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era strano essere in casa di jaemin prima che la festa iniziasse. jeno sentiva l'anticipazione nell'aria, la quiete prima della tempesta.

gli piaceva, esclusa l'agitazione. jaemin continuava a correre su e giù dalle scale, vedendo il sorriso di jeno ogni volta che passava davanti cucina dove jeno stava preparando le bottiglie, i bicchieri e snack.

jeno credeva che jaemin avesse invitato anche alcuni dei suoi amici per farsi aiutare ma quando arrivò erano solo loro due. quando jeno glielo chiese jaemin aveva semplicemente alzato le spalle e aveva detto. "tutti i miei amici sono inutili." poi aveva sorriso e fatto un occhiolino a jeno aggiungendo "tutti escluso te."

jeno era arrossito ed aveva ridacchiato, cercando di tenersi occupato.

la festa sarebbe iniziata tra poco. l'oscurità fuori si schiacciava contro le finestre facendo sembrare l'interno della casa più piccolo ma anche più luminoso. c'erano delle luci soffuse in tutte le stanze e la musica si stava già diffondendo per la casa. i genitori di jaemin erano usciti poco prima per andare ad una festa nel vicinato.

jaemin andò in camera e si cambiò. indossava una camicia grigio scuro che sembrava un po' argentea, aveva lasciato tre bottoni aperti da cui si intravedeva la sua clavicola. stava bene, come sempre, e sorrise a jeno come se lo sapesse. "grazie per avermi aiutato."

"di niente." jeno spostò lo sguardo ed esitò un po'. "posso chiederti una cosa?"

"certo."

"perché esci sempre con me quando hai tantissimi amici più fighi?"

jaemin rise un po'. "molti dei miei amici sono davvero rumorosi. tu sei silenzioso e mi piace. mi fa sentire come se non dovessi sforzarmi così tanto. inoltre loro non sono assolutamente più fighi di te."

"oh, davvero?"

"credo che tu sia davvero una bella compagnia, jeno."

forse era il modo in cui aveva detto il suo nome ma jeno poté sentire le sue orecchie arrossire. "uh, grazie."

"vuoi un drink?"

"aspetterò gli altri."

jaemin non rispose, si versò qualcosa da bere e lo bevve tutto in un sorso. "iniziamo."

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jeno non capì cosa successe. un momento prima era da solo in cucina con jaemin e quello dopo era vicino a renjun che stava urlando qualcosa a jisung che stava ballando nel centro di una piccola folla. tutto era rumoroso e illuminato, jeno sentiva l'alcool iniziare ad avvolgerlo come un serpente. c'era una sorta di ansia che non lo faceva rilassare, neanche quando renjun lo trascinò via dalla pista da ballo per andare a prendere degli snack.

"che ti succede?" chiese renjun e jeno alzò le spalle.

"credo di aver bisogno di un altro drink."

"mangia qualcosa prima o starai male più tardi. jaemin ha detto qualcosa di strano?"

"no, non è niente." non era niente. era un mix di sentimenti strani, gli stessi sentimenti che avevano perseguitato jeno nell'ultimo periodo, escluso il fatto che credeva di aver finalmente capito cosa significassero. escluso il fatto che non poteva essere, doveva essere qualcos'altro perché questo - questo non poteva accadere. non a jeno.

"andiamo allora." disse renjun e jeno lo seguì in cucina. era affollato e molto diverso da quando jeno era stato lì un'ora prima e sentiva di soffocare. avevano dovuto spingere per arrivare al bancone e renjun fece un drink per jeno, probabilmente assicurandosi che non fosse troppo forte. era abbastanza pietoso in realtà.

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