Tempo fa, ho visto un post che diceva " scrivete solo di quello che conoscete". Non è la prima volta che sento questa frase. E mi ha sempre lasciata perplessa.E' sicuramente più facile per uno scrittore parlare di qualcosa di cui ha avuto esperienza diretta o che ha fatto o fa parte della propria vita. Ed è una scelta comprensibile, soprattutto per chi è alle prime armi e con tutte le cose a cui pensare scrivendo una storia, se può alleggerirsi il carico perché non farlo? E Va bene, va benissimo.
Per quanto a prescindere dalla scrittura, dovremmo tutti sempre informarci sulle cose che accadono nel mondo, e sulle cose che non conosciamo. Non è una colpa non sapere, ma lo è non fare niente a riguardo.
Ma quando si scrive si impara a conoscere. E le basi per imparare soprattutto quando ci si sta addentrando in realtà non nostre, è ascoltare. Chiedere e affiancarsi a chi ne sa molto più di noi. Ricercare, scavare in profondità, affinchè la propria storia, i propri personaggi possano essere migliori e possano rappresentare una minoranza, una persona specifica, un problema della società. E tutto quello che vi viene in mente.
Si impara a conoscere con rispetto. Ammettendo di non sapere e tendendo le orecchie, gli occhi, il cuore verso l'altro.
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Parlando di scrittura
Non-FictionUna tazza di caffè. Il suono dei tasti che pigiano sul computer. Il calore di una stanza chiusa, seduta sotto le coperte di un letto per due. Gli occhi spalancati, attenti che inseguono le stesse parole che sto scrivendo. Voglio parlare di scrittura...