CAPITOLO 2

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*Driin driiin*

"Maledizione" tasto con la mano punti a caso per zittire quell'affare che mi ha già rovinato la giornata. La sento cadere e rompersi. Apro un occhio. "Merda."

Rimango distesa per un altro paio di minuti e dato che ho già fatto troppi ritardi e non posso farne altri sono costretta ad alzarmi.

Fisso il muro per 30 secondi circa, mi sento un idiota.

Decido di alzarmi, mi vesto e vado in bagno a prepararmi.

"Avery vuoi un passaggio fino a scuola?" mio fratello si affaccia dalla porta.

"No tranquillo. Vado a piedi, cosi passo al bar."

"Come vuoi " Jason mi congeda.

***

"Taxi! Taxi!" urlo cercando di fermarne uno.Ma sfigata come sono, quell'imbecille non mi sente ed io ho troppo sonno per cercare di fermarne un altro, quindi continuo a camminare verso scuola.Sono già in ritardo.Ormai non posso risolvere niente.

Metto gli auricolari alle orecchie e cammino lenta come una lumaca sbadigliando ad ogni passo.

E' incredibile come io riesca ad essere in ritardo anche quando sono puntuale.

Uscita da casa ho raggiunto il bar e beh, quei cornetti erano così buoni... Non mi sono accorta che il tempo stesse scorrendo.

Comunque un ritardo in più non mi cambia molto.

Dopo circa 20 minuti di passeggiata e imprecazione arrivo davanti la mia scuola tradotto carcere.

Entro dentro l'edificio e lo trovo vuoto.Come pensavo sono già tutti nelle proprie classi.Aspetto la fine della prima ora ordinando il mio armadietto.Dico di farlo invano da non so quanto tempo e infatti sembra che ci sia passato un tornado.

Finisco di ordinare l'armadietto e lo chiudo. Nel frattempo suona la campanella che segna la fine della prima ora e una marea di studenti si catapultano in corridoio pronti per la loro prossima lezione.

Parlano tra di loro, ridono..

Ma io mi chiedo: Ma non c'hanno sonno?

Dove diamine la trovano la voglia di ridere e parlare la mattina?

Io sembro uno zombie, tutti mi stanno sul cazzo e non ho voglia né di ridere e né di parlare con un solo essere umano. E soprattutto sono sempre in ritardo.

Guardo l'orario e scopro di avere biologia. Maledizione, oggi mi avrebbe dovuto interrogare ma non ho studiato nulla, sono nella merda.

Come ho già detto me la cavo a scuola ma come tutti ho i periodi no, dove la mia voglia di studiare è pari a zero. Beh questo periodo lo è.

Entro in classe e mi siedo all'ultimo banco vicino al muro nel tentativo di passare inosservata sotto gli occhi del professore. Vicino me si siede una ragazza dai lunghi capelli biondi col viso pieno di lentiggini. E' molto carina.

"Buongiorno" mi dice. Ricambio il saluto e mi comunica di essere nuova.

"Sono sicura che ti troverai bene." mi limito a rispondere. Annuisce e mi fa un sorriso.

Nel frattempo entra il professore: "Buongiorno ragazzi, sono sicuro che avete studiato." Fa un sorriso provocatorio che gli toglierei volentieri dalla faccia.

"Maledizione" impreco sotto voce.

"Che succede?" mi chiede la ragazza di cui non so neanche il nome.

"Succede che non so un bel niente."

"Posso offrirmi io volontaria al posto tuo." tenta di aiutarmi.

"Ti ringrazio."

La ragazza si offre volontaria ma il professore interroga anche me. Scopro che il nome della bionda è Charlotte.

Non avendo studiato il professore mi manda in detenzione. Esco dalla classe seguita dallo sguardo dispiaciuto di Charlotte. Non capisco, perchè è dispiaciuta? Mi ha aiutata. E poi non siamo nemmeno amiche. Comunque sia mi piace. Sembra diversa dalle altre ragazze della mia classe. Sta più sulle sue e non sembra il tipo che va dietro a ogni ragazzo.

Entro nell'aula delle detenzioni e mi siedo fingendo di leggere per far contenta la signora di tale stanza.

"Cosa ci fa una bella ragazza come te in detenzione?" si avvicina un ragazzo. Decido di ignorarlo e continuo a leggere.

"Dai non fingere di leggere quel libro, è orrendo. Chi lo vorrebbe mai leggere?" insiste il ragazzo. Guardo il titolo del libro e devo dire che ha ragione, l'ho preso a caso senza nemmeno guardare di che si trattasse. Continuo a ignorare nella speranza che il ragazzo se ne vada ma sembra non avere alcuna intenzione.

"Manca ancora mezz'ora per uscire dalla detenzione. Sarebbe meglio far scorrere il tempo in bella compagnia, no?" mi dice il ragazzo. "Comunque, il mio nome è Kyle." si presenta.

"Sono Avery."

Ha un viso famigliare ma non riesco a capire dove l'ho visto. Ha degli occhi azzurri e dei capelli disordinati e scuri. Non vedo molto dato che indossa una felpa ma credo abbia un fisico scolpito e allenato. Mi racconta di essere qui a New York da non molto, che viene da Los Angeles e che si è dovuto trasferire per motivi famigliari.

"Ho capito."

Mancano 5 minuti per uscire da questo inferno. La prossima ora c'è ricreazione quindi andrò in mensa. Solitamente passo queste ore in giardino, ma sembra che stia per piovere quindi sono costretta a stare in mezzo a tutta quella gente.

"Non perdo neanche tempo a chiederti di andare in mensa insieme, conosco già la risposta." ride Kyle.

"Beh infatti". ricambio il sorriso.

"Dovresti ridere di più invece di tenere il broncio. Sei bella."

Odio i complimenti, non so mai cosa rispondere.

"E' un tentativo di rimorchio?" mi limito a dire.

"Anche, ma è la verità. Inoltre sei pure goffa quando arrossisci." continua a ridere.

Rido anche io nonostante senta il rossore delle mie guancie aumentare.

Nel frattempo suona la campanella.

"Ci becchaimo Avery, è stato bello." Kyle esce dall'aula senza darmi il tempo di rispondere.

Esco anche io e mi dirigo in mensa dove divoro il mio enorme panino. Nonostante tutti quei cornetti che ho divorato stamattina ho ancora fame. Sembra che al posto dello stomaco io tenga un buco nero in pancia.

"Avery!" sento urlare il mio nome e mezza mensa di gira. "Merda." mi volto per capire chi è il genio e scopro essere Charlotte.

"Posso sedermi?" mi chiede.

"Si" rispondo. " Ma non fare più questa cosa."

"Quale cosa?" dice confusa.

"La cosa di urlare forte il mio nome." barbotto.

"Oh, ehm si hai ragione, ti chiedo scusa" è mortificata.Si dispiace troppo, le ho solo detto una cosa.Per farla sorridere le faccio un occhiolino.

Ride e la sua buffa risata contagia anche a me.

Infondo non mi dispiace passare un po' di tempo con lei.

LA LUCE IN FONDO AL TUNNELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora