~4~

52 4 0
                                    

Butto il telefono lontano da me, non voglio più sentirlo ne vederlo.
Non posso credere che Sophia mi abbia fatto una cosa del genere, nemmeno da lei mi sarei aspettato così tanto odio.
Lo squillo ricomincia, ma ogni volta che rifiuto una chiamata ne arriva una nuova.
"Basta, vi prego, basta!" urlo, mentre le lacrime iniziano a rigarmi le guance. Lo prendo e lo lancio verso il capo opposto della stanza. Sbatte contro il muro e poi cade a terra, spegnendosi da solo, lasciandomi all'improvviso nel silenzio più assoluto, interrotto solo dai miei singhiozzi.
Mi porto le ginocchia al petto e di nuovo sento la gola bruciarmi e quella sensazione opprimente al petto.
Rimango fermo non so per quanto, guardando il sole calare oltre i tetti, finché la porta non si apre. Non mi volto, ma riconosco subito il profumo dolce e penetrante di mia madre. Mi stupisce il fatto che sia già arrivata, ma gliene sono grato.
"Come può essere così cattiva...?"
Non mi risponde, si siede al mio fianco e mi abbraccia.
"L'ha detto a tutti. A tutti. Spettava a me decidere il momento e a chi dirlo, non a lei" sospiro con le lacrime agli occhi.
"Ormai è successo, tesoro... Non devi preoccuparti degli altri, devi solo preoccuparti di te stesso, di stare bene"
"Ora mi tratteranno tutti come un malato..."
"No, sei il loro amico di sempre, sei Payton Moormeier. Ricordatelo."
Mi volto verso di lei e l'abbraccio.
Mi era mancata così tanto, devo ammetterlo. Non è facile starle lontano quando per sedici lunghi anni mi ha cresciuto da sola.
"Credo che mi servirà un nuovo telefono" rido.
"Ho notato" ride a sua volta, guardando ciò che resta di quell'ammasso di ferraglia che una volta conteneva messaggi e contatti. "Come stai?" sorride prendendomi il volto tra le mani.
"Abbastanza bene, le medicine fanno un po' male, ma mi hanno detto che è normale e durerà poco. Il resto lo sai"
"In che senso fanno male?" mi chiede preoccupata.
"Causano un po' di nausea e vomito tutto qui, stai tranquilla"
"Vuoi tornare a casa qualche giorno? Tua sorella è preoccupata per te, ma non riesce a venire a causa dell'università e del lavoro"
"Lo so, mi scrive tutti i giorni. Ma non voglio tornare a casa, mi sto facendo degli amici qui"
Mi guarda stupita, ma poi sorride. Ancora.
Non riesce davvero a farne a meno, in qualsiasi situazione riesce ad andare avanti con il sorriso sulle labbra, come se nulla fosse successo.
Vorrei avere la sua forza.
"Comunque... In questi giorni io e tuo padre stiamo firmando le carte del divorzio"
"Sì, me ne avevi parlato"
"C'è anche un'altra cosa..."
Rimane in silenzio per un attimo, poi abbassa lo sguardo.
"Mamma, che succede?"
Questa volta sono io quello preoccupato.
"Mi sto per sposare"
"Scusa?"
"Con Joshua. Mi ha fatto la proposta e io ho accettato..."
"Mamma, ma è stupendo..." sorrido "Devi raccontarmi tutto. Dopo quattro anni, mio dio"
"Sei sicuro che a te vada bene?"
"Ti ha sempre trattato bene, molto più di quanto facesse papà. Ti ha sempre dato tutto e ti rende felice. A me basta questo. E poi ha sempre trattato bene sia me che Faith"
Sorride e mi abbraccia. Sembra quasi che non lo dia più per scontato ora che rischia di perdermi, il che mi fa male da un certo punto di vista. Ma ora che sono privato della mia ampia libertà alla quale ero abituato, a tutto l'amore della mia famiglia disastrata ma allo stesso tempo perfetta, a tutti quelli che ritengo amici ma che forse non lo sono non ho tempo per pensare a quale gesto possa farmi male o meno. Ricambio l'abbraccio stringendola con quanta più forza ho in corpo, anche se mi sento debole.
"Ok, ho un'idea: settimana prossima usciamo fuori a cena. Io, te, Faith e Joshua. Ti va?"
"Io... Sì, mi va" sorrido, effettivamente felice. Però devo prima scusarmi con una persona"
"Uno dei tuoi amici?"
"Sì..." abbasso la testa.
"Se vuoi possono venire anche loro"
"Non ti da fastidio?"
"No amore, certo che no" mi da un bacio sulla fronte e mi scompiglia i capelli. "Mi farebbe piacere conoscerli" 
"sei la migliore mamma" 
"Lo so, ma ora vatti a scusare"
Mi alzo e mi dirigo fuori dalla stanza "Ah" dico tornando indietro "ho dimenticato di dire che sei anche modesta"
"Muoviti cretino!!!" ride.
Corro fuori dalla stanza e vado subito in quella di Avani, che riesco a vedere grazie alla porta aperta. E' seduta a gambe incrociate sul pavimento, con un libro in una mano e un contenitore da milkshake pieno di ghiaccio e thè nell'altra.
Entro senza avvisare e mi siedo subito davanti a lei.
"Payton..."
"Vuoi stare zitta una buona volta?" rido per poi baciarla. "Scusa per come ti ho trattata, non ne avevo il diritto"
"Io credevo-"
"Lo so, ma non è quello che intendevo, mi dispiace. Tu mi piaci e abbiamo passato letteralmente ogni giorno insieme, perciò ritengo di conoscerti almeno un minimo. E so che mi piaci, quindi ti prego, perdonami"
Rimane in silenzio per un po', poi unisce nuovamente le sue labbra alle mie.
"Però..." le prendo il contenitore dalle mani "Questo non ti fa bene"
"Ma hey!!" cerca di riprenderlo.
"Ti prego, voglio solo che tu stia meglio"
"Tu mi fai già stare meglio"
"Sì, ma-" mi mette a tacere con un bacio.
"Ragazzi..."
Ci voltiamo di scatto e Noen è sulla porta.
"Oh mio dio!!!" ci alziamo di scatto.




Spazio Autrice

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, scusate per il ritardo <3

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 21, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

StayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora