Capitolo 12 - Abbiamo Chiuso?

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La colazione procedette liscia e senza intoppi, solo una buona manciata di silenzi imbarazzanti quando Thor si azzardava a fare allusioni alla notte nella foresta. A quanto pareva Loki non aveva nessuna intenzione di parlare della sua vita privata con i suoi genitori, nonostante fosse chiaro sapessero più di quanto lasciavano intendere.

Thor aveva smesso di fare battutine non appena un chicco d'uva aveva deciso di spiccare il volo e colpirlo proprio in mezzo alla fronte. Da quel momento in poi si era chiuso in uno stoico silenzio spezzato solo da sporadiche occhiate imbruttite verso Loki.

Dopo poco più di mezz'ora si alzarono per abbandonare il salotto e cominciare i loro doveri.

Thor la fermò sulla soglia.

«Prima di tutto, non prendere sul personale quello che è successo l'altra notte, è raro che Loki faccia cose del genere e è sempre un divertimento farlo impazzire...» sorrise, perdendosi un attimo nei suoi pensieri. Lei lo squadrò. «Ma non ci aspettavamo finisse in quel modo! Sono costernato, non era mia intenzione spiarti in un momento di intimità.»

Lei sospirò, arrendendosi. Non c'era nulla che poteva fare, ormai era successo. «Va bene. Sei un piacione ma non un meschino bastardo... ti perdono!»

«Bene! E volevo proporti di scendere in cortile a metà pomeriggio. Sif sarebbe felice di battersi di nuovo con te e anche gli altri.»

Lei era evidentemente stupita. «Grazie... Farò un salto sì!»

«A dopo allora!» E trottò via dal corridoio, salutando bonariamente ogni serva che incrociava.

Sigyn scosse la testa e sorrise. Come poteva restare arrabbiata con lui? Thor era troppo buono, Loki invece...

Si voltò per cercarlo ma era scomparso.

Ovviamente aveva fatto buon viso a cattivo gioco per fare un piacere alla madre, non era stato affatto felice della sua presenza lì. Era successo di nuovo. Si era illusa dell'esistenza di qualcosa che non c'era; e ora soffriva. Doveva smetterla di illudersi.

Scivolò via lungo il corridoio a testa bassa mentre un grosso nodo cominciava a stringerle la gola e gli occhi si riempivano di lacrime. Le pizzicavano e bruciavano, voleva piangere come non faceva da tanto ma tentò di fermare quell'istinto. Non emise neanche un gemito mentre le lacrime le rigavano lente e calde le guance, accumulandosi sotto il suo mento.

Perché non riusciva smettere di piangere?

Usò il dorso della mano per asciugarsi il viso mentre girava un angolo, senza mai alzare lo sguardo.

Urtò contro qualcosa. Anzi qualcuno.

«Mi dispiace, io-» la voce le tremava mentre alzava rapida gli occhi per oltrepassare l'ostacolo.

«Sigyn eccoti... che succede?» Loki. Porc-

«Niente.» Non gli avrebbe di certo detto che piangeva perché il principe di Asgard, dio dell'Inganno, si era dileguato senza nemmeno rivolgerle la parola. «Devo andare...» Tentò di superarlo ma lui le bloccò di nuovo la strada e tese le braccia verso di lei. «Cosa?» chiese frustrata. Altre lacrime le rigarono il volto.

«Volevo solo parlare con te. Ti stavo aspettando» le disse. Lei lo guardò negli occhi incredula. Era stato... sincero, privo di malizia e sarcasmo.

«Mi stavi aspettando?» sussurrò sconvolta. Qualcosa dentro di lei esplose così potente che era sicura i suoi occhi stessero brillando.

«Sì. Non volevo interrompere la tua piccola conversazione con Thor, il bel principe; sembravi compiaciuta.» Pensava che stesse flirtando? Spalancò la bocca per rispondere a Loki ma si bloccò e abbassò di nuovo lo sguardo. Riuscì a sentire l'aria farsi più fredda e senza neanche guardarlo capì che il suo umore era cambiato radicalmente. Le afferrò le braccia e la costrinse a incrociare il suo sguardo preoccupato. «Ti ha fatto qualcosa? È colpa sua?» chiese intendendo le sue lacrime.

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