3: "E non mi sarei trasformato in una cheerleader!"

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Gli occhi verdi dell'uomo si muovevano nell'imponente sala, analizzando ogni minimo dettaglio.

Si era svegliato da diverse ore, ma non si era ancora abituato alla maestosità della stanza.

La luce della luna, passante da un grosso buco dal soffitto, si rifletteva sulle pareti in oro bianco.
Nonostante i deboli riflessi emanati, poteva chiaramente capire che ci fossero delle figure incise su di esse.

E così, a malincuore, si alzò da quel morbidissimo divano, posto accanto a una gigantesca vetrata, e iniziò a incamminarsi verso la parete.

Più si avvicinava, più i soggetti diventavano nitidi.

Ogni passo che compiva sembravano evidenziare il silenzio, totalmente surreale, che aleggiava nella stanza, mentre l'eco faceva riecheggiare il rumore delle scarpe che entravano in contatto con il pavimento in marmo.

Ora era arrivato a pochi centimetri dal muro e riusciva a distinguere perfettamente le linee.

Storse il naso e, mentre tracciava i contorni di queste con il polpastrello del dito, la sua bocca lasciò uscire un'imprecazione degna di Dean Winchester.

Le figure, benché avessero forme del tutto uguali alla sua, non avevano nessun senso.

Chi mai divorerebbe un bambino in fasce?

E la situazione peggiorò ulteriormente quando, diverse forme più in là, vide una donna, adulta e con una specie di armatura addosso, uscire dalla testa di un uomo.

Subito, nella mente del signore, cominciò a prendere forma il dubbio se, la notte precedente, avesse ingurgitato una qualche strana bevanda alcolica.

Ma poi si tranquillizzò al pensiero di essere andato a letto dopo aver bevuto una tazza di latte caldo con un po' di miele.

Ma successivamente si fece prendere dal panico perché, se non aveva ingerito nulla di alcolico, aveva davanti agli occhi immagini che, diciamoci la verità, non avevano nulla di normale?

Ogni supposizione che faceva, dopo, sembrava essere infondata.
Non avevano né capo né coda e, ben presto, la sua mente fu piena di confusione.

Era la sua immaginazione? Era un sogno? Era un'illusione?

Sì. Avrebbe potuto esserlo.
Avrebbe potute essere tutto un frutto della sua mente e, da lì a pochi minuti, si sarebbe svegliato nel suo letto. Sarebbe andato in cucina a salutare la sua famiglia, composta solamente dal suo cane Felpato, e la sua giornata sarebbe trascorsa come al solito.

Sì. Era proprio così, che sarebbe andata!

E così di diresse verso al centro della stanza e si sedette sul pavimento, con un sorriso a contornargli il volto.

Aspettò che la fine del sogno arrivasse e che i suoi occhi si aprissero.
Aspettò di vedere il soffitto di colore grigio scuro della sua camera da letto.

Aspettò così tanto fino a che, alla fine, si rese conto che tutto quello era vero.

Tutto quello che stava vivendo, che stava toccando, che stava guardando, non era un'illusione.

Era tutto reale.

A partire dalla luna in cielo alle persone sulle pareti.

E mentre si portava le mani alla testa, tirandone i capelli, si chiedeva perché si fosse seduto su un'aquila gigante

***

Le mani di Luke vagavano sul volante della macchina.

Erano nei guai, e il ragazzo stava già pensando a innumerevoli scuse e alibi che potessero giustificare la terribile azione che avevano appena compiuto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 26, 2020 ⏰

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