2. Confronti

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Dopo il gala ovviamente non ho scelto nessuno, dopo quell'episodio con Jean non ho proprio la forza di parlare con un altro uomo che non sia lui. Se non ho voglia di parlare, figuriamoci sposarlo, fare figli e... altre cose che non sto a specificare. Quando mio padre l'ha saputo, la sua reazione non è stata una delle migliori. Prima di tutto mi ha chiesto di presentargli il nuovo erede al trono di Francia. Gli dissi che non avevo scelto.

«Figlia ingrata!» – sbraitò il re guardandomi con odio puro – Sapevo che avrei dovuto buttarti nella Senna fin dal primo momento in cui ti ho vista in fasce. Credi che tu sia un aiuto verso il nostro regno? Cosa potrai mai combinare tu, che ti metti a parlare con un servitore svedese eh? Proprio nulla! Sono troppo vecchio per regnare, è solo per questo motivo che voglio lasciare il regno nelle tue mani; ma tu vedi di fare la regina come si deve! Altrimenti mi rivolterò nella tomba e ti verrò a tormentare nei tuoi peggiori incubi, essere inutile!» con gli occhi pieni di lacrime scappai nella mia stanza, dove sono tuttora. Che padre spregevole... perché mia madre è andata con lui? Ah giusto: matrimonio combinato, quell'orribile matrimonio combinato. Ecco perché vedo la regina mia madre sempre infelice, con gli occhi così vuoti. È succube di mio padre; è solo grazie alla bellissima regina Annabelle che non sono crudele e spietata come il re. Da lui ho solo ereditato i profondi occhi blu, che affascinano a mia insaputa molti uomini. Una mano che picchietta sulla porta della mia stanza mi fa immediatamente alzare dal mio sontuoso letto a baldacchino sul quale ero comodamente sdraiata. Apro la porta e mi ritrovo Louise.

«Va tutto bene principessa? Ho sentito il re Xavier alzare la voce.» dice con voce pacata la mia dama da compagnia, ormai vicina ai quarant'anni ma ugualmente bellissima. I miei occhi non possono fare a meno di riempirsi di lacrime amare, che non riesco a cacciare indietro. Mi siedo sul letto affondando il viso tra le mie mani, scoppiando in un pianto silenzioso. Alzo poi gli occhi, Louise mi guarda con compassione e si siede accanto a me nel letto.

«Avanti Marianne ditemi tutto: cosa vi turba?» domanda dolcemente accarezzandomi una guancia. Quanto vorrei essere una persona senza emozioni come lo è il re mio padre. Eviterei inutili delusioni, inutili pianti, inutili speranze verso le persone che mi circondano. Mi sale una tale rabbia ripensando alle sue parole.

«Oh Louise... mio padre è così insensibile. Al gala non ho scelto nessuno, non... non riesco ad accettarlo!» dico con voce spezzata, tornando ad affondare il viso nelle mie mani, come se in questa maniera tutta la mia sofferenza svanisse.

«Che cosa non riuscite ad accettare?» domanda lei perplessa, spalancando gli occhi dopo il mio innalzamento di voce.

«Credo di essermi invischiata in un amore impossibile, Louise. Ho parlato tutta la sera con un servitore svedese. È così bello, ha degli occhi e un sorriso che mi mozzano il fiato. Mi ha fatto stare così bene ieri sera, l'ho visto per così poco e come una sciocca l'ho fatto entrare nel mio cuore.» confesso pronta a subire le conseguenze.

«State scherzando Marianne?! In questo mondo non c'è spazio per i sentimenti, basti vedere la regina vostra madre. Se non lo fate subito uscire dal vostro cuore non vi darete pace fino alla morte. Credetemi, so bene di cosa sto parlando.» esala guardandomi con un leggero disappunto. Io sono stupita dalla sua ultima affermazione. Come fa a saperlo? Cosa mi nasconde Louise?

«Louise, cosa significa che sapete bene di cosa state parlando? Che intendete dire?»

La donna abbassa il capo sospirando e mi guarda:

«Non penso che dovrei dirvelo, ma ormai penso sia giusto che lo sappiate. Tempo fa anche vostra madre prese una sbandata per un signorotto locale. Era già sposa e regina di vostro padre, ma a lei non andava bene per niente. Il re si sfogava su di lei, arrivava anche alla violenza, perché vostra madre aveva partorito voi, una femmina. Cercò quindi, in ogni momento libero, di sfuggirgli e di andare da lui, da Joseph. Joseph, come vi ho detto prima, era un modesto nobile, senza particolari qualità se non quella di preoccuparsi per vostra madre. Anche lui aveva gli occhi blu e la cosa la infastidiva, non voleva che la persona che era stata costretta a sposare avesse lo stesso colore degli occhi della persona che amava veramente. Ma sapete cosa successe Marianne? Vostro padre, molti anni dopo, lo scoprì. Neanche io so che fine abbia fatto. Quindi vi prego, siate ragionevole!»

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