Stavo correndo.
Non avrei ascoltato nessuno e non mi sarei fermato per niente al mondo.
Sentii una voce familiare, roca come non lo era mai stata; mi stava chiamando e sapevo che era la voce di Jim.
Non avrei fatto nulla di ciò che mi stava ordinando.
Io correvo da minuti, non sapevo dove andare per non farmi raggiungere da Jim, per non affrontare una situazione che sarebbe sfuggita dal mio controllo.
Stava quasi riuscendo a prendermi, tanto vale farmi raggiungere e parlare.
"Michael fermati!" disse con tono più autoritario del solito.
Mi fermai mio malgrado.
"Perché sei fuggito?" disse dolcemente appoggiando la sua mano sul mio braccio. Era rassicurante in qualche modo.
"Non voglio parlarne"
Abbassai lo sguardo pensando a quell'azione così stupida, senza senso.
Mi importava di lui?
Se lui aveva detto che non gli interessavano le donne, perché c'era una donna a casa sua?
E perché mi preoccupavo tanto?
"Ci deve essere una spiegazione, Michael" disse lui mentre ci spostavamo dal marciapiede per far passare due signore.
Andammo sotto un portone e riprendemmo la discussione.
Anzi, io ripresi la discussione, mentre lui aveva ancora lo sguardo sulle due donne che si allontanavano. Perfetto, avrei iniziato a parlare mentre lui era ancora distratto, perché non sarei riuscito a sostenere il suo sguardo.
"Sono stato uno stupido. Forse avevo l'illusione che qualcuno si interessasse a me. Forse adesso ho scoperto che sono attratto da te proprio perché ti ho visto con quella donna e sono scappato. Forse mi sono allarmato per niente, mettendo in dubbio quello che mi hai detto su di te. Magari ora tu mi dirai che la donna che era a casa tua era solo un'amica, tua cugina, o qualsiasi altra persona che io prima avevo escluso che fosse. E sono uno stupido, proprio così, perché continuo a pensare a te e un altro contemporaneamente non riuscendo a dimenticare la persona che mi faceva soffrire e che continua a farlo, ignorando te e adesso ho rovinato tutto per colpa della mia stupidità e tu non vorrai più vedermi" dissi tutto d'un fiato, sfinito e anche libero, leggero per aver detto tutto ciò che pensavo.
Lui rimase senza parole per un attimo e dopo disse qualcosa, sembrando addirittura ironico.
"Hai ragione" confermò Jim.
"Ho ragione su cosa?"
Sul fatto di essere uno stupido?
Sul fatto che ora non avrebbe più voluto vedermi?
"Sei uno stupido" sorrise.
Sorrideva mentre io morivo dentro.
Sotto i suoi occhi ero sempre stato uno stupido e si prendeva gioco di me mentre me lo confermava. "E quella donna non era nulla di tutto quello che pensavi; era mia sorella." Sorrise di nuovo.
Mi sentivo un pò ridicolo, più ridicolo di quanto mi sentissi prima.
"E non era un' illusione. Sono davvero interessato a te."
Mi si illuminarono gli occhi probabilmente.
Anche io provavo più o meno lo stesso, forse.