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Era giunto il momento.

Oggi era il giorno.

Benji aveva bisogno di parlare con Jorge. Seriamente questa volta. Aveva bisogno di riposte. Voleva sapere perchè non poteva toccarlo. Perchè aveva trovato una sua foto in un libro che risaliva al 1972? Aveva il diritto di sapere. Conosceva Jorge da quasi un mese ora. E questo lo stava uccidendo dentro. Voleva sapere. Voleva afferare e stringere la mano di Jorge e abbracciarlo.. e baciarlo. Perché cazzo, Benji si era innamorato.

Si erano dati appuntamento alle 19 al parco. Era la sera di capodanno. La famiglia di Benji non festeggiava mai i capodanni, quindi non aveva bisogno di restare a casa quel giorno. E poi, moriva dalla voglia di guardare i fuochi d'artificio in compagnia di Jorge.

'Eccoti qua! Hey tu!' risuonò contenta la voce di Jorge rompendo il silenzio. Benji voltò la testa e quando incontrò i suoi occhi color miele, un sorriso si fece strada sulle sue labbra.

'Buon anno' sospirò Benji studiando il ragazzo che si stava avvicinando. Poteva vedere la sua camicia rosa e la sua maglia spuntare fuori dalla grande giacca invernale. Indossava anche un berretto che proteggeva i suoi ricci dal freddo gelido. Era pallido in faccia e sembrava che stesse morendo dal freddo nonostante fosse ben abbigliato.

'Hai freddo? Vuoi la mia sciarpa?' chiese Benji, incominciando a sfilarsi la sciarpa usata e riusata.

'No no! Puoi tenerla. Non ho freddo, infatti, sto cuocendo dal caldo. Se vuoi posso darti io qualcosa' rispose Jorge indicando le mani rosse e tremolanti di Benji. Benji alzò le spalle e infilò le mani dentro le tasche. 'Non preoccuparti piccoletto'

Jorge annuì e sorrise. 'Okay, ma se ti serve qualcosa. Non esitare' disse puntando un dito.

'Lo farò. Però..Uhm..Possiamo parlare seriamente per un secondo?' chiese Benji facendo un cenno verso la panchina.

'Certo, che succede?'

'Non voglio assolutamente attaccarti in nessun modo.. ma perché non posso toccarti?' chiese Benji sedendosi sopra la panca gelida. 'Sai mi lavo le mani quindi non è che disperdo germi!'

'Oh no, lo so.. non è quello' Jorge si grattò il collo. 'Benji..io'

'E poi.. giuro che non sono uno stalker.. ma un giorno sono andato in biblioteca e ho trovato questa foto di te. Il problema è che l'ho trovata in un libro del 1972?.. sono solo confuso' Benji tirò fuori la foto stropicciata dalla tasca e la mostrò a Jorge.

Jorge guardò la foto con occhi spalancati. 'Devono essersi sbagliati alla grande'

Benji tenne lo sguardo fermo sul ragazzo per un lungo tempo. Il silenzio era così rumoroso che iniziava a far male alle orecchie di Jorge. Non voleva guardare Benji, non ne aveva il coraggio.

'Perchè mi stai mentendo?' si spezzò la voce di Benji.

Jorge finalmente guardò Benji e vide i suoi occhi riempirsi di lacrime. Oh no.

'Benji-'

'No! Questo è fottutamente ridicolo! Non posso toccarti, non posso abbracciarti, non posso sapere neanche dove vivi! Cazzo! Non è che voglio entrarti in camera e scopare! Voglio solo sapere dove posso trovarti! Questo mese è stato il mese più bello e il più brutto della mia vita e.. e credo che mi sto innamorando di te. Però è una stronzata se non posso neanche toccarti e forse è perchè mi trovi disgustoso o-'

'Smettila!' gridò Jorge facendo fermare Benji.

