Anticipando Il Bacio di Klimt

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Dopo la mostra di Cole passò circa un anno in cui la nostra coppia si dilettò tra baci all'ombra dei peschi, conversazioni disparate e sorrisi imbarazzati in pubblico.

Anna e Gilbert erano sempre più affiatati: ormai si erano accorti anche i sassi che tra loro non vi era più la rivalità di un tempo, almeno non quella astiosa, dettata però anch'essa dalla ricerca di scontro.

Giocavano a rincorrersi nel bosco e lungo il fiume, come fossero ancora bambini e non giovani adulti. Si sfidavano con lo sguardo, si provocavano di continuo con battute sarcastiche e gesti maliziosi.

Se qualcuno li avesse visti, li avrebbe sicuramente ritenuti pazzi, oltre che immaturi.
Eppure se c'era una cosa che entrambi amavano era proprio comportarsi in maniera candidamente irragionevole quel paio d'ore al giorno, liberi di essere loro stessi, senza pensare al giudizio altrui.

Soprattutto Anna, che si era ritrovata a dover affrontare fin da piccola le malelingue e gli insulti ingiusti verso di lei.
Aveva trovato con il tempo e non pochi problemi una vera famiglia e anche dei buoni amici, certo...

Ma trovare qualcuno che l'amasse fino infondo, nonostante il suo traumatico passato, il suo straparlare che tanti reputavano fuori luogo e le sue insicurezze era tutt'altra cosa.

Gilbert ammirava una forza di volontà in lei che la stessa Anna stentava a vedere. Non sarebbe mai stata grata abbastanza al mondo di averle concesso un dono così prezioso come il ragazzo che ora stava a due passi da lei.

Era solo merito suo se finalmente stava riuscendo ad amarsi completamente.

Si buttò su di lui e lo baciò con tutto il sentimento e l'intrapendenza di cui era capace: solo un piccolo gesto per cercare di ricambiare almeno un poco la gioia che le regalava ogni giorno.

Il corvino sembrò sorpreso all'inizio, tanto che si sbilanciò per un secondo. Anna a volte era imprevedibile, questo era vero, ma solitamente nei momenti di intimità risultava sempre un po' ansiosa ed era spesso Gilbert a dover fare il primo passo tentando di farle sgombrare la mente.
Quella sera al tramonto sulla scogliera, invece, dava l'impressione di essere veramente serena e a suo agio.

<< Ascolta, Anna... c'è una cosa di cui volevo parlarti da un po'. >> cominció lui cauto.

<< È una novità brutta o una bella? >>

<<Mmh, diciamo che questo non dipenderà da me, ma da come reagirai tu piuttosto. >>

La rossa corrucció la fronte: odiava non capire.
<<Ahhh, quando fai così non ti sopporto! >> rispose lei, facendo poi una pernacchia scherzosa al corvino.

<<E va bene, andrò dritto al punto...>> si inginocchiò ai suoi piedi e la guardó intensamente negli occhi chiari.
<< Vuoi t-tu, Anna Shirley-Cuthbert, unica donna che sappia farmi uscire di testa, in tutti i sensi eh, unirti a me in matrimonio, rendendomi l'uomo più felice dell'universo? >> le propose emozionato, ma pur sempre un filo irriverente, mentre le porgeva una corona di fiori di magnolia.

Anna rimase a fissarlo con le guace rosse come pomodori maturi, alternando lo sguardo da lui al pegno d'amore che teneva tra le mani.

Ora si spiegava anche cosa continuava a nascondere ogni volta che lo sorpendeva aggirarsi da solo nei pressi della pianta.
<< I-io non s-so che dire... sei, sei sorprendente... >>

<<Lo so, sono fantastico modestamente.>> si pavoneggió lui.
<< Allora... questo è un sì? >>

Anna strabuzzó gli occhi, ancora spaesata dalla domanda improvvisa di prima.
<< Ma certo che sì, sciocco! Ovvio che ti sposo!>>

Gilbert sorrise come mai aveva fatto prima d'ora e le mise quella coroncina che si era tanto impegnato a costruire.
Nonostante l'apparenza, valeva più di qualsiasi anello di diamanti per Anna.

D'altro canto le magnolie erano i fiori che più per la rossa rappresentavano bellezza e purezza, quindi regalargliele era un gesto pregno di significato, a maggior ragione se andava a suggellare una promessa di matrimonio.

Anna si strinse a lui e nascose il viso nell'incavo del suo collo.
<< Mi fai imbarazzare tantissimo, lo sai che odio diventare dello stesso colore della tua poltrona...>>

<<A me piace, significa che per te sono importante.>>

Il corvino si abbassó alla sua altezza e le baciò il collo mentre con la mano sinistra la accarezzava dalla spalla fin sotto l'orecchio.
Anna si lasciò andare completamente a lui, aggrappandosi alla sua camicia per cercare di non cedere con le gambe per l'emozione di averlo così vicino.

<< Ti amo immensamente... >>
<<Anche io Gilbert, anche io. >>

E li lasciammo così, ancora illuminati parzialmente dagli ultimi raggi dorati del sole e circondati da un lieve manto fiorito, vivere quel momento di massimo romanticismo, che avrebbero ricordato con tenerezza fino alla fine dei loro giorni.







ANGOLO DELL'AUTRICE

Per la verità avevo deciso che sarebbe stata solo di un capitolo, visto che l'idea era nata d'improvviso una sera e non prevedeva un continuo.

Ma vedendo quanto vi era piaciuta questa storiella scritta di getto, ho pensato di darvi un piccolo spin-off.
Siccome il quadro citato di Klimt è stato dipinto nel 1907/1908 non potevo inserirlo veramente nella trama, ma ho provato a integrare qualche riferimento.

In particolare mi ha ispirato la copertina della canzone "il Bacio di Klimt" di Emanuele Aloia, raffigurante proprio due ragazzi che ricordavano i nostri due protagonisti.

Spero vi sia piaciuta!

Un Dipinto Miracoloso // Chiamatemi AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora