Quando mi svegliai venni accolto dal calore della stufetta che avevo appena fatto riparare.
Aprii lentamente gli occhi sollevando pigramente le palpebre e sbadigliai silenziosamente.
La coperta di lana mi avvolgeva dolcemente riscaldandomi; gli ultimi giorni erano stati piuttosto stancanti ma in compenso alla fine del mio turno di lavoro c'era sempre Jim il moro ad aspettarmi per portarmi a bere qualcosa insieme a lui.
Adesso di lui conoscevo tre cose:
Il suo numero di cellulare, che mi aveva dato senza esitare un secondo;
Che aveva ventisette anni, proprio come me;
E che viveva a Londra, in centro, in una casa tanto bella quanto modesta.
Il moro era stato cosi gentile con me e soprattutto, si era aperto, cosa che, da ciò che mi aveva detto, non faceva quasi con nessuno.
Era un ragazzo molto diverso da quello che mi era sembrato al nostro primo incontro, all'inizio era piuttosto sfacciato ma si era rivelato ben presto un bravo ragazzo e con tante qualità ancora da scoprire.
Mi chiese del mio ex e di come era stata la mia separazione da lui ma ero molto diffidente, non gli dissi molto, invece lui mi confidò alcune cose.
Mi disse che era stato lui a lasciare il suo ragazzo, non volevano legarsi perché entrambi erano attratti da un'altra persona, insomma non funzionava più bene quella relazione.
La mia impressione iniziale era giusta, la sua separazione non era stata dura come la mia.
Flashback
* Ero a terra col fiato sospeso, il mio viso era grigio, cupo e i miei occhi emanavano tristezza e delusione.
Dopotutto sapevo che sarebbe successo di nuovo, lui non poteva evitarlo e io non potevo farglielo evitare.
Ero inerme, lo guardavo mentre commetteva un altro crimine.
Anche se cercai di fermarlo lui non mi ascoltò e continuò quella lotta insensata.
Neanche vedere me, vedere che ero sfinito davanti i suoi occhi non lo aveva convinto a lasciar perdere.
Stavo aspettando piangendo che avesse terminato per poi guardarlo fuggire sperando che nessuno lo trovasse.
E cosi andava a finire ogni volta.
Uccidere, scappare, sperare di non essere trovato, incontrarmi di nascosto.
Questo succedeva molte volte ma non capivo perché dovesse accadere.
Si innervosiva appena qualcuno si metteva sul suo cammino ma la cosa strana era che con me non era ancora successo.
Con un destro fece sputare sangue al pover' uomo che cadde senza riuscire a rialzarsi.
A quel punto Jim sfilò dai pantaloni un'arma.
Non sapevo che avesse un'arma o se quell'arma fosse legale.
Puntò la pistola al ventre dell'uomo e senza scrupoli sparò un colpo scappando due secondi dopo.
Prima di diventare un punto all'orizzonte si voltò a guardarmi come se provasse pena per me, mi salutò con la mano e corse.
Fù la sera più brutta della mia vita, Jim non era mai stato così, era cambiato da quando ci eravamo conosciuti.*
La sdraio scricchiolò quando mi alzai, andai a rinfrescarmi il viso come per scacciare quel brutto ricordo che era raffiorato, ma non servì, subito dopo mi tornò in mente un altro episodio,la nostra dolorosa separazione.