❥Extra 4.

863 39 11
                                    

Questa volta non era una di quelle classiche dormite già fatte in precedenza. Questa volta c'era qualcosa di speciale, anche in una semplice azione come l'addormentarsi seguita poi dal risveglio. Non un risveglio qualunque. Un risveglio di due persone ormai legate fra loro, non più dall'amicizia ma dall'amore!
Nelson, nonostante i raggi del sole che filtravano dalle tapparelle, continuava a dormire beatamente mentre l'altro lo osservava con dolcezza sorridendo.
Cesare si sentiva strano da quando aveva aperto gli occhi trovando quella splendida visione davanti a lui.
Qualche riccio di quei capelli scompigliati dal sonno, gli cadeva sul viso. Ricci che spostò per poterlo ammirare meglio sperando di non interrompere così il suo sonno.
La prima cosa che fece Cesare una volta sveglio, fu quella di far sfiorare le loro mani. Giocava leggero con il suo indice sul palmo della mano del fidanzato che poco dopo, forse per istinto, chiuse stringendo così la mano dell'altro. Con un sospiro si posizionò nuovamente meglio nel letto tenendo per mano Cesare che sorrise nel sentirsi stringere, come in segno di voler restare lì.
La terza sveglia ormai suonò e Nelson non ne voleva proprio sapere di alzarsi da quel comodo letto. «Faremo tardi così... Devi alzarti» dolce gli sussurrò, scatenando solo un mugolio di negazione da parte sua. Rise sfoggiando uno dei suoi splendidi sorrisi. Cesare decise di alzarsi per andare in bagno ma qualcosa, o meglio qualcuno, lo fermò. «Ancora qualche minuto...» tenendolo stretto per la mano, gli disse Nelson con voce roca. Non poteva rifiutarsi. «Voglio rimanere qui...» continuava a parlare ad occhi chiusi con la bocca impastata dal sonno, mentre si sentiva avvolto in un amorevole abbraccio. Sentendo quel dolce tepore, misto alla fragranza che sprigionava la sua pelle, Nelson stava per addormentarsi definitivamente. «Se ti addormenti, giuro che mi stacco da te» lo rimproverò. Di colpo spalancò gli occhi cercando di rimanere sveglio quanto poteva.

Erano passati circa dieci minuti in cui anche Cesare si era concesso un minimo di riposo in più incollato alla schiena dell'altro. «Devo andare in bagno Nelson, o me la faccio sotto» ribadì dopo l'ennesimo tentativo di fermarlo dall'alzarsi dal letto. Si stiracchiò le braccia alzandole al cielo e poi posò di nuovo lo sguardo sul bello addormentato. «Se non sei sveglio per quando sarò uscito dal bagno... Vedrai...» non sapeva come ricattarlo. «Ma sono sveglio» replicò a tono più che basso. Scuotendo la testa si diresse verso il bagno.

Subito si mise con la schiena diritta quando sentì tirare poco dopo lo sciacquone.
Una volta percorso il piccolo corridoio Cesare arrivò davanti al letto pronto a rimproverarlo immaginando di già che non si fosse alzato. «Alla faccia tua! Sono sveglio» disse un po' sbadigliando. «Si vede come sei sveglio» pimpante invece rispose l'altro. «Buongiorno» si avvicinò al letto facendo scontrare le loro labbra in un bacio a stampo. «Buongiorno anche a te» replicò con un sorriso nato da quel gesto. «Apriamo le tapparelle e facciamo entrare un po' di luce» disse incamminandosi verso le finestre. «No... Cesare... Ahi!» strizzò gli occhi per la luce mattutina. «Tra poco abbiamo il check-out Nelson. Dobbiamo prepararci. Abbiamo un treno da prendere!» esclamò. Sbuffò non rispondendolo perché aveva solo che ragione. «Dai vieni con me» lo invitò ad alzarsi una volta per tutte da quel maledetto letto. Tendendo entrambe le mani chiedeva aiuto per strisciare da quelle coperte fino a lui, ai piedi del letto. Una volta alzato lo prese e cinse le braccia alla sua vita rubandogli un altro bacio ancora. Passando la presa alla sua mano, si incamminarono verso il bagno.

«Una bella doccia, anche se non vorrei farla, ci sveglierà per bene» parlò il ragazzo dagli occhi chiari. «Ho il tuo profumo, il profumo della tua pelle, su di me che non mi abbandona da quando ho aperto gli occhi...» continuò a parlare sussurrandoglielo a pochi centimetri dalle sue labbra. Un bacio passionale nacque di getto! «A cosa stai pensando?» chiese Nelson. «A nulla... Mi passi il bagno schiuma?» replicò sviando un po' il discorso. «Conosco quell'espressione Cantelli. Sputa il rospo!» affermò. Gonfiando le guance, e facendo un'espressione buffa, alla fine vuotò il sacco. «Vogliamo fare una pazzia?» buttò fuori d'un fiato. Uno sguardo confuso si impadronì del volto di Nelson. «Fanculo i piani ed i programmi! Vogliamo restare questo week-end a Roma? Solo io e te! Lasciamo partire gli altri e noi restiamo qui» propose. «Tanto oggi è sabato, non abbiamo molti programmi per quanto riguarda il lavoro con gli altri, lo stesso vale per domani. Partiamo domenica sera, o magari lunedì mattina presto per iniziare la nostra normale settimana lavorativa di sempre. Dai, facciamolo!» cercò di convincerlo. «Stiamo insieme da tipo un giorno e non so quante pazzie mi hai già fatto fare...» replicò sorridendo provocando un sorriso anche al fidanzato. «Allora, cosa diciamo agli altri?» chiese già convinto ed entusiasta all'idea. Cesare sprizzava gioia da tutti i pori! Di getto abbracciò Nelson baciando poi a stampo quelle labbra rivolte in un sorriso partecipe. «A questo non ci avevo ben pensato però...» con un sorriso sforzato replicò staccandosi da lui. «Mmh... Potremmo inventare qualcosa sull'incontrare qualcuno qui che non vediamo da tanto, che ne dici?» pensò Nelson. «Non è male come idea sai? Dobbiamo solo modificarla un attimo... Facciamo che un tuo vecchio amico, una tua conoscenza da anni, vedendo dai social che sei qui nella sua città, ti ha scritto per chiederti di fare una semplice uscita per due chiacchiere e un drink in compagnia. Un po' come fosse una "rimpatriata"» facendo il segno delle virgolette con le mani si spiegò. «E poi potrei dire che io gli ho spiegato che dovevo partire e lui ha insistito molto per convincermi a rimanere almeno fino alla fine del week-end, per ricordare i vecchi tempi e passare dei bei giorni insieme» continuò Nelson a fantasticare sul piano. «E concluderemo con il fatto che non ti va di tornare poi in aereo da solo e quindi hai chiesto a me di farti compagnia. Come ti sembra?» chiese con un luccichio in quegli occhi verdi. «Sei troppo maleficamente geniale per i miei gusti...» rispose malizioso schioccandogli poi un bacio sulle labbra. Una risata, forse un po' maligna, uscì dalla bocca di Cesare.

𝓔𝓿𝓮𝓻𝓮𝓼𝓽  || 𝓒𝓮𝓵𝓼𝓸𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora