker Tempest (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora