Capitolo 15

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"Ricordi."

«Ehi Artù! Da quant'è che non ci si vede... come va?» domando incontrandolo per i corridoi della scuola

«Bene. Tu come ti senti?» domanda preoccupato

«Sono in ottima forma, non vedi?» dico sfoggiando i miei muscoli 

«Sai com'è... sei uscita dall'ospedale solo ieri, dopo un mese di coma, è normale avere qualche dubbio.» ammette

«Ma non c'è ne bisogno, mi sento benissimo. Anzi, ti dirò di più mi sento meglio di prima che accadesse tutto.» ammetto

In effetti è così, da quando mi sono risvegliata mi sento davvero in ottima forma, va tutto bene, tutto tranne una cosa.

Da quando mi sono svegliatami sento un vuoto nel petto e quando mi sforzo di pensare a cos'è accaduto prima che svenissi mi fa male la testa e devo interrompermi.

E' come se qualcosa mi impedisse di ricordare...

«Mmm... fingerò di crederci, ci si vede dopo a pranzo, ok?» sembra più una supplica che una domanda

«Certamente.» confermo entusiasta

«Questo tipo mi piace. Più della tua solita compagnia -so a chi sta ammiccando- ma lo terrò comunque d'occhio.» mi avvisa mio fratello alle mie spalle con un'aria al quanto inquietante

«Ma tu devi seguirmi proprio tutto il giorno?» domando imbarazzata

E' da quando sono uscita dal coma che non fa altro che seguirmi come un ombra, mi lascia da sola solo quando devo andare in bagno.

«Ovvio che si.» mi informa alzando il mento altezzosamente

Quando fa così proprio non lo sopporto, somiglia me.

«E' necessario?» alzo le sopracciglia speranzosa

«Come l'ossigeno.» dice con l'aria di uno che non accetta contraddizioni

«A lezione però non puoi seguirmi, tu sei un anno avanti.» preciso mentre lui strabuzza gli occhi

«Ti aspetterò qui d'avanti ancor prima che tu ti accorga che l'ora è finita.» sembra più una minaccia che una promessa.

Lo guardo ancora un po' per capire cosa gli passi per la testa e poi entro in classe.

Il professore mi guarda con pietà come tutti in classe d'altronde, ma io cammino a testa alta e mi siedo nell'unico posto libero.

«Oggi studieremo l'inizio di tutto.» inizia il professor Woody

«Secondo una leggenda, gli angeli, così come anche i demoni derivano dagli Dei.» continua facendo delle espressioni buffe mentre spiega e suo folti baffoni bianchi non lo aiutano a fatto.

E' così buffo.

Scoppio a ridere.

«C'è qualcosa che non va signorina Cielo? Se qualcosa la fa ridere ce lo dica, così ridiamo anche noi.» mi riprende il professore di storia chiamandomi per cognome

«No, affatto è solo che ero felice di ascoltare questa lezione. Ho letto così tante volte questa storia, mi piace moltissimo.» mento in parte.

Adoro questa, storia mi ricorda la mia conversazione con Atena, o meglio, il sogno che ho fatto, credo...

«Oh, sono felice di sentirglielo dire signorina, mi fa piacere avere una studentessa brillante come lei in classe.» mi elogia facendomi guadagnare le occhiate del resto della classe.

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