Piton lanciò un'occhiataccia al grigio muro di pietra del salone di quella maledetta, enorme villa, e contemplò l'ipotesi di sbatterci la testa contro. Del tutto contro la sua volontà, stava trascorrendo la serata supervisionando il moccioso Potter, Draco e Gwen, insieme a due amiche di vecchia data – che, di conseguenza, stavano passando il loro tempo a chiacchierare sui loro mariti e pensando poco a lui, e lo reputava un sollievo – e, anche, la figlia di bastardo Black e un altro, ennesimo, desolante, stupido come una scarpa, Grifondoro. Dato che erano riusciti a meritarsi una sgridata dai quadri ritraenti i fondatori della casata Ives in rumeno a causa dell'eccesso o chiasso – Arnor ebbe la geniale idea di lanciare dei fuochi d'artificio irlandesi in casa, incoraggiando Draco ad inseguirli con una scopa, svolazzando e sfrecciando dentro e fuori dalla villa come un matto.
E i Malfoy erano là da meno di un giorno, circa 16 ore. Veramente sublime, come situazione, non trovate?
"Caro signore Oscuro," compose mentalmente Piton, sempre più vicino ad un esaurimento nervoso. "Sono ad Ives Manor da almeno cinque giorni, contro la mia volontà, e, benché nessuno abbia usato maledizioni nei miei confronti, sto patendo una sofferenza superiore a qualsiasi Cruciatos che lei mi abbia mai inflitto. Pertanto, le vorrei chiedere, potrebbe muoversi a tornare? Vorrei concludere questa dolorosa agonia al più presto possibile."
Severus pensava che al suo posto doveva starci il padrone di casa, dato che amava così tanto circondarsi di mocciosi, ma, come al solito, Ives era indaffarato. A quanto ne aveva capito, doveva macchinare col caro Lucius riguardo al loro "futuro", e a come fare da fronte unico durante la guerra. La cosa non lo sorprendeva affatto, anzi, la vedeva come una cosa ottima – una famiglia del calibro dei Malfoy dalla parte di Luxifer, durante il sicuro ritorno del Signore Oscuro, avrebbe portato meno potere nelle mani dei mangiamorte, per quanto Abraxas Malfoy facesse di tutto per far accadere il contrario. Alla fine, i soldi li amministrava Lucius, e tra padre e figlio, solo quest'ultimo aveva un posto abbastanza influente sia tra i consiglieri di Hogwarts, sia al ministero. Averlo lontano da Lord Voldemort era solo che un guadagno sia per la vecchia folaga dagli occhi scintillanti, che per Luxifer stesso, anche se non perdeva occasione per distanziarsi dal vecchio, pur sempre mantenendo una debita distanza dalle arti oscure. Cosa che Severus aveva sempre ammirato, segretamente, di Luxifer.
Piton non poteva nemmeno biasimarlo: una cosa aveva chiesto, cioè proteggere i Potter, e glielo chiese in contemporanea a Severus stesso, per proteggere Lily, sua grande amica dagli anni di scuola, dato che lui aveva da proteggere i suoi fratelli minori. E quell'unica richiesta si tradusse in uno sterminio, e in un neonato con una cicatrice perenne sulla fronte.
Gettò uno sguardo svogliato sulla porta che dava sul corridoio, chiedendosi di cosa stessero parlando i due uomini, totalmente assorto nei suoi pensieri, mentre i bambini ed il rosso giocavano tra di loro – in maniere meno distruttive, sta volta, rigngraziando Merlino – e le due donne parlottavano tra di loro. Sperava che Luxifer riuscisse nel suo intento, per il bene di tutti.
Mentre era assorto tra i suoi pensieri, però, non essendosi tappate le orecchie, e, di conseguenza, sentendo il chiacchiericcio circostante, origliò involontariamente una parte della conversazione tra Darytia e Narcissa, le due signore di casa.«Ma Darytia, mia cara.. hai rischiato così tanto, solo per noi?» chiedeva la bionda, con una voce flebile, quasi commossa, inconscia del fatto che un Piton alquanto disgustato da quel diabete la stesse ascoltando.
«Cissy, tesoro,» iniziò la mora, in un tono ancora più smielato. «Avrei mai potuto lasciare quella che per me è una sorella, nelle grinfie di un pazzo del calibro di tuo suocero?» e, a questo, Piton iniziò a sentirsi molto vicino ad un conato di vomito.
«Ma avrebbe potuto ucciderti!» piagnucolò l'altra. E qui calò un silenzio tombale tra le due. Piton avrebbe voluto tagliarsi le vene di entrambi i propri avambracci, a quella frase. "Narcissa e i cliché. Ma non era Serpeverde?! Perché fa commenti da Grifondoro?!" pensò l'uomo, sopprimendo la voglia di massaggiarsi la radice del naso senza sapere dove aveva trovato la forza di farlo.
Quello che non aveva visto l'uomo, però, era lo sguardo accigliato che Darytia stessa lanciò a Narcissa.
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La Storia Riscritta da un Serpeverde.
FanfictionE se qualcuno avesse preso in mano la situazione al posto di Silente, vincendo la Guerra a modo suo? E se questo qualcuno fosse, oltretutto, un Serpeverde dichiarato, purosangue, anche se non un Mangiamorte? O, domanda forse un po' più importante...