XIV - litigi

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Per poco non caddi dal recinto dallo spavento. Scesi dal pezzo di legno e guardai confusa la figura che aveva parlato, Gally. A quanto pare ce l'aveva con me e a dirla tutta lui non era uno dei miei preferiti. Bene, covavamo un odio reciproco.

Si avvicinò a grandi falcate verso di me e mi guardò negli occhi furioso, mi dava l'idea di un cane con la rabbia.

«tu.» ripeté diminuendo la distanza tra me e lui. Che intenzioni aveva? Iniziava a spaventarmi seriamente, ma non indietreggiai, non potevo sempre dare a tutti l'impressione di essere quella debole solo perché ero femmina.

«cosa c'è?» chiesi mentre ordinavo mentalmente ai miei piedi di non cedere e stare fermi sul posto.

«sapevo che mi stavi nascondendo qualcosa» disse Gally fermandosi a pochi centimetri da me. Riuscivo a sentire il suo alito nauseabondo talmente era vicino in quel momento.
Dio che schifo.

«ho già detto che non so niente» nascosi il tremolio nella mia voce con un leggero colpo di tosse, provando in qualche modo a non fargli notare che stavo mentendo.

«e io ti ho già detto che non ti credo» continuò Gally «ma ora che ne ho le prove... posso dimostrare che non sei così onesta ragazzina» si fece scappare un ghigno di vittoria, cosa voleva dire? Quali prove?

«non so di cosa tu stia parlando...» dissi portando il piede sinistro indietro in caso trovassi una via di fuga da quel discorso, letteralmente parlando.

«ah davvero? E che mi dici della tua magica visione sul nuovo fagio svenuto? O forse ti sei semplicemente dimenticata di raccontarla all'adunanza?» dichiarò sarcastico.

ah
merda.

Le opzioni erano due: o quel traditore del biondino aveva spifferato a tutta la Radura il mio segreto oppure quel ragazzo in infermeria accanto a Thomas era sveglio e aveva sentito ogni singola parola...

«posso spiegare Gally...» indietreggiai, non potevo farci niente, i miei piedi si muovevano da soli.

«cosa vuoi spiegare? Cerchi ancora di mentire, vero? Scommetto che sai tutto di questo posto e che sei una cazzo di spia dei Creatori!» urlo così forte da farmi sobbalzare. Lo guardai terrorizzata, continuavo ad allontanarmi ma ogni passo che facevo lui annullava la distanza che avevo formato.

«ammettilo» ringhiò digrignando i denti «ammettilo!» ripeté più forte dandomi uno spintone che mi fece cadere per terra. Un forte dolore mi prese la schiena e sentii gli occhi inumidirsi, cosa voleva farmi? Il panino di Chuck rotolò lontano da me, come se non volesse assistere alla scena.

«no Gally non sono una spia!» gridai con le lacrime agli occhi. Ero arrabbiata e impaurita, lo osservavo dal basso con l'espressione di chi non sa cosa sarebbe successo, come potevo saperlo? Era un pazzo, un pazzo.

«che caspio succede qui?» esclamò un raduraio di cui non ricordavo il nome.

«fatti gli affari tuoi Clint» sbraitò Gally senza staccare gli occhi da me; lanciai un occhiata a quel Clint supplicandolo di aiutarmi con lo sguardo. Vedevo l'indecisione in lui, non sapeva da quale parte stare.
Si guardò intorno e anch'io feci lo stesso sentendo comunque lo sguardo di Gally addosso. Stavano arrivando altri ragazzi, ci avranno sentiti gridare. C'era anche Minho, almeno un volto abbastanza conosciuto.
Grazie al cielo.

«che succede?» il ragazzo orientale fece la stessa domanda di Clint avvicinandosi a me e mi aiutò a rimettermi in piedi. Dato che io ero una piuma e lui tutto muscoli non avrà sentito neanche il mio peso.
Magra.
Sono troppo magra.

Da quando avevo messo piede lì dentro non avevo toccato neanche una volta il cibo, non avevo mai avuto fame... ma adesso iniziavo a sentirla, percepivo il mio stomaco che si attorcigliava e mi venne un conato di vomito.
Non ora, non ora, non ora.
Non volevo vomitare davanti alla folla che si stava formando, non era di certo un bello spettacolo vedere qualcuno sputare l'anima.