'Io- io non ti trovo disgustoso!' disse Jorge cacciando via le lacrime. 'E che.. è che io n-'

'Okay, mi dispiace.. Non devi rispondermi' annuì Benji e si alzò dalla panchina, indicando  Jorge di seguirlo. 'Andiamo a vedere i fuochi?'

Jorge alzò lo sguardo e annuì 'Okay'


'È bellissimo' ansimò Jorge guardando il cielo. Fuochi d'artifico colorati di ogni tonalità, illuminavano il cielo buio della notte. 'Grazie per avermi portato qui. Non sono mai andato a vederli. Mia madre pensava che i piccoli pezzi potevano finirmi negli occhi quando cadevano'

'Sfottila' mormorò Benji facendo una smorfia, guadagnandosi una risata dal piccoletto.

'Buon anno Jey'

disse Benji girandosi per guardare il ragazzo negli occhi. Jorge ricambiò lo sguardo e sorrise calorosamente, facendo mancare il respiro a Benji, che si sentí travolto da farfalle nello stomaco.

'Buon anno Benjamin'

Benji curvò le labbra in un sorriso e fece dei passi in avanti, continuando a guardare il modo in cui il ragazzo tratteneva il sorriso.

E poi, si fece coraggio, fece un grande sospiro. Allungò il braccio e delicatamente, posò la mano sulla guancia di Jorge, si sporse ancor di più e finalmente potette premere le sue labbra sulle sue.

Almeno fu quello che pensò di aver fatto.

Perché quando toccò Jorge, la sua mano e le sue labbra attraversarono il suo corpo. Benji sussultò quando non sentì alcuna pressione. Fece dei passi indietro, allontanandosi immediatamente dal ragazzo.

'Ma che cazzo?!' per poco non gridò mentre guardava Jorge, che non faceva altro che diventare sempre più pallido. Infatti, era diventato quasi bianco e aveva questa strana aura blu che gli brillava attorno.

'Benji-'

'No, ma che cazzo- CHE CAZZO È QUESTO PERCHÈ TI HO- JORGE? PERCHÈ TI HO' Benji non riusciva a realizzare. Faceva fatica a respirare.

'No, no shh shh è-'

'Non parlare! Sei.. Non sei real- Sei.. Fanculo!' gridò Benji e sentì che poteva svenire da un momento all'altro. Subito dopo, si alzò dal prato e iniziò a correre.

Jorge non gridò il suo nome. Non lo seguì, rimase lì immobile a guardar Benji correre, mentre si allontanava sempre di più. E Benji, in fondo, non voleva che lo seguisse.

Corse e corse

Con le lacrime che gli disegnavano le guance, corse finchè non sentì le gambe bruciare ad ogni passo che faceva, finché non si sentì consumare dalla fatica, i suoi polmoni svuotarsi completamente.

Corse e corse

E mentre correva, gli sembrò di sentire di nuovo il suono lontano di un piano. Lo stesso brano che aveva sentito quel venerdì sera al matrimonio. La stessa maledetta melodia che continuava a sentire ripetersi ovunque andasse. La melodia di Jorge.
Era un incubo vero?

Poi ad un tratto si fermò e si abbassò per rigettare tutto in un cespuglio in mezzo alla strada. Si coprì la bocca continuando a tossire, finché non sentì la mano bagnarsi e sporcarsi di sangue, che gocciolava dalle narici del suo naso.
Stava andando fuori di testa.

Ma poi riprese a camminare

E non si voltò per controllare se Jorge era lì, perché Benji non voleva vederlo. Camminò, finché non raggiunse casa sua. Si trascinò per le scale, per poi entrare in camera sua.

Si coricò sul letto.

Il suo cuore batteva a raffica e non sembrava volersi calmare. La sua testa non smetteva di girare ed era talmente piena di
pensieri, ricordi, bugie
che credeva di poter esplodere.

Non sapeva più a cosa credere.

Ma trovò il modo di chiudere finalmente gli occhi e di addormentarsi. 

Cadendo in un lungo, lungo e profondo sonno.

Dormì come se nulla fosse mai successo.

intoccabile //benjeyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora