ship spaziali ||ONESHOT SV||

~tonnario~

⚠️
Mia mamma pensa che io sia un bravo ragazzo.
Con ottimi voti a scuola.
Mio padre pensa che io sia la punta di diamante della squadra di nuoto del college.

Non hanno tutti i torti.
È vero.

Ma forse non sanno tutto di me.
Mi chiedono spesso il perché io non porti mai una ragazza a casa, io rispondo semplicemente che non ne ho trovato qualcuna che mi piace realmente, e che ora non avevo tempo da perdere per certe cose superflue.
Ma questa è solo una parziale verità: vero, non ho mai trovato qualcuna che mi piacesse realmente, perché ero già stato catturato da un paio di occhi verdi smeraldo.
Così belli che fin dal primo giorno ero rimasto imbambolato a fissarli dall'altra parte del corridoio.

Tutta colpa di Francesco se ora devo arrampicarmi sugli specchi coi miei, inventandomi balle psicologicamente insostenibili.
Ma c'è un momento in cui io posso completamente lasciarmi andare.

La notte.
Quando ogni luce in casa si è spenta, e la luna invade la mia stanza dai vetri della finestra socchiusa.
E io sto disteso sul mio letto, dando le spalle ai vetri, avvolto nel mio candido lenzuolo.
In attesa.

A mezzanotte precisa si ode un leggero cigolio, poi sento che sul materasso qualcun altro si sta stendendo.
Allora mi volto un poco, incontrando le sue morbide labbra.
<Oggi mi sono imposto di finire presto quel fottuto elaborato di biologia, solo per non mancare al nostro appuntamento>
<Ma che gentile, come posso dimostrarti la mia gratitudine per questo tuo nobile gesto?>

Ci guardiamo negli occhi, per quel poco che la luce soffusa della camera ci permette, prima di scoppiare a ridere.
<Oggi non ti ho visto a scuola>

Sussurrai piano, appoggiando la testa sul suo petto, sentendo il suo cuore battere contro il mio orecchio.
<La prof di matematica mi ha trattenuto per un po'>
<Ancora lei? Devo per caso diventare geloso?>
<Spero che tu stia scherzando>

Con due dita mi alzò il mento, posando un altro bacio sulle mie labbra .
<Sarei un coglione a tradire uno come te Dario, sei perfetto cazzo>

Iniziò ad accarezzarmi la schiena, tracciando la spina dorsale, scatenando brividi la dove tocca.
<Mi sei mancato oggi Tone, speravo che almeno al nostro solito appuntamento in bagno ti saresti presentato>
<Eh lo so, scusa...>

Si fece più serio
<Quand'è che non ci dovremmo più nascondere?>
<Quando finiremo il college, ora come ora sono troppo dipendente dai miei genitori, e loro...sai come la pensavo riguardo a "quelli come noi">
<Come fai a conviverci tutti i giorni?>
<Sopporto e basta, il pensiero di vederti la sera mi da la pazienza che basta. Anche se nemmeno io ne posso più...>
<Vorrei poter mostrare a tutti che sei mio>

Mi sussurra con tono sensuale, abbassandosi sul mio collo e lasciando umidi baci ovunque.
<Mmh, devi farti perdonare per oggi>

Sospirai già succube dei suoi tocchi, che già titillavano la pelle sotto la maglia.
<Forse so come fare>

Mi rispose, salendo sopra di me e continuando a baciarmi.
Mi ritrovai seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto; alzai le braccia per facilitare Francesco nel tentativo di spogliarmi.
Mi baciò la mandibola, passando al collo, e scendendo sul petto, zona in cui si soffermò un bel pò a stuzzicare. Facendomi impazzire.
Lui sapeva quanto odiassi i tocchi fugaci, quelli che t'illudono di poterti dare tanto, ma che alla fine fanno crescere in te solo il cruente desiderio di volerne ancora.
E ancora.
E lui mi stava torturando.

Nonostante fossi completamente nudo sotto di lui, evitava apposta i punti giusti di toccare.
<sei uno stronzo>

Mormorai, gettando la testa all'indietro, sentendo il suo respiro che si avvicinava al basso ventre.
Aprii le gambe per fargli più spazio, ma preferì tornare su, all'altezza del collo, per giocare ancora un po'.
<Ma come, non ti piace?>
<È tutto il giorno che mi fai aspettare di qua, e di là, vuoi farmi aspettare pure ora? In una situazione come questa?>
<Sei impaziente>
<Colpa tua>
<Ah, si?>