«Mi dispiace»

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I giorni seguenti si susseguirono stanchi e afosi uno dopo l'altro; non avendo molto da fare passavo le giornate a leggere e a guardare serie tv: meno movimento fisico facevo, meno sudavo, meglio stavo. Durante la settimana Tonno era sempre molto impegnato in studio perciò ci scambiavamo ogni giorno qualche messaggio per sapere come stessimo ma nulla di più.

Il mercoledì pomeriggio uscii con Rebecca e Gaia, che stranamente non era al lavoro, e andammo a fare un giro in centro per prenderci un gelato. Camminammo tra le strade di Bologna che cominciavano a svuotarsi, lentamente e parlottando tra di noi; raccontai loro la cena al sushi assieme a Tonno e loro mi stuzzicarono dicendo che cominciavo ad avere lo sguardo da innamorata quando parlavo di lui. 

Alla sera decisi di telefonargli: volevo fare la ragazza indipendente che non aveva bisogno di nessuno ma la verità era che cominciava a mancarmi, volevo sentire la sua voce e la sua risata. Avrei voluto abbracciarlo a lungo nonostante il caldo. Forse avevano ragione le mie amiche: mi stavo innamorando? Ci si poteva innamorare così velocemente e inconsciamente di qualcuno? Quando mi rispose era contento sia di sentirmi sia che avessi superato l'ansia di chiamare qualcuno al telefono; chiacchierammo per qualche minuto del più e del meno, dopodiché gli proposi cosa fare sabato: mi era venuto in mente che poteva essere un'idea carina andare a giocare a bowling, conscia che saremmo finiti a sfidarci in tutti quei giochi stupidi presenti nella sala giochi adiacente. Gli piacque molto l'idea, era da una vita che non ci andava. Misi giù la chiamata più rilassata e felice sapendo che ci saremmo rivisti da lì a tre giorni, ma la sera dopo Tonno mi richiamò portando spiacevoli notizie.

«Mi sa che dobbiamo rimandare il nostro appuntamento di sabato» mi disse lui dispiaciuto.

«Ah, come mai?» cercai di non risultare troppo triste anche se doveva aver sentito il cambio repentino della mia voce.

«Nelson ci ha appena invitato nella casa in campagna di suo padre per il weekend dato che è libera» mi spiegò.

«Ah stai mettendo un weekend coi tuoi amici davanti ad un'uscita con me?» domandai facendo l'offesa.

«Se vuoi non vado» disse subito, ma non era per nulla convinto.

«Ma sei pazzo? Vai assolutamente, non ci penserei due volte se fossi in te» gli dissi con più leggerezza: mi faceva piacere che avesse pensato anche solo per un secondo di non andarci per stare con me. 

Lo sentii ridacchiare e sospirare sollevato. «Sai, gli altri mi hanno anche detto se volevo portarti: vogliono conoscerti».

Mi ritrovai a sorridere da sola: la situazione che si era venuta a creare era semplicemente assurda. Avevo sempre voluto conoscere e incontrare quei ragazzi che conoscevo bene attraverso uno schermo, e adesso erano loro che volevano incontrare me. Proprio me. Nonostante la felicità mi ritrovai a rifiutare l'offerta implicita di Tonno.

«Non penso sia una buona idea, non voglio assolutamente intromettermi nelle vostre giornate tra uomini» dissi ridacchiando: non mi pesava rinunciare ad andare, davvero. Non volevo piombare lì tra di loro come la ragazza di Tonno, non c'entravo nulla, avrei solo rovinato la loro complicità e la loro voglia di rilassarsi tra amici.

«Grazie, davvero» mi disse lui dopo qualche attimo di silenzio.

«E di che?» domandai incuriosita.

«Di essere così comprensiva».

«Tonno con chi sei uscito finora?» dissi ridendo, «dopo due appuntamenti non ho nessun diritto di obbligarti ad uscire con me al posto che con i tuoi amici» poi pensai bene a quello che avevo appena detto e rincarai la dose. «Anzi, non ho questo diritto nemmeno dopo dieci appuntamenti: se mai dovessi chiederti di scegliere fra me e loro, mollami subito» e lo sentii ridere leggermente. Parlammo ancora per qualche minuto poi ci demmo la buonanotte.

Bravery [Francesco Toneatti]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora