Capitolo 12

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Nathan uscì da scuola in fretta e furia. Sembrava molto impaurito , non credevo che potesse provare quella sensazione. Nell'area potevo anche io percepire un odore diverso, era molto simile all'odore di cane bagnato, era nauseabondo.

Seguii Nathan per tutto il tragitto verso la radura, non aveva detto più nulla da quando che eravamo usciti da scuola, era immerso nei suoi pensieri. Arrivammo alla radura, c'era più silenzio del solito, forse anche loro aveva percepito il pericolo imminente.
Mio padre era nella piazza principale, era intento a leggere un libro.
< Lucas, dobbiamo parlare.>
La voce di Nathan lo fece sussultare. Posò il libro vicino a lui e lo incitò a continuare a parlare.
< A scuola ho percepito un nuovo branco.>
Mio padre non sembrava meravigliato. I suoi occhi rimasero immutati, come se la notizia non lo avesse scosso minimante.
Ci fece cenno di seguirlo, ci portò nel capanno dietro casa nostra, aprì una cassetta ben nascosta e tirò fuori una vecchia foto. Potevo riconoscere mio padre da giovane, non era cambiato molto, vicino a lui c'erano altre tre persone , due maschi e una ragazza, quest'ultima mi assimigliava molto, anche se non aveva i miei stessi capelli bianchi ma castani.
Si mise a sedere su una vecchia poltrona. Guardando quella foto sorrise, i ricordi lo stavano travolgendo.
< Quando avevo la vostra stessa età, avevo anche io un mio branco. Mio padre mi affidò questi tre ragazzi per vedere se ero in grado, un giorno , di comandare tutta la radura come aveva fatto lui è il resto della nostra famiglia . Il vero problema però, nacque nella guerra contro i cacciatori di lupi. Noi riuscimmo a stento a vincere, perdemmo molte persone, tra cui mio padre e un ragazzo del mio branco. Quest'ultimo era il fratello di un mio compagno, lui non riuscì a sopportare la sua morte. Infatti se ne andò dalla radura per diventare più forte e riuscire un giorno ad uccidere i cacciatori di questa città.>
Mio padre finì di raccontare la sua triste storia. Rimise la foto nella cassetta e ci guardò. Non sapevo che mio padre avesse vissuto una tale disgrazia, ora lo vedevo in luce diversa.
< Quindi tu credi che questo tuo "amico" sia tornato in città per vendicarsi ?>
< È probabile.>.
< Quindi cosa dovremmo fare papà?>
< Semplicemente tornate a scuola domani, non dobbiamo dare troppo nell'occhio.>

Il giorno dopo mi alzai come ogni altro giorno alle sette spaccate. Ripensai ancora alla storia che mio padre mi aveva raccontato la sera prima.
Mi scacciai quel pensiero dalla testa e mi preparai ad andare a scuola.
Quando entrai nell'area non percepivo lo stesso odore del giorno precedente. Quindi mi tranquillizzai pensando che il peggio era ormai passato , ma non fu così.
Qualcuno mi prese e mi tappò la bocca per non farmi urlare. Cercai di dimenarmi ma quella presa era più forte di me.
Mi trascinò nell'aula di scienze.
< Bene, bene. Finalmente ci incontriamo ,vero lupo. >
Quella voce mi fece rabbrividire, era molto rauca e bassa. Ogni mio arto si era bloccato,non riuscivo neanche a respirare, ero terrorizzata.
< Come hai fatto a scoprire cosa sono ?>
<Non è difficile non notare i tuoi capelli bianchi.>
Iniziò a ridere, quella risata... solo a ricordarla mi fa venire nuovamente i brividi.
< Non ti farò del male, voglio solo che tu dica a tuo padre che Edgar è tornato ed è pronto ad iniziare una guerra.>

Si avvicinò alla mia faccia, potevo percepire il suo respiro sul mio collo, volevo andarmene, correre o mettermi anche a piangere. La porta della stanza si aprì all'improvviso. Il mio cuore si rasserenó, ero salva. Alzai lo sguardo per vedere il mio salvatore, me ne pentii immediatamente, era Alec , l'unica persona che in quel momento non volevo vedere.

<Chiunque tu sia, lasciala andare.>

Il modo in cui parlava era cambiato, non sembrava più Alec che avevo conosciuto, sembrava più sicuro di sé e più forte.

Quell'uomo si staccò da me, si avvicinò ad Alec e si fermò nel guardarlo per qualche secondo.

<Chi credi di essere, ragazzino?>

Alec non disse nulla, semplicemente mostrò il suo anello di argento a forma di lupo con un ghigno. Quell'uomo divenne pallido tutto ad un colpo. Come un cane con la coda tra le gambe se ne andò.

Il mio cuore finalmente rallentò il battito. Volevo ringraziare Alec ma lui se ne andò, lasciandomi da sola in quella stanza buia e tetra.

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