V - Alec?

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Mi crollò il mondo addosso. Adesso avevo capito tutto e se era davvero così, speravo di sbagliarmi. Tutto d'un tratto mi sentii infuocare dentro ed ebbi come la sensazione di esplodere da un momento all'altro, dovevo dire qualcosa prima di scoppiare.

«quindi voi mi state dicendo che mi trovo in questo posto circondata da un labirinto con mura altissime e non sapete come uscirne? Ci avete provato almeno? No perché mi sembra che vi siete adattati molto bene, non vi è mai passata per la testa l'idea di andare via da qui?» dissi tutto d'un fiato. Ero arrabbiata, il motivo? Non lo sapevo, ma sentivo ribollirmi il sangue e dovevo sfogare la mia ira su qualcuno.

«non vi siete stancati di questo posto? Avete intenzione di morire rinchiusi come cani o pensate di uscire in qualche modo?» urlai ancora, non riuscivo a fermarmi, era come se qualcosa si fosse impossessato di me e avesse preso il controllo della mia lingua, in più vedevo Gally che si stava irritando a ogni parola che dicevo e Minho preoccupato per il mio strano comportamento.

«mi avete sentito?» agitai una mano davanti alle loro facce come per svegliarli da quel loro stato di trance «a quanto pare no, o forse sono matta e non ho sentito la vostra risposta?» dissi ironica «sono qui solo da qualche ora e mi sembra già di essere impazzita, non voglio passarci il resto della mia vita!» gridai infine e sentii un leggero pizzico al collo, ma non ci feci caso. Mi preoccupava di più l'espressione di Gally che sembrava volermi uccidere all'istante.

«ma ti stai sentendo? Ragioni quando parli? Ti abbiamo accolta come una di noi e tu cosa fai? Ci urli contro. Mi sa che hai veramente qualche problema» disse il ragazzo e lo vidi allontanarsi velocemente. Mi girai confusa verso Minho, l'unico che era rimasto vicino a me.

«ma sta bene quel ragazzo?» lo guardai divertita e lui fece segno di no con la testa.

«ha passato la Mutazione e l'ha cambiato radicalmente... ti spiegherò più avanti che cos'è, adesso non capiresti, ti posso solo dire che ha trascorso tanto tempo in infermeria a contorcersi e urlare dal dolore, non era un bello spettacolo» disse sospirando.

«senti Minho... io che cosa ho fatto tutto il tempo in infermeria? Ho solo dormito o... che ne so, ho detto qualcosa nel sonno?» chiesi curiosa ma improvvisamente mi sentii attanagliare da un peso enorme, avevo paura che qualcuno avesse abusato di me mentre ero svenuta «M-Minho, non è che qualcuno mi ha fatto qualcosa mentre dormivo? Nel senso... non è che ha...» non riuscii a terminare la frase che iniziai a respirare più velocemente, ero l'unica femmina in una piccola Radura circondata da cinquanta ragazzi -alcuni anche più grandi di me-, avrebbero potuto farmi qualsiasi cosa!

«che intendi? Se è quello che penso no, stai tranquilla. Nessuno ti ha toccata, Newt è stato quasi tutto il tempo con te in infermeria e ha evitato che gli altri entrassero. Solo io, Alby e Alec abbiamo potuto entrare di tanto in tanto per vedere come stavi» tirai un sospiro di sollievo a quelle parole e rallentai il respiro. Come mai Newt mi aveva fatto da guardia del corpo? Lo conoscevo appena, anzi, l'ho solo guardato per due secondi e poi sono svenuta tra le sue braccia... e poi ha detto quel nome, Alec, uno dei pochi che non avevo ancora conosciuto.

«chi è Alec?» chiesi ignorando il resto, se davvero Newt mi aveva protetta dagli altri ne ero grata, ma non volevo far pensare a Minho che mi piacesse, chissà cosa avrebbe raccontato in giro...

