I due ragazzi si alzarono dal pavimento, le loro bocche non osavano staccarsi, era Andrés a guidare i giochi, aveva attaccato l'altro al muro, lo baciava con tutto l'amore represso di questi anni, tutto l'amore che aveva scoperto di provare quando lo aveva visto piangere e lo aveva lasciato lì.
Ma anche durante gli anni che passavano e lui sentiva sempre più la sua mancanza.
Ed, ancora di più, quando lacrime hanno attraversato il suo viso, per poi finire sulla propria camicia, e queste lacrime erano per lui.
-Andrés, io non ti voglio obbligare a fare nulla, ho già sofferto abbastanza, e non reggerei un altro momento fantastico rovinato da un abbandono.
-Zitto, Martín, fa silenzio.
I due si incamminarono verso la stanza da letto baciandosi insistentemente, mentre Berlino palpava dolcemente il sedere dell'altro, costantemente rosso porpora all'altezza delle guance a causa di questo contatto che provocava in lui piccole scariche elettriche lungo la spina dorsale.
Andrés non riusciva ad essere stronzo con lui, o almeno, non adesso.
Non riusciva semplicemente a strappargli i vestiti di dosso ed a scoparlo come si fa con una di quelle sgualdrine che si trovano in discoteca o per strada.
Con lui voleva fare l'amore, qualcosa che non aveva mai fatto con nessuno.
Perché scopare, è sfogare i propri istinti carnali, e si fa con chi non conosci e con persone per cui non provi nulla, nessun sentimento.
Fare l'amore è più importante, è una prima esperienza anche dopo anni di sesso e scopate, e la prima sarà quella che ti rimarrà impressa.
Fare l'amore vuol dire che i propri corpi esprimono le volontà della propria anima, del proprio cuore, anche se è stupido da dire.
Fare l'amore vuol dire legarsi in tutto e per tutto, legare i propri sentimenti, i propri respiri, i propri battiti, attraverso questo atto che, se ci pensa bene, è come completare un puzzle con il pezzo giusto, dopo anni che ne provi tanti, e che mai nessuno di questi è quello perfetto.
Arrivati in camera, iniziarono a spogliarsi lentamente, con cura di non sgualcire nemmeno un indumento, e con cura di non sgualcire quel dolce momento.
Palermo era lì, sul letto, e subiva dei dolci baci lungo il collo, il petto, l'addome, ed anche la parte bassa di quest'ultimo.
Aveva gli occhi chiusi, la testa verso il dietro, era finalmente felice, dopo anni e anni di sofferenze.
Berlino molto spesso tornava sulle sue labbra, come per imprimere nella sua mente la dolcezza di questi pellegrini, così morbidi e pieni di se.
Poi chiese dolcemente, con uno sguardo timido, il permesso di farlo completamente suo.
E l'altro acconsentì, guardandolo ancora più intensamente negli occhi, e prendendogli la mano.
Andrés entrò delicatamente in lui, che sussultò per questa sensazione unica, e non parlo di un semplice cazzo che entra il lui, no, parlo della sensazione di aver trovato finalmente il pezzo unico e perfetto del puzzle.
Facevano l'amore, ma sempre con le loro labbra le une sulle altre.
Entrambi poi vennero all'unisono, e si addormentarono, segno che quello che hanno fatto, era amore vero.Salve raga, questo è un piccolo capitolo speciale, spero vi piaccia.
Se vi va, lasciate una stellina, alla prossima.
PS. Non abituatevi a tutta questa pace, finirà presto, ma almeno per ora, godetevi il momento.
Xoxo❤️
-mic
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Eri la mia luna - Berlermo -
Fanfiction-Anche la luna vive in funzione di qualcosa, qualcuno, il mare. Tu, Andrés, eri il mio mare.- Contiene scene non adatte ai minori. #1 - ilprofessore (15-maggio-2020) #1 - andrésdefonollosa (03-giugno-2020)