Il Filtro d'Amore

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"Grazie molte, ragazzo, la mia schiena mi sta facendo impazzire in questo periodo."

"Si figuri! Quasi dimenticavo, Gaius si è raccomandato di non berla tutta insieme, ma un po' alla volta!"

Congedatosi dal bottegaio a cui aveva fatto la consegna, Merlino si rimise in marcia. Doveva ancora finire di strigliare i cavalli ed abbeverarli, e forse dopo avrebbe potuto parlare a Gaius della sua situazione.

Non aveva fatto neanche due passi entrando nella Cittadella, che iniziò a sentirsi stranamente osservato. Voltando lo sguardo, vide uno dei cavalieri reali, sir Leon, parlare con il principe, il quale stava guardando insistentemente nella sua direzione. Notando l'espressione di Artù, carica d'intensità, Merlino seppe che quella conversazione stava sicuramente diventando scomoda. Doveva fare qualcosa subito.

"Oh, ma il Cielo mi ha benedetto!" Artù aveva detto qualcosa di molto simile al cavaliere, che lo guardava senza capire.

Merlino, intanto, cercava di avvicinarsi per sentire meglio ed interrompere il principe qualora avesse confessato cose che era meglio che Leon non udisse.

"Guardalo. Non lo trovi ancora più bello di prima?"

"Di chi state parlando, Sire?"

"Che domande, ovviamente di Merl- ahi!" il principe fu bruscamente interrotto dal suo servitore, che gli diede un poco elegante scappellotto.

"Merlino!! Cos'è questo, il tuo modo per dirmi che mi am-"

"Che vi ammazzerei volentieri, esattamente Sire, perché non vi sopporto più!" cercò di sdrammatizzare con una battuta di spirito. Ci fu un silenzio prolungato, poi il cavaliere reale scoppiò a ridere.

"Il tuo umorismo ti precede, Merlino, ma io starei attento a non esagerare con il futuro re di Camelot" lo rimproverò scherzosamente.

Artù, intanto, cercava di capire da quando il suo servitore fosse diventato così dannatamente attraente, e non si curava minimamente di celare i suoi sguardi, carichi di desiderio, in direzione del moro.

Sir Leon, che di quello che succedeva stava capendo ben poco, si limitò a guardare gli altri due con fare interrogativo.

"Leon! Voglio che tu sia il mio testimone."

"Il vostro... testimone, Sire?"

"Certamente. Voglio gridare a tutti il nome della persona che più di tutte vorrei al mio fianco. E tu, amico mio, sarai il primo a sapere che io, futuro re di Camelot, amo Me-"

"stesso! Amate voi stesso e solamente voi stesso, lo sappiamo... ora venite, è tempo che vi riposiate, date le vostre condizioni..." 

Merlino, deciso a porre fine a quell'assurda conversazione, cinse con un braccio le spalle del perplesso principe e, in tutta fretta, lo trascinò verso i suoi alloggi. Sir Leon lo fissò senza capire, ma il giovane mago si limitò a scandire con il labiale le parole "troppo vino", e questo sembrò bastare al cavaliere come spiegazione di quegli strani comportamenti.

"Potrei aver creato un problema" esordì poco dopo, rivolgendosi all'unica persona di cui si fidava ciecamente.

"...anche se non è stata tutta colpa mia".

"Che c'è, Merlino?" disse Gaius, conoscendo bene la tendenza del suo giovane assistente a cacciarsi nei guai più disparati.

"Artù è innamorato."

"E tu che c'entri?"

"Beh... sono io colui di cui si è... invaghito"

"È chiarissimo..." asserì ironicamente il vecchio medico.

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