«ah giusto, non hai ancora avuto modo di incontrarlo. È un ragazzo alto con gli occhi verdi, appena lo vedi lo riconosci. È l'intendente degli arcieri» feci una faccia confusa, cos'era un intendente? Quando glielo chiesi mi disse solo che era come il capo di un certo mestiere, "quello che dirige" mi aveva spiegato e naturalmente io non avevo capito.
Non mi ricordo niente del mio passato eppure ho scoperto una mia caratteristica: la stupidità.

«questa parte sui lavori è tutta confusa nella mia testa... quanti mestieri ci sono? Quali sono? Con tutte le cose che mi state raccontando sto andando nel pallone!» ridacchiai e mi sedetti per terra a gambe incrociate. Minho fece lo stesso e si mise contro il muro appoggiando le braccia sulle ginocchia.

«ognuno di noi qui ha un compito fondamentale: ci sono i velocisti che mappano il labirinto, i costruttori che si occupano di riparare o costruire qualsiasi cosa, i medicali che sono una sorta di dottori e gli squartatori si occupano del macello degli animali. Ci sono poi gli insaccatori che sono come delle guardie, nessuno ha mai capito cosa fanno veramente, gli spalatori sono quei pive che non sanno fare niente e quindi puliscono i bagni, la cucina, le docce eccetera eccetera, gli scavatori si occupano dei lavori pesanti negli orti e i cuochi... beh cucinano. In realtà qui di "vero chef" ce n'è solo uno, si chiama Frypan ma penso tu l'abbia già conosciuto. L'ultimo mestiere, anche se non si può definire davvero così, è l'addestramento. Alec, il ragazzo di cui ti ho parlato prima, dirige gli allenamenti, ci fa da mentore e ci insegna a costruire archi e a tirare, è un tipo simpatico, quando avrà finito la sua sessione con Chuck lo conoscerai» mi raccontò. Troppe cose, davvero troppe.
Sei una genia, adesso hai la testa ancora più incasinata. Perché cavolo gliel'ho chiesto!?

Annuii anche se non avevo capito praticamente niente e cercai di riordinare le parole nella mia testa. Tra tutto quello che aveva detto afferrai solo il concetto degli arcieri e di Alec, mi incuriosiva parecchio. In realtà era quello che mi era rimasto più impresso, non mi ricordavo già più le differenze tra costruttori, spalatori e dottori -o in qualunque modo si chiamassero-.

«quindi... dovrò fare qualcosa anch'io?» chiesi quando ebbe finito di parlare.

«proprio cosí... e dato che sei una ragazza ti lascio l'onore di scegliere da quale lavoro iniziare la prova» disse appoggiando la testa contro la parete.
Adesso lo picchio. Posso, vero?

«pensi che se sono una ragazza ho più vantaggi degli altri? Che dato che sono più debole devo essere più agevolata? Nossignore, io non sono così» dissi decisa incrociando le braccia. Minho si tirò su raddrizzandosi con la schiena e mi guardò per qualche secondo negli occhi.

«non penso questo! Credo solo che un po' di ospitalità ti faccia bene, guardati intorno, sei l'unica femmina in tutta la Radura!» esclamò «è questo il motivo per cui ti lascio scegliere, non perché ti ritengo debole e incapace, anzi, mi sembri una ragazza forte e di sani principi.» esordì lui, sembrava sicuro di ciò che stava dicendo, ho presupposto che stesse pensando veramente quello che aveva appena detto e smisi di insistere.
Io? Una ragazza forte? Ero di tutto tranne che forte...

Adesso però dovevo pensare a quale mestiere scegliere, da quale potevo iniziare? Direi che l'addestramento avrebbe potuto essere il più interessante, però per una ragazza come me forse non era proprio adatto...
Al diavolo, non me ne frega niente.

«tiro con l'arco, scelgo il tiro con l'arco» dissi decisa, avrei di sicuro ficcato una freccia nell'occhio a qualcuno ma... tanto valeva la pena provare.

«ok fagio, allora andiamo subito dal nostro arciere»

the experiment - тнє мαzє яυηηєя ƒƒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora