Capitolo 1

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Sono una 'semplice' 15enne, capelli biondi, alta, occhi marroni, magra e......innamorata dei suoi idoli. Okay, forse non sono proprio una semplice ragazza, ma molto timida, sensibile, emotiva e anche un po' folle. Comunque, a parte questo, mi chiamo Giulia e vivo a Roma. Dopo 2 anni e mezzo che seguo gli One Direction finalmente sono andata al loro concerto! E dire che non mi sarei mai immaginata di andarci un giorno. Come al solito erano perfetti, mi sono emozionata come non mai. È stato qualcosa di favoloso e INDIMENTICABILE. Si perché proprio lì ho conosciuto i 5 seconds of summer. Uscii dallo stadio di San Siro con la mia migliore amica, Francesca, perché è con lei che realizzai il mio sogno, e lì fuori prendemmo un autobus per tornare a casa dai miei zii, ma ci rendemmo conto solo dopo di aver preso l'autobus sbagliato. Le solite imbranate. Scendemmo ad una fermata a caso e cercammo un hotel lì vicino. Ne vedemmo uno, ma ci rendemmo conto che era a 5 stelle, infatti era veramente bello, quindi non potevamo permettercelo, ma entrammo dentro per chiedere qualche informazione. Vedemmo tantissime ragazzine che la sicurezza cercava di mandare via. Ma gli One Direction non alloggiavano a Como? Ah bho...noi entrammo comunque e chiedemmo ad una signora dove avremmo potuto trovare un altro hotel non troppo lontano. Ce ne indicò uno a 10 minti da lì, così tra la folla cercammo di uscire e arrivammo all'altro hotel a 3 stelle, carino, ma niente in confronto a quello precedente.

C'era molto caos, telefoni che squillavano in continuazione....non ci stavo capendo niente.

"Scusate? Vorremmo chiedere una camera! Per favore! Mi ascoltate?"

"Signorina potrebbe aspettare qualche minuto? C'è stata un'emergenza!" disse la segretaria irritata.

E così mentre ci sedemmo su una poltroncina vedemmo entrare quattro ragazzi circondati da uomini di una certa stazza in giacca e cravatta. Dopo 5 minuti diedero una chiave a questi ragazzi che presero l'ascensore dell'hotel. Finalmente diedero la chiave anche a noi, e così andammo nella nostra stanza.

Non riuscivamo a dormire, i nostri vicini facevano un caos terribile alle 3:00 di notte!

"Fra, io ora busso e li faccio smettere! Stanno facendo una confusione insopportabile!"

"Si ma stai attenta, magari sono ubriachi.."

"Si, vado e torno, tranquilla."

Mi fermai un attimo davanti la porta e li sentii parlare in inglese..."Bene, e ora come faccio a dirgli che devono abbassare il volume della voce?!"

Formulai la frase e me la fissai bene in mente, dopodiché feci un bel respiro e bussai. Non mi sentirono, così bussai ancora più forte e di continuo. Smisero di parlare e urlare, poi uno disse: "Luke!"

*Okay, so già il nome, almeno, di chi mi aprirà la porta*

Sentii dei passi e finalmente aprì questo ragazzo:"ye?"

"Sorry..."

Non riuscii a finire la frase. Appena lo vidi bene in viso mi bloccai. Jeans neri strappati, maglietta nera smanicata, capelli biondi e percing al labbro.

No, non poteva essere veramente lui. Davanti a me non poteva esserci davvero Luke Hemmings in persona.

Un sogno che diventa realtàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora