Secret Garden

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Lo chiamavano Secret Garden. Vi chiederete cos'è? Dov'è?

Notoriamente chiamato così, questo "giardino segreto" non è molto noto ai turisti e si rivela perfetto per una tranquilla passeggiata a due.

Si trova verso l'Inner Circle a Regent's Park.

Era stata una notte, quella appena trascorsa, di lunghe ricerche. Cercavo qualcosa di intimistico per potermi avvicinare ad Alessandra per capire veramente la ragazza che avevo di fronte.

Già, perché non mi era affatto indifferente e volevo vedervi chiaro in questa questione calamitosa in cui mi ero trovato invischiato.

Quegli occhi castano chiaro parevano così semplici e dolci come profondi e misteriosi allo stesso tempo.

Quello sguardo così timido e tempestoso sembrava celare spine pericolose a cui sentivo di dover fare attenzione.

Ero attratto dalla sua figura e dal suo naturale imbarazzo quando in una semplice frase tento di osare qualcosa in più.

Avevo bisogno di vederci chiaro, ero curioso di arrivare alla fine di quel tunnel - all'apparenza senza fine - per capire se ne è era davvero valsa la pena.

Ero pronto a rischiare, a mettere in gioco un bel pezzo della mia vita perché diciamocela tutta, chi me l'avrebbe fatto fare?

Io una donna in Italia che mi aspettava l'avevo. Annalisa mi voleva bene e si sarebbe gettata tra le fiamme più pericolose pur di stare con me, ma io sentivo di voler cercare quel "quid" in più.

‹‹ Dove mi hai portato? Non si trova neanche l'entrata. ››

Si stava guardando intorno cercando di capire in quale strano luogo l'avessi trascinata.

‹‹ Secondo me era meglio la metro...››

Ecco la sua sfiducia verso il modo o molto più semplicemente verso il genere maschile.

Sospirai.

‹‹ Possibile che non mi dai un briciolo di fiducia?›› mi sentivo punto sul vivo.

È vero la conoscenza era quella che era, ma pensavo di meritare una piccola possibilità. Quel piccolo scatto la lasciò interdetta. Stava per proferire parola, la anticipai.

‹‹ Guarda bene, secondo me qualcosa trovi.››

‹‹ Cosa? La pentola d'oro?››

‹‹ Un po' meno!›› le risposi sorridendole.

Vidì suoi occhioni cercare ovunque, passare in rassegna ogni minimo dettaglio anche quello più insignificante quando vide un alto cancello in metallo nero stagliarsi davanti a lei.

‹‹ Ah ma è un semplice cancello? ››sembrava quasi ci fosse rimasta male.

‹‹ E cosa credevi?››

‹‹ Niente ma da come ne parlavi sembrava ci fosse chissà quale strana apertura!››

Mi venne spontaneo scoppiare a ridere, poi vedendo la sua faccia trasformarsi in un espressione rabbuiata, modificai il tiro.

‹‹ Scusami non ti volevo mancare di rispetto, ma non è che forse leggi troppi libri?››

Decise di guardarmi senza rispondermi.

Avrei forse dovuto arrendermi? Forse non saremmo mai andati d'accordo. Quelle continue frecciatine non facevano bene a nessuno dei due.

Decisi di resettare e ritentare nuovamente, forse sarei stato più fortunato.

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