quattro

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"hey, possiamo parlare?" disse jeno. le parole uscirono dalla sua bocca prima che riuscisse a fermarle e il resto di loro stava aspettando di uscire.

renjun alzò lo sguardo dagli snack che stava prendendo dal cassetto nella cucina di jeno, sembrando colpevole. "giuro che non ero serio quando ho detto che assomigli ai moai."

jeno aggrottò le sopracciglia. "huh?"

"cosa?"

"non è - ho bisogno di dirti una cosa."

"oh." renjun chiuse il cassetto e si mise dritto, guardando jeno mentre giocava nervosamente con le sue maniche. "spara."

le parole erano ancora lì ma jeno non sapeva quale avrebbe dovuto dire per prima. prese un respiro, perse la testa, iniziò di nuovo. sembrava impossibile adesso.

"non puoi tirarti indietro." disse renjun.

"prometti che sarai serio?" chiese jeno. "mi sta mandando fuori di testa."

"uh, certo."

"okay, umh, ho una crush."

gli occhi di renjun si spalancarono. "oh mio dio, per chi?"

se era stato difficile ammetterlo a se stesso ed era ancora più difficile dirlo ad alta voce a qualcun'altro, anche se era solo renjun. specialmente perché era renjun.

"chi è?"

jeno non riusciva a dirlo, semplicemente guardava renjun. la sua gola era piena di - qualcosa, parole, lacrime, non lo sapeva. era troppo, troppo stretto. era così fottutamente stressato. se avesse aperto la bocca avrebbe tirato fuori tutto e jeno aveva paura che sarebbero state lacrime al posto di un nome.

"jeno," disse renjun. la sua espressione era dolce, era l'opposto di quel che jeno si aspettava, e questo lo rendeva ancora più difficile. "jeno, è na jaemin?"

jeno annuì. ecco perché renjun era il suo migliore amico: a volte semplicemente sapeva delle cose. a volte sapeva delle cose su jeno che neanche lui sapeva, come in quel momento, quando renjun gli diede un abbraccio di cui non sapeva neanche di avere bisogno.

tutto quanto - la sua confessione, la reazione di renjun e il fatto che oh dio, jaemin gli piaceva così tanto - lo raggiunse e lo colpì violentemente. il tocco di renjun era una crepa nella barriera che si era creato e jeno sentì un attacco di panico arrivare e non cercò neanche di fermarlo. sentì l'ansia schiacciare il suo petto e scuotere le sue ossa finché non c'era più aria da respirare.

"va tutto bene," disse renjun lasciando che jeno nascondesse il volto nel suo collo e facendo dei cerchi sulla schiena di jeno cercando di calmarlo. "respira con me, è tutto okay."

______________

si sedettero sul letto di jeno più tardi, con le gambe incrociate uno davanti all'altro.

"quindi," iniziò renjun, ancora dolcemente ma con un pochino di allegria. "na jaemin, huh?"

jeno alzò le spalle. era troppo stanco per essere imbarazzato. nessuno ti diceva quanto fossero stancanti gli attacchi di panico, nessuno ti diceva niente dell'ansia in generale. "non è colpa mia che lui sia così gentile."

༄ we can be braverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora