Capitolo 7

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Ora mai mancava poco ed avrei rivisto mia mamma, mi mancava davvero tanto

avevo già sistemato tutto, sia il lavoro che mio padre, questa però non sarebbe stata una norrmale vistia perchè avrei conosciuto il compagno di mi mamma e sua figlia, ero appena arrivato davanti a casa di Michael, appena suonai il campanello mi aprì sua madre con un gran sorriso che ricambiai. 

- Harry, vieni entra- mi disse- Michael è in camera scende subito- disse sorridente 

- okay- ricambiai il sorriso,dopo circa cinque minuti di urla da parte della madre lo vidi scendere e ci dirigemmo subito fuori 

- Allora questo fine settimana, festa?- mi chiese sorridente 

- No- gli risposi secco per poi accendermi una sigaretta 

- Come no?- 

- Sono da mia mamma- 

- E quanto ci stai?- chiese curioso 

- Un mese- 

- Un mese? e con il lavoro? e con tuo padre?- 

- Sai ho delle ferie e posso gestimele come voglio, e ho lasciato dei soldi a mio padre- gli risposi 

- Comunque ho una sorpresa per te- dissi voltandomi verso Mike

- Cioè?- disse grattandosi la testa

a quel punto tirai fuori una busta dal giubbotto e gliela passai

- Mi devo spaventare?- disse ridendo 

- Zitto e aprila ti piacerà sicuramente- 

non appena l'apri gli si illuminarno gli occhi 

- Ma..non ci credo davvero è mio?- disse con gli occhi lucidi 

- E secondo te sto un mese senza il mio bro?- dissi ridendo- E poi a Londra non ci sta una certa Isabel?- lo spintonai leggermente

- Grazie- disse per poi abbracciarmi 

- Okay, dai ora vai a preparare la roba che partiamo domani pomeriggio- dissi per poi allontanarmi, non per essere stronzo ma non amavo le dimostrazioni d'affetto.

- Okay vado, grazie Bro!- disse per poi avviarsi verso casa e così feci anche io.

- Hey pà! sono a casa- urlai entrando per poi poggiare le chiavi sul tavolino alla mia destra 

- Ha chiamato tua mamma, ha detto che ti aspetta all'aereoporto domani sera- disse senza guardarmi- Quando avevi intenzione di dirmi che parti?!- disse sbattendo con forza il bicchiere sul tavolino di fronte a lui.

- Parto, ecco te l'ho detto- dissi sbuffando

- Non fare lo spocchioso, ragazzino- disse alzandosi 

- Ragazzino? se non fosse per me che mi faccio il culo a lavoro tu non avresti una casa!- gli urlai contro 

- Mamma aveva ragione, sei solo un coglione- dissi abbasando la testa 

- Bene! allora prendi la tua roba e vattene, come ha fatto tua madre!- mi urlo avvicinandosi 

- Ottima iea- dissi per poi scansarlo ed andare nella mia stanza

Entrai in amera sbattendo la porta, tirai fuori dall'armadio le mie valige e ci misi tutta la mia roba, senza preoccuparmi di ripiegarla, finalmente non avevo nessuno a cui badare, dopo circa 15 minuti uscii dalla mia stanza per avviarmi verso la porta, mio padre era tornato a sedersi su quella stupida poltrona dove lo trovavo tutte le sere, ci guardammo per un secondo negli occhi e poi uscii, non avrei mai più rimesso piede in quella casa.

555 km tra noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora