parte ventitre

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Continuo a girarmi e rigirarmi nel letto, sono le quattro e quarantacinque del mattino e io non ho chiuso occhio.

Come avrei potuto, del resto?
Soprattutto, perché diavolo non avevo ammesso a Luca la stessa cosa che lui aveva ammesso a me poche ore prima?

Non avevo ancora una risposta a quella domanda, perché altre cento avevano bloccato i miei pensieri e la mia mente così tanto da non riuscire a dormire.

È davvero innamorato di me?
Come ha fatto, cos'ho di speciale?
Perché invece di riempirmi di complessi come al solito non gli ho detto "ti amo anch'io?
Ho rovinato tutto o posso rimediare?

Stavo letteralmente impazzendo, così decisi di alzarmi da quel letto prima che mi sentissi sempre peggio, e guardando l'ora mi lavai e cambiai velocemente, prendendo lo zaino e le cuffiette.

Scrissi un piccolo bigliettino che lasciai sul letto, dove avvisavo mia madre che sarei uscita prima, e mi chiusi delicatamente la porta alle spalle, attenta a non fare rumore.
Afferrai le chiavi del motorino, e decisi di partire verso l'unica direzione che avrebbe potuto tranquillizzarmi, il mare.

Dopo dieci minuti circa arrivai a destinazione, fortunatamente non era lontano da casa e alle cinque e mezza del mattino il traffico non è di certo un problema, così parcheggiai il motorino e con il casco cominciai a camminare, diretta verso la sabbia.

Soltanto quando mi tolsi le scarpe e misi i piedi sulla sabbia gelida, ebbi la sensazione di sentirmi leggermente meglio. Il sole stava sorgendo, e pensai che uno spettacolo così bello l'avevo visto poche volte.

Come facciamo la sera ad andare a dormire tranquilli, sapendo che ogni volta puntualmente ci perdiamo una vista del genere?

L'alba sarà sempre il mio momento preferito della giornata, e il fatto di averlo vissuto poche volte lo rende ancora più speciale.

Mi venne in mente di nuovo Luca, e con il rumore delle onde del mare in sottofondo semplicemente mi chiesi perché per me era stato così difficile rispondere alla sua confessione.

Sicuramente, le volte in cui avevo ricevuto delusioni nella mia vita erano state più numerose di quelle in cui avevo invece potuto sorridere sinceramente, e con il cuore leggero.

I miei genitori mai troppo presenti non mi avevano facilitato la vita, questo sì, ma facevano il possibile per volermi bene a modo loro.
Non posso incolparli perché lavorano per darmi una vita facile, è da stupidi.

Poi mia sorella Dalila, mi aveva lasciata proprio in un momento delicato per me, quando avevo cominciato a frequentare Davide circa un anno fa. Non potevo dire nulla nemmeno a lei, aveva semplicemente scelto di inseguire il suo sogno, anche se purtroppo quest'ultimo non includeva l'avermi vicina.

E poi Davide, quel ragazzo che, per quanto abbia rappresentato per me il primo tutto, in realtà non credo sia mai stato davvero qualcosa. Soprattutto per il modo in cui mi aveva presa in giro, dopo esser stato a letto con me, per poi andare a dire a tutti che sono una facile.

Non mi è mai importato nulla di ció che gli altri dicono su di me, a maggior ragione sapendo che si tratta di cazzate, ma nel momento in cui a tradirti è qualcuno che non ti aspettavi lo facesse, qualcuno a cui avevi -o meglio, credevi- di aver dato il cuore in mano, questo ti distrugge un po'.

Anzi, ti distrugge e basta.

Quindi mi viene inevitabile domandarmi, perché fidarsi delle persone? Se queste prima o poi, in un modo o nell'altro mettono sempre prima loro stesse? Non lo sapevo, e qui tutto il problema ricadeva su Luca.

Luca mi aveva presa letteralmente per mano, nel momento -anzi, periodo- difficile che stavo vivendo, in cui anche quando sei in compagnia ti senti sola, quando anche stare con le uniche persone di cui ti fidi al mondo, non riesce a renderti tranquilla al cento per cento.

