21:50, la sera dopo.
Draco e Harry discutevano nell'ufficio del Ministro della Magia, Hermione Granger. Tra i due un tavolo che li divideva, l'ordinatissima scrivania del Ministro. Di fianco ad un grosso quaderno strabordante di scartoffie, due matite totalmente uguali erano appoggiate su un foglio bianco. All'estremità una fotografia a colori, in movimento, di lei con la figlia, Rose, mentre si abbracciavano. Intorno una cornice di bronzo. All'estremità opposta, una fotografia a colori, in movimento, di lei e Ron che ridevano insieme e si guardavano innamorati. Dietro alle fotografie la mano di Draco appoggiata saldamente.
Harry dall'altro lato della scrivania dava la schiena alla libreria, dove i libri erano in ordine per autore.
Draco piangeva. Harry l'ascoltava, comprensivo."Da quando se n'è andata Astoria, Scorpius è cambiato. Non mi parla. è triste, costantemente. Con queste voci che girano... sai, sul Signore Oscuro, la giratempo... la situazione peggiora soltanto e io non so come consolare mio figlio. Non mi è stato insegnato. Non mi è stato insegnato come amare. E, oltretutto, non mi è stato insegnato che potevo avere una scelta, nella mia vita. Mio padre e mia madre, l'unica cosa che mi hanno insegnato è che c'era una sola strada possibile da prendere." Sospirò e fece una pausa. "Ti ricordi... la battaglia contro il Signore Oscuro? Come dimenticarlo, mi dirai. Io sapevo. Io lo sapevo che non eri morto.
Harry guardò in basso e gli rivolse uno sguardo confuso. Davanti agli occhi aveva un uomo, infelice, che non aveva mai avuto scelta. Aveva davanti un uomo in lacrime, che ha sempre dovuto nascondere la parte migliore di lui. Quella sua parte diversa dai suoi genitori, che sapeva amare e lo sapeva fare benissimo. Quella sua parte che avrebbe voluto cambiare la sua storia ma che non poteva. Anzi, l'aveva reso l'uomo che era. Guardandolo in faccia gli tornò alla mente un ricordo cupo, del ragazzino che era, al suo primo anno ad Hogwarts. Gli tendeva la mano e gli proponeva la sua amicizia, pensava a cosa sarebbe successo se l'avesse accettata.
"Come?" domandò Harry.
"Sì, io ero sicuro. Tu non potevi morire. Non in quel momento e non in quel modo. Avrebbe regnato il bene e io non volevo andare... Non volevo andare dai miei genitori."
"Ah." Harry forse aveva capito dove voleva arrivare.
"E l'ho guardata. Prima di andare ho guardato lei. E per un attimo ho cambiato idea. Non ne avevo intenzione, ma non avevo neanche scelta." Si asciugò una lacrima e si girò di schiena.
Harry aggrottò la fronte, c'era qualcosa nel modo in cui aveva detto "lei" che non riusciva a spiegarsi, come se fosse qualcosa che aveva sempre voluto, ma non ha mai potuto avere.
"Lei?"
Draco non rispose. Sfoderò la bacchetta, da cui uscì un cerchio di luce che emise una voce femminile.
Diceva: "Ron... Seguimi... Ron... ".
Harry riconobbe in un attimo la voce di Hermione. Era stato lui a riunirli, vent'anni prima.
"Hermione... Dopo tutto questo tempo?" Harry sorrise. Quella frase aveva qualcosa di familiare. "Mi sento come Silente." Pensò.
Draco si voltò e lo guardò negli occhi. "Sempre". Disse, lasciandosi sfuggire un'altra lacrima.
Anche questo ad Harry fece tornare alla mente un ricordo.
Alla destra di Harry la porta d'entrata si spalancò. Una bella donna ancora col viso da ragazza entrò bruscamente nella stanza, in mano aveva una lettera. Hermione aveva un'aria preoccupata e forse lasciava trasparire anche un po' di rabbia, ma su un viso come il suo non si direbbe. I due la guardarono, esterrefatti. Harry riconobbe immediatamente la lettera proveniente da Hogwarts e, mentre lei la sventolava velocemente nella mano, parlò.
"La professoressa McGranitt ha mandato una lettera... è successa una cosa..." Poi notò Draco piangere, l'espressione sul suo volto cambiò e s'interruppe. "Che succede? Perché Draco piange? Non è mai una bella cosa quando Draco piange. L'ultima volta è morto Silente." Mentre lo indicava, osservando Harry, il suo viso preoccupato diventò quasi terrorizzato e i suoi occhi marroni si strinsero un po'.
"Cosa dice la lettera, Hermione?" Chiese Harry, facendo prendere tempo a Draco per ricomporsi.
"Albus e... Albus e Scorpius sono stati messi in punizione..." Spiegò Hermione. "Sono... sono andati nella Foresta Proibita e hanno... ecco..." Ma non riuscì a completare la frase, ancora sconvolta dall'aver visto Draco piangere.
"Insomma? Cosa hanno fatto i nostri figli?" Domandò Draco, una volta ricomposto, forse a voce troppo alta.
Hermione indecisa se continuare si guardava intorno spaventata, come se potesse trovare da qualche parte nel suo ufficio il motivo per cui piangesse. Poi parlò.
"Hanno incontrato delle persone. Albus è in infermeria e dorme. Scorpius si rifiuta di parlare, però. La McGranitt spera che con noi parlino... Lei ha ha aspettato ad avvertirvi perché... All'inizio non sembrava così grave." Notando l'espressione di Harry, come a dire "e che aspettiamo?" lei parlò di nuovo, uscendo dall'ufficio. "Vado a chiamare Ginny."
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La Maledizione Dell'erede / Solo Più Interessante
Fantasy"Delle lacrime inumidirono le dita del piccolo Potter, cosicché lui lo strinse a sé. Scorpius stava guardando in viso l'uomo morto. Aveva gli occhi persi ma sembrava guardasse il cielo della notte. La bocca semichiusa come se stesse per urlare qualc...