The Promised Neverland || Ray×reader

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Richiesta da Malloforever210. Spero possa piacerti.

Attenzione: L/P= libro preferito.

T/N pov's.

Sei una degli orfani dell'orfanotrofio di Grace Field. Hai 10 anni e sei la migliore amica di Emma e Gilda.
Ti piace l'orfanotrofio e vuoi molto bene alla mamma e ai tuoi fratelli e sorelle, anche se non c'è nessun legame di sangue che vi unisce.
L'unico con cui non riesci a parlare molto è Ray, ma non per il fatto che ti stia antipatico o altro, ma perché non avete le stesse inclinazioni.
A tutt'e due piace leggere, ma state in due luoghi della biblioteca diversi, tu giochi ad Acchiapparella e lui non ci gioca praticamente mai, quindi non vi parlate molto.

Ora sei in biblioteca a leggere L/P nel tuo solito angolino. Lo hai letto talmente tante volte che oramai lo sai a memoria, ma tutte le volte ti emozioni come se fosse la prima volta che lo leggi. 
Sei completamente immersa nella lettura che non senti una voce chiamarti.
-T/N!- urla quella voce e tu finalmente alzi i tuoi occi C/O dalle pagine giallastre per soffermarti su Ray.
-Ti dispiace leggere in silenzio? So che ti piace quel libro, ma non è che ogni parola che leggi devi fare un verso di approvazione, ridere o fare qualsiasi altra cosa che fai sempre.- dice il corvino seccato. Ti imbamboli a guardarlo, i tuoi occhi incastonati nei suoi. Da qualche tempo, quando lo guardi o sei in sua presenza, senti una strana sensazione che non sai spiegare e, per quanto stana e inspiegabile, è una sensazione piacevole.
-Si scusa Ray. Cercherò di non fare casino.-
-Grazie.- dice lui schivo e torna a sedersi al suo solito posto e riprende la sua lettura, cosa che fai anche tu, ma sta volta in silenzio.

A cena, come al solito ti metti a parlare con Gilda ed Emma, ma continui a mandare occhiatine a Ray, sperando che non alzi lo sguardo dal piatto.
-T/N mi stai ascoltando?- chiede Emma notando che hai la testa tra le nuvole.
-Mh ah si, Emma.- esclami ritornando alla realtà.
-E cosa ho detto allora?-
-EHM...- inizi a cercare qualcosa. Di cosa potrebbe mai parlare Emma? Troppe cose, ogni volta cambia argomento.
-Non stavi ascoltando vero?- chiede Gilda sorridendo.
-No in realtà no.- ridacchi nervosa grattandoti la testa.
-No ma stavi guardando Ra-
-SSSSH- metti una mano sulla bocca di Emma e un dito davanti alla tua di bocca.
-Ho capito! Ti piaaace!- sorride Emma, mentre ti sbatti una mano sulla fronte.
-Chi piace a chi?- chiede Ray alle tue spalle con la sua solita espressione apatica.
-A T/N- zittisci Emma prima che possa dire altro.
-Niente niente.-
-Si ok.- Ray ti guarda non proprio convinto.

Sei a letto, tutti dormono e l'unico rumore che si sente è il ticchettio delle lancette dell'orologio intagliato appeso al muro. Non riesci ad addormentarti, ti giri e ti rigiri cercando una posizione comoda e che concigli il sonno, ma nulla da fare. Ti rimbombano ancora nella testa le parole che Emma ti ha detto a cena.
-Ho capito! Ti piaaace!-
È vero? Ti piace veramente Ray? Insomma, siete cresciuti insieme e non vi siete mai parlati. Siete fratelli, anche se non di sangue, e ti sembra un po' strano che uno dei tuoi fratelli ti faccia provare questa cosa.

Dopo aver constatato che non riesci veramente a dormire, ti alzi dal letto e ti dirigi in biblioteca. 

Entri nella stanza con la lanterna e l'odore di legno e carta ti investe e penetra nelle tue narici. Prendi L/P dallo scaffale e lo inizi a leggere per l'ennesima volta. Appena leggi la prima parola, entri nel mondo del libro e la tua mente non pensa più a niente. Torni con i piedi per terra non appena senti un cigolio provenire da uno dei tavoli presenti in biblioteca. Ti alzi e metti il segnalibro, ti dirigi con passo cauto a pochi metri dal tavolo e cerchi di darti coraggio.
-C-chi è là?- chiedi con voce tremante, ma non sai il perché. Insomma, sei in un edificio chiuso e gli unici che ci sono sono la mamma e i tuoi fratelli e sorelle, quindi deve essere per forza uno di loro.
Non ricevendo alcuna risposta, porti in avanti la lanterna per scorgere la figura di Ray che ti guarda.
-Era ora che ti accorgessi di qualcun'altro.-
-Da quanto sei qui?-
-Da prima di te, stavo pensando, solo che quando sei entreta non mi sembravi molto incline a parlare, quindi non ho fiatato.-
-Solo per quello?-
-Beh si. Avevi un'aria confusa, di una che era a che fare con il proprio rompicapo del secolo, quindi ho preferito lasciarti con i tuoi pensieri.-
-G-grazie.- fai un leggero sorriso, ricambiato dal corvino e subito arriva quella strana sensazione. 
Lui ti invita a parlare un po' visto che non lo fate mai e vorrebbe intrettenere una conversazione, cosa che ha te è sembrata un po' strana, ma non hai indagato.

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