Si era intrufolato nella mia vita con una velocità tale da non farmi nemmeno rendere conto di ciò che provo quando c'è lui nei paraggi, vicino a me o con me. Ogni qual volta che siamo insieme però, è come se il mio cuore riuscisse a respirare più leggermente.

Dovrebbe essere così l'amore, no?

Lui aveva avuto il coraggio di dirmelo, io invece, ancora una volta a causa della mia insicurezza non c'ero riuscita.

E sono stata una stupida, cazzo.

La realizzazione mi colpisce improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, come una doccia fredda.

Spalanco gli occhi, rendendomi conto del fatto che l'unica persona che nonostante mi avesse portato parecchi guai, era stata l'unica anche a prendersi cura di me, da quando mi aveva conosciuta. E io l'avevo allontanato.
Sbagliando tutto.

Mi alzai immediatamente dalla sabbia, come se qualcuno mi avesse appena dato una scossa.

Luca mi ama.

Presi il cellulare in mano, tentando di chiamare l'unico numero che avrei voluto mi rispondesse, ma naturalmente ciò non accadde, e il fatto che stesse cominciando a piovere non aiutò per niente il mio umore, già turbolento di suo.

Guidai dirigendomi verso casa sua, sperando con tutto il cuore di non sbagliare strada, perché il suo quartiere  lo conoscevo poco quanto niente.

Quando però mi ritrovai a camminare fra le parallele, riconobbi immediatamente la sua, e seppi orientarmi fino al suo portone.

E se stesse dormendo?
Cazzo, Silvia, sono le sei del mattino!

Cominciai a fare avanti e dietro sotto il suo portone, infischiandomene della pioggia, come un'eterna indecisa e come un'anima in pena, finché un rumore non distolse la miriade dei miei pensieri.

Era proprio il portone che si apriva, e malgrado sperassi che ad averlo fatto fosse proprio lui, la figura di sua sorella di palesò davanti ad i miei occhi. Era vestita e sembrava stesse per uscire.

"Silvia? Che ci fai qui? Mi hai fatta spaventare!" affermò, dopo avermi guardata per bene.

"Si scusami Eri... i-io cercavo Luca. Ho provato a chiamarlo ma non mi risponde." dissi, senza staccare lo sguardo dai suoi occhi curiosi, che cercavano inevitabilmente di capire cosa ci fosse dietro il fatto che mi stessi presentando sotto casa sua alle sei del mattino, e per di più sotto la pioggia.

"Ma come..non dormiva da te? Non è rientrato stanotte." mi spiegò, tramutando la sua espressione in preoccupata.

"Si ma abbiamo litig- beh abbiamo discusso ed è andato via. Volevo parlarci... ma sarà sicuramente da Ava o Lollo." dissi, provando a tranquillizzare più me stessa che lei.

"Si di sicuro... non preoccuparti vedrai che risolverete tutto." cercò di rassicurarmi,  ed io la ringraziai con un sorriso palesemente finto.

"Adesso devo andare o farò tardi a lavoro. Fai attenzione con questa pioggia!" mi disse poi, lasciandomi sola e allontanandosi.

Mi abbassai sedendomi sulle scale del pianerottolo, dove almeno i balconi mi riparavano dalla pioggia.

Mi ritrovai a pensare che magari non volesse essere trovato. Mi aveva detto che quelle parole erano state un errore... e se lo fossero state veramente? Oppure aveva detto così per il semplice fatto che fosse ferito?
Non lo sapevo, però sentivo la necessità di dirgli ciò che sentivo io, e soprattutto di guardarlo negli occhi.

Inviai un messaggio ad Ava, chiedendogli se Luca fosse con lui, però la risposta mi spiazzò.

Da Ava:
Silvia stiamo andando a Milano, Luca ha un contest.
Non voleva dirti nulla però mi sembra giusto avvisarti.

Decido di non rispondergli, tornando a casa, amareggiata.
Perché scappa da me?

Guai; Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora