Il giorno successivo lei fece come era scritto nella seconda parte della lettera e si diresse al chiostro interno subito dopo aver dimesso i due soldati che avevano passato la notte nella sala degenza. Aveva scoperto di possedere una stanza a palazzo: una semplice stanzetta provvista di un letto e una scrivania, sullo stesso piano dello studio.
Il chiostro era illuminato dalla luce del giorno e i rami dell'albero centrale era smossi dalla leggera e fredda brezza mattutina. Non c'era nessuno.
Si avvicinò al tronco dell'albero, per passarvi sopra una mano: voleva solo toccare uno dei tanti nodi scuri che lo percorrevano, per passare il tempo, ma appena si fu avvicinata abbastanza da poterlo sfiorare uno dei rami frustò l'aria e il mondo si capovolse. La gonna le coprì il viso e dovette scostarla per riuscire a vedere qualcosa. Un cappio era stretto intorno alla sua caviglia e la teneva sollevata da terra di quasi 2 metri, la gonna sollevata mostrava i pantaloni sopra al ginocchio che erano inclusi nella sua uniforme.
«Ma che diamine...» borbottò cercando di raggiungere la corda.
«Pensavo non saresti più venuta.» Loki si mostrò aggirando una colonna davanti a lei.
«Sei stato tu!?» chiese dimenandosi mentre lui si avvicinava. Lui per tutta risposta sorrise maligno. «Fammi scendere!» urlò allungando le mani afferrarlo. Gli passò attraverso e lui svanì. «Loki?» chiese confusa.
«Dietro di te.» Lei provò a voltarsi ma non poteva. La corda ondeggiava con lentezza e non riusciva a guardarlo completamente.
«Perché?» chiese affannata.
«Deve esserci un motivo?»
«Per appendere una persona? No! È una pratica così comune...» disse mentre cercava ancora di sollevarsi.
«Mi hai accusato di non dar peso a chi è intorno a me, tenendo i piedi in più scarpe...» le spiegò, girandole intorno. «Effettivamente il mio comportamento può risultare... meschino, diciamo così.» Ora la fronteggiava, i loro volti erano allo stesso piano. «Ma non sono io l'egoista. Tu hai subito pensato che io lo facessi per te, a causa tua... non per me stesso...» continuò arricciando una ciocca dei suoi capelli cadenti intorno alle dita. «C'è un vantaggio nell'essere liberi, nel non avere, per usare la tua metafora, entrambi i piedi intrappolati nella stesse scarpe, anzi nell'avere sempre un piede libero e centinaia di possibilità, senza precludermi nulla. Tu, per esempio, hai la mente chiusa, non sei agile o malleabile: sai di essere solo in parte intrappolata eppure non sfrutti tutte le possibilità che possiedi» concluse, facendo un passo indietro.
Lei lo fissò. Non erano lì per scusarsi, si stava aprendo con lei... nel modo più subdolo e enigmatico possibile, naturalmente. Sospirò: questo è il massimo che potevo aspettarmi...
Lui non sembrava essere intenzionato a tirarla giù. Sospirò di nuovo, doveva risolvere l'enigma.
Il suo piede era bloccato, se fosse riuscita a raggiungere il nodo avrebbe potuto scioglierlo, ma non riusciva ad arrivare abbastanza in alto. Se solo avesse avuto più slancio... L'altra gamba era completamente libera.
La stese e caricò aprendo quasi ad angolo retto, prese un profondo respiro, stese le braccia e poi gettò la gamba indietro facendo una spaccata in aria e utilizzando lo slancio per sollevarsi verso il nodo. Afferrò la corda con una mano e con l'altra riuscì a sciogliere il nodo che le legava la caviglia.
Rimase appesa alla corda con una mano e guardò Loki che sorrideva a pochi metri da lei.
Si lanciò su di lui dall'alto con l'intento di atterrarlo ma lo attraversò. Un'altra illusione?
Si voltò guardandosi intorno e lui era lì, seduto pigramente sul ramo più basso, ma comunque molto in alto, dell'albero. Leggeva uno spesso e vecchio tomo dall'aria complicata. Dopo neanche un secondo dal suo atterraggio chiuse le pagine con un tonfo sordo e il tomo sparì in un alone di luce verde, poi voltò quegli occhi color smeraldo su di lei. «Ben fatto» le disse, ondeggiando le gambe. Lei si avvicinò posizionandosi proprio sotto di lui e lo guardò. Loki in alto, lei a terra, troppo lontana per poterlo raggiungere, esattamente come doveva essere e come sarebbe sempre stato. Non aveva senso provare a raggiungerlo, ne aspettarsi che lui si sarebbe abbassato per lei o per chiunque altro.
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The Sun will Shine on Us
Fanfiction"Era una ragazza come tante altre, non aveva nulla di speciale se non il fatto che tentasse in ogni modo di rendere ordinario tutto ciò che in lei c'era di più straordinario." La fine della storia la conosciamo tutti... Ma come è iniziata?