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L'esperienza traumatica che avevo avuto con il mio primo vero fidanzato mi spinse a pensare.

Fino ad allora, avevo avuto la smania di innamorarmi, avere una relazione e cose del genere. Invece, mi resi conto che c'era altro:

1) per quanto un amore potesse essere genuino, il vero amore non sarebbe durato per sempre e andandosi a trasformare nel tempo in una relazione di rispetto reciproco;

2) basare la propria vita sull'esperienza amorosa era un grosso sbaglio. Vivere la vita non voleva dire trovare l'amore.

3) gli ormoni fanno pazzie: quindi non avei preso troppo sul serio quello che sarebbe successo in quegli anni e avrei vissuto la mia vita come una normale adolescente.

In sunto: divertiti senza impegnarti e impegnati solo se credi ne valga la pena.

Basta romanticizzare la prima volta. Quello giusto potrebbe non arrivare mai, quindi perché precludersi l'opzione del divertimento solo per aspettare?

L'estate del 2016 iniziai a fumare. Non le sigarette, non mi piaceva il sapore del tabacco, bensì le canne. L'erba mi piaceva, aveva un buon sapore.

Con il solito gruppo di amici nerd, avevamo organizzato un'apericena proprio nel paese in cui viveva il mio pusher di fiducia. Verso le undici chiesi a Luca, l'amico col la patente, se potevo fare un salto a "rifocillare il magazzino" e lui mi diede l'okay.

Mi ci volle poco ad aprire la chat su Telegram con il mio fornitore.

Nora: Ehi, sono qui a M. Non è che posso passare a prendere un po' di caffè?🍁💕
Io sto qua al baretto

Manuel: Certo, io sto proprio al parchino, dentro la panda🤙🏿 ti aspetto

Salutai i miei amici dicendo che sarei ritornata al massimo dopo mezz'ora e pagai quelli che avevo bevuto.

L'aria fresca della serata estiva mi investì gambe, braccia e petto, lasciati nudi dal vestito che avevo deciso di indossare quella sera.

Ci misi cinque minuti per arrivare al parchetto e trovare la panda verde vomito del mio pusher. Tutto intorno, come al solito, il vuoto.

Bussai al finestrino dell'auto anticipando l'entrata in macchina.

«Ehi» salutai, passando subito i soldi. «Come va?»

«Mah,» sospirò lui dandomi le cime dovute «una merda. A C. hanno arrestato Mike.»

«E allora che cazzo ci fai qui? Non è pericoloso?»

«Nah, fortunatamente ha lanciato via il cellulare prima che lo beccassero. Da quel che mi ha detto sua sorella, aveva capito di essere nei guai.»

«Che merda.»

«Eh già.» Solo allora so degnò di passarmi la canna che stava fumando. «Te invece? Non ti ho mai vista vestita così...»

Feci un sorrisino soddisfatto. «Visto? Anche io so trovare dei vestiti che mi stanno.»

«Seh, certo. Guarda che ti si è slacciato un bottone della scollatura.»

Guardai in basso e notai che aveva detto giusto. «Per questo sopra il reggiseno ho messo una fascia. Così se l'abito si slaccia non si nota più di tanto.» Sì, mi ero preparata all'eventualità che quel pezzo di stoffa mi tradisse.

«Peccato» disse con sguardo languido.

Ci fissammo negli occhi per qualche secondo. Aspettò che finissi la canna lanciandola fuori dal finestrino e poi mi sussurrò: «Vieni dietro.»

Indicava con la testa la parte posteriore della macchina.

«Senti, io non l'ho mai fatto» risposi. Non ero impaurita o che. Ero eccitata del fatto che qualcuno mi desse quel tipo di attenzioni. E non me ne fregava nulla se non provavo niente per Manuel.

Avevo sedici anni. Volevo fare sesso.

«Per me non c'è problema.»

Farlo in macchina è scomodo.

Ma farlo in una Panda è terribile.

Non sono confusa [✔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora