Capitolo 3

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Il tempo si era fermato e per un secondo Naruto temette che la sua mente gli aveva giocato un brutto scherzo confondendo l’uomo dentro la stanza con Sasuke, ma quando percepì il respiro di Sakura, stesa sopra di lui, mozzarsi e i batti del suo cuore, poco prima accelerato ed emozionato a causa sua, in quel momento rallentare e perdere ben più di un battito,  capì che Sasuke era reale e che in quel momento si trovava proprio davanti a loro o meglio sopra di loro e li guardava con la sua solita aria fredda e insensibile e con un sopracciglio alzato.

Non seppe perché, ma anche il suo cuore, come quello di Sakura alla vista del teme aveva perso parecchi colpi subendo una smorzata da record che lo fece, per la prima volta in vita sua, sbiancare e annaspare in cerca di quell’ aria che al momento pareva terribilmente rarefatta. Era strano per lui non riuscire a reagire davanti a Sasuke e ancora più strano era il fatto di non riuscire a proferire parola, la sola cosa che fece fu quella di stringere maggiormente al proprio petto Sakura che nel frattempo aveva preso a tremare come una foglia e aveva nascosto il viso umido di lacrime, Naruto ne era certo, nell’incavo del suo collo e le piccole e esili spalle che nascondevano una forza disumana, si muovevano in modo convulso, come se Sakura stesse lottando contro il disperato bisogno di singhiozzare.

Con lo sguardo Naruto seguì i movimenti di Sasuke che aveva preso a camminare lento verso la porta percorrendo tutta la lunghezza del suo corpo con passi piccoli e controllati, alla fine si fermò davanti la porta per poi girarsi verso di lui e con la punta del piede dargli dei calcetti al polpaccio destro come ad esortarlo a piegare le gambe affinchè lui potesse chiudere la porta.

Così fece.

Non appena Naruto ritirò le gambe costringendo Sakura a divaricare le sue mettendola a cavalcioni sui propri fianchi e mettendo in contatto i loro bacini scatenando in lui una sorta di gemito. Naruto sapeva, percepiva che al momento non poteva lasciare Sakura, non si sarebbe retta sulle sue stesse gambe, così si mise seduto per terra lasciando che Sakura portasse le gambe dietro la schiena e le incrociasse sul suo bacino, poi la sentì muovere le braccia e portare una mano alla base della sua nuca per infilare poi le dita nei suoi capelli.

Naruto la conosceva e sapeva bene che quel gesto da parte di Sakura significava che aveva bisogno di lui, di sentirsi parte integrante di una coppia e quel gesto a Naruto non dispiacque affatto anzì lo rassicurò per certi versi. Non appena si mise in piedi, tenendo Sakura sempre tra le braccia ancorata a lui come una ventosa, finalmente prestò attenzione a Sasuke che nel frattempo aveva chiuso la porta e aveva poggiato le schiena contro la porta e i braccio sinistro, o meglio il polso sinistro, l’unico che gli era rimasto dopo il loro scontro di cinque anni prima, poggiato sull’elsa della sua spada che portava al fianco.

Sasuke lo squadrò da capo a piedi quando vide che Naruto poggiava una mano alla base della nuca di Sakura esortandola a scostare il viso dal suo collo.

“Piccola…” La chiamò Naruto.

Sakura non gli rispose anzi fu come se si stringesse maggiormente a lui .

“Sakura, staccati un attimo! Dobbiamo pa…”

“Voglio andare a casa Naruto…” Sussurrò pianissimo la rosa.

“Ok, tesoro, vai a casa. Io sarò qui a …”

“Voglio che vieni a casa con me Naruto…”

“Sakura, sei sempre la solita piagnucolona!” dichiarò freddo Sasuke facendo sussultare e irrigidire la rosa per poi beccarsi un occhiataccia di fuoco da parte di Naruto. Poi sospirando si staccò dalla porta e si avvicinò a Naruto dove con movenze quasi invisibili staccò Sakura da Naruto poggiandola a terra e costringendola a guardarlo in faccia.

“Tu non vai da nessuna parte! Dobbiamo parlare!” ordinò serio L’Uchiha puntando il suo occhio nero in quello verde di Sakura, infine spostò lo sguardo verso Naruto.

“Abbiamo un problema con il villaggio del tuono!”

“Cosa? Come? Dove…Ah, si che problema?” balbettò Naruto venendo colto di sorpresa. Non si aspettava di certo che il loro primo argomento di conversazione dopo quattro anni di assenza, fossero problemi con i villaggi confinanti.

“Tomoe non è disposto ad accettare l’alleanza con Konoha. Mi ha fatto riferire che non dovrei essere io a negoziare trattati di pace, ma l’hokaghe e la potenza medica del villaggio!”

“E questo significa?” chiese piano Naruto.

“Che se vuoi la pace, dovrai andare tu in persona al villaggio del tuono a parlare con il Kage, mentre Sakura dovrebbe andare a parlare con il primario dell’ ospedale. Io, e questo era il mio compito, quello che ho potuto assolvere, ho già conferito con la potenza militare del villaggio, ma posso sempre farvi da scorta. Questo è tutto!”

“Potevi inviare una missiva e ti avremmo raggiunto!” esclamò Naruto.

“L’ho fatto, la signorina Haruno l’ha ampiamente ignorata!”

Sakura s’irrigidì mentre Naruto e Sasuke puntarono lo sguardo incredulo su di lei.

“Ma come…”                                                                                              

“Quando?” balbettò Sakura.

“il 10 ottobre!” dichiarò Sasuke.

“Sakura, perché hai ignorato un messaggio di Sasuke?” chiese Naruto.

“Non…non l’ho ignorato, solo quel giorno non ho ispezionato il cielo. Ero impegnata.”

“A fare che? A prendertela comoda!” sbottò Sasuke per poi voltarsi verso Naruto che aveva abbassato la testa colpevole.

“No, ad amarmi. Era il mio compleanno!” sussurrò infine Naruto.

Sasuke sussultò incredulo mentre Sakura strinse la mano di Naruto e poggiò il mento sulla sua spalla socchiudendo gli occhi.

“Voi due…” iniziò Sasuke per poi zittirsi. “Devo andare!”

Dopo quelle parole Sasuke scomparve nel nulla mentre Sakura si accasciò a terra in un mare di lacrime.

To be continued

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