Sentivo Gally che sbraitava contro Minho accusandomi di aver celato la verità ma il coreano non sembrò sorpreso, anzi mi sosteneva. Qualcuno stava dalla mia parte, altri davano ragione a Gally e Clint si unì "al mio lato", per così dire, dato che ora la Radura sembrava spaccata a metà.
C'era chi diceva che avevo fatto bene a nascondere la visione del novellino e chi pensava che avrei dovuto dirlo fin da subito.

Io nel mentre cercavo di seguire il discorso, ma i radurai parlavano tra loro, facevano baccano e non riuscivo a intromettermi in una conversazione che se ne formava una seconda dall'altra parte. Mi tenevo lo stomaco con le mani perché la fame aumentava di secondo in secondo e i conati si fecero più forti, resistevo a stento. Non capivo perché sentivo il bisogno di vomitare, di solito lo si ha quando mangi troppo o quando fai attività fisica dopo un pasto abbondante... come faccio a sapere queste cose se non mi ricordo niente?
Pensieri pensieri e ancora pensieri, la mia testa è dominata dal caos.

Ma a quanto pareva le voci urlanti dei radurai, la fame e i ricordi inesistenti non erano abbastanza, si aggiunse un rumore fortissimo a confondere ancora di più la situazione in quel momento. Cercai di seguire quel suono, ma proveniva da ogni parte... l'unica cosa buona fu che aveva zittito gli altri ragazzi. Cercai Minho spaventata, la sola persona che mi venne in mente in tutto quel casino, il quale mi corse in contro vedendo il mio sguardo allarmato.

«cosa c'è?» chiese, senza capire il motivo della mia paura. Feci un giro su me stessa osservando tutta la Radura in cerca della fonte del suono e quando scoprii che erano i muri che si muovevano sgranai gli occhi.
I muri si stanno muovendo? Da soli?!

Minho continuava a non comprendermi, lo vedevo dal suo sguardo confuso. Indicai una delle quattro porte del labirinto e lui seguì il mio dito, ma continuava a non capire. Indietreggiai andando a sbattere contro il petto di parecchi ragazzi ma non mi interessava, volevo andarmene da lí. I miei occhi erano fissi sulla spaccatura nel muro che ormai si era ridotta a una piccola fessura fino a chiudersi completamente con un tonfo. Uno strano senso di claustrofobia si insinuò dentro me, mi sentivo davvero rinchiusa adesso. Perché i muri si stavano muovendo? Quale legge della fisica seguivano? E soprattutto, perché ieri non era successo niente?
Magari capita solo oggi o in un preciso giorno del mese...

Sentii il fiato accorciarsi, il mio cuore batteva all'impazzata, il mio stomaco brontolava e i conati mi perseguitavano ancora, non ce la facevo più. Gli altri sembravano così calmi, non riuscivo a capire.
Mi buttai praticamente a terra e svuotai tutto quanto, mi sembrò di vomitare anche i miei stessi organi. Cosa cavolo stava uscendo dal mio corpo se per giorni non avevo mangiato niente? Sapevo solo che dovevo continuare fino a che non sarebbe rimasto più nulla, come se vomitando espellessi anche i pensieri opprimenti, la paura e le brutte sensazioni. Quando finii sentivo di essermi liberata di tutto, ero... vuota.

Mi passai una mano sulla bocca alzandomi e mi accorsi che qualcuno mi stava tenendo i capelli. Mi ero completamente dimenticata che non ero sola, che imbarazzo.

Mi girai verso il resto dei ragazzi con un'espressione che io stessa non sapevo che interpretazione darle. Dispiacere? Disagio? Boh. Però i Radurai non stavano guardando me, ma il ragazzo alla mia destra che mi teneva i capelli. Lo guardai e il mio cuore mancò di un battito.
Thomas.

✈︎

ʜᴇʏ ʏᴏ!
come state? spero bene. scusate l'assenza, ma mi trovavo a un punto che non sapevo come continuare e non avevo idee. Questo capitolo non è bellissimo, ma vi assicuro che tra un po' ne arriverà uno ghbfberufdjn.
ricordatevi di lasciare una stellina⭐
vi amo ciao

the experiment - тнє мαzє яυηηєя ƒƒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora