casino nel negozio

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Per prendere un cappello facciamo casino in un negozio indiano.
N.B. Quella che segue è la trascrizione di un mio sogno, scritto come se fosse un mio capitolo.
Stavamo lì, con i nasi appiccicati alla vetrina, che appannavamo con il nostro fiato pesante, ottenuto grazie a ore di dura pedalata, mentre osservavamo il contenuto di quel negozio, un cappelo viola con due iniziali cucite sopra: TB.
Il nostro cantante preferito. Per trovare quel cappello avevamo dovuto fare due ore di pedalata, perchè l'unico negozio ben fornito, un piccolo negozietto indiano, distava molto dalla nostra città, ma ne era valsa la pena. Mentre osservavo la vetrina giocherellavo con un accendino: era un regalo di qualche mio parente di cui non ricordo il nome, e aveva una particolarità: i palloni stampati su di esso cambiavano colore, da bianchi e neri a rossi e neri. "Che facciamo, entriamo?" Chiese nicolas, un poco titubante "e lo chiedi pure" risposi io. Proprio in quel momento la porta si aprì e uscì il proprietario, più infuriato che mai, che ci disse "voi non potete entrare qua, capito?" Nello stesso momento un anziana signora che stava entrando si girò verso di noi e ci disse "teppisti!" Diciamo che in quel quartiere io, ludo e nico eravamo conosciuti come "i tre demoni": una volta avevamo fatto leggermente casino in quel negozio frantumando la pila di piatti nuovi i zecca, e da quel giorno siamo stati ufficialmente banditi dal negozio.
"E ora che facciamo?" Chiese ludo, con la sua solita voce calma. Ci fu qualche minuto di silenzio, quando all'improvviso nicolas disse "idea! Potremmo entrare senza farci vedere, rubare tre cappelli e creare un diversivo per farcela passare liscia! Che ne pensate?" "Che è un idea di merda nico" rispose ludo, sempre calmo. "Ah si? Magari il genietto qui ha un idea migliore?" Replicò nicolas, visibilmente arrabbiato "hey, calmatevi" li interruppi subito io "l'idea di nicolas è abbastanza valida" un sirrisetto compiaciuto si formò sul viso di nic "ed ecco cosa faremo: io entrerò facendo finta di nulla e cercando di non farmi notare, tu njc prendi la prima cosa che può distrarre e al mio segnale, che sarà "giovanni" distrarrai il proprietario, poi quando mi vedrai uscire mi verrai dietro, ok?"
"E va bene" rispose lui un pò titubante "e io?" Disse seccamente ludo " tu tieni pronti i piedi" risposi io. Entrai calndomi il berretto sulla faccia per non farmi notare, seguito da nic che si era messo una bandana in fronte, e mi diressi verso il fondo del negoizo dove erano riposti cappelli. Mentre mi avviavo vidi con la coda dell'occhio che nicolas aveva addocchiato un piano forte: la perfetta distrazione. Afferrai tre cappelli e, dopo aver schiarito la voce, dissi "pronto, GIOVANNI?" Ponendo particolare enfasi su quell'ultima parola. In quel momento nicolas si fiondò al piano ma nel sedersi la bandana si calò sulla sua faccia e lui iniziò a suonare note a caso, mentre io scatgavo verso la porta. Ci fiondammo entrmabi fuori dal negozio e partimmo a razzo, mentre sentivamo il padrone urlarci dietro insulti che non credevamo esistere.
Beh ce l'avevamo fatta, e anche tutti interi!

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