( Scusate ma è la mia otp, è più forte di me)
Scusate gli eventuali errori grammaticali
Alla Raimon filava tutto liscio, almeno così credevano tutti. Se le sventure erano capitate a tutta la squadra, oggi il destino aveva voglia di prendersela con uno solo di loro: Micheal. E già, oggi è toccato a lui, ma diciamo che più che rovinargli la giornata voleva aiutarlo con il suo "piccolo problema". Peccato che lui non volesse proprio un aiuto, neanche dal destino. Sta di fatto però che non si può vincere contro di esso.
Come al solito la giornata procedeva con le solite lezioni monotone, ed infine il duro allenamento del famoso Jude Sharp, passato dalla Royal alla sua vecchia squadra per aiutarli nella rivoluzione.Tutti i ragazzi si diressero verso lo spogliatoio, dove trovarono Arion e Jp già pronti per giocare che li salutavano con il solito entusiasmo. Quel giorno tutti erano sereni, compreso il puffo, che non dava segni di nessun nervosismo oggi, cosa che stupì i suoi due migliori amici, Adè e Eugene. Non che fosse sempre incazzato, ma da quando lui aveva cambiato scuola, era molto più scuscettibile del solito.
L'allenatore Sharp oggi era in ritardo, cosa ambigua visto che è peggio di un orologio svizzero. Molti discutevano sul futuro della Raimon, quando i veterani avrebbero lasciato le medie, così venne fuori il dubbio di Samguk su chi dovrà essere il prossimo portiere della squadra, anche se aveva già una vaga idea del suo successore, ma volle tenersela per se. La cosa più importante è che dovesse essere dotato di un'ottima tecnica e di molta tenacia essendo l'ultimo pilastro della difesa.
Le porte si aprirono e la loro occasione gli si presentò davanti: qualcuno dall'esterno li volle aiutare. Quando Micheal si girò dire che fosse stupito era un eufemismo: Doug McArthur era lì davanti ai suoi occhi, che guardava il suo amico portiere con quel solito sguardo piatto. E come se non bastasse c'era anche il portiere della Mare Lunare, che con la sua grossa mano lo teneva per i fianchi mentre il viola sembrò scocciato dal suo modo di fare. Avrebbe tanto voluto correre il più lontano possibile da lì e piangere, fino a quando non si sarebbero consumate le lacrime. Ma non poteva, così fece l'unica cosa che gli riesce meglio: fingere. Fingere di stare bene, che non gli importasse che LUI fosse lì, fingere quel sorrisetto da beffardo che si era stampato sulle labbra. Nessuno sembrò notare il suo vero stato d'animo, tranne Adè e Eugene che continuavano a guardarlo preocuppati, come se da un momento all'altro potesse scoppiare il palloncino della sopportazione di Micheal.
ragazzi va tutto bene? Sembrate preoccupati - commentò Riccardo
Adè: eh!? No no tranquillo tutto apposto eravamo solo distratti, vero Eugene? - disse su due piedi
Eugene: s-si rag-gazzi tutto apposto - si affrettò
Il puffo si girò verso di loro e in quel momento capirono: dovevano portarlo il più lontano possibile da lì. Così con una banale scusa portarono il loro amico nel ripostiglio dei palloni, non troppo lontano per destare sospetti, nè troppo vicino per sentire le loro conversazioni.
Adè stava per parlare quando il più basso lo abbraccò disperatamente e lo strinse forte a sè, e lui ricambiò immediatamente la stretta quando sentì la maglietta bagnata, segno che stava piangendo.Micheal: perchè è tornato......perchè l'ha fatto? - continuava