La prof. tenta di uccidermi

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Manca solo un'ora alla fine delle lezioni e poi inizieranno le vacanze estive.

EVVIVA
Ecco come chiudere in bellezza:

Me ne stavo tranquillamente seduta in corridoio con alcuni dei miei compagni(che non si possono chiamare amici perché non li sopporto, sto con loro solo per non sembrare un'apatica asociale) quando decido (scelta non molto saggia) di andare a farmi un giro da sola per la scuola.
Ovviamente la mia mente geniale mi ha suggerito di andare al terzo piano, che è felicemente abbandonato per non so quale motivo e agli studenti è severamente vietato andarci.

Entro in una stanza che da quel che vedo, anche se è poco illuminata, non ci entra nessuno da anni.

Faccio qualche altro passo e sento la porta sbattere, mi giro e trovo la mia professoressa di letteratura con un ghigno sul volto.
Mi aspettavo che iniziasse ad urlarmi contro ma non lo fece.
Prima che io potessi fare o dire qualcosa quella pazza si trasformò in un'Empusa.
Poi mi parlò<Ma ciao, semidea. Come te la passi?>

Mi ha veramente chiamata semidea? Ma i semidei sono per metà umani e per metà Dei.
Io come diavolo faccio ad essere una semidea?
E poi gli Dei mica esistono.

<Farai la stessa fine di tuo fratello> disse con un ghigno in volto.
Ma mio fratello è scappato quando io ero piccola. E poi che fine pensi che abbia fatto?
Probabilmente adesso che è grande si sarà rifatto una vita.

Non mi diede nemmeno il tempo di un altro pensiero che mi attaccò.
Gridai aiuto anche perché non sapevo cosa diamine volesse farmi quella rincoglionita.

Mi tirò alcuni banchi contro che non so come schivai.

Poi ad un tratto entrò una che sembrava avesse 19 anni.
Era alta, con i capelli castani, aveva un po' l'aria da classica bulla sella scuola.
Ma quello che mi lasciò senza parole era il fatto che avesse una lancia in mano, quindi se mi attaccava pure lei non so se ne sarei uscita viva.

Ma per mia grande sorpresa attaccò l'Empusa che diventò polvere poco dopo aver fatto un urlo assordante.

Guardai la ragazza che mi venne subito incontro.

La ragazza fu la prima a parlare:<Ehi, mocciosa, stai bene?>
<Si, ma perché quell'empusa mi ha attaccata? Perché mi ha chiamata semidea? Come fa a sapere di mio fratello? Che fine ha fatto mio fratello? Chi sei tu? Come hai fatto ad ucciderla? l'Empusa è morta?>dissi io.

Lei mi guardava stranita, poi si ricompose.

<Io sono Clarisse La Rue, quell'Empusa ti ha attaccata perché sei una semidea, non so nulla di tuo fratello e le altre domande non me le ricordo.>
<Io una semidea?>
<Si, gli Dei greci e romani esistono davvero e a volte scendono sulla terra e hanno figli con i mortali. Tu sei una di quelli e anche io. Sono figlia di Ares.>

Rimasi a fissarlo per un po' mentre aspettavo che se ne uscisse con un "stavo scherzando, era tutto uno scherzo tranquilla non sei impazzita" ma quella frase non arrivò mai.
Probabilmente Clarisse aspettava che gli dicessi qualcosa ma non lo feci e così parlò lei.
<Bene, ora andiamo ti devo portare al campo>

<Aspetta, quale campo?>
<Al campo mezzosangue dove si allenano tutti i mezzosangue.>
<E come faccio a fidarmi di te?>
<Se non ti fidi andiamo a casa tua e chiediamolo a tuo padre o a tua madre. A proposito, nella tua famiglia manca un genitore?>
<Si, mio padre.>
<Bene, almeno sappiamo se il tuo genitore è un Dio o una Dea. E nel tuo caso è un Dio. Ah e come ti chiami.>
<Il mio nome è Isabel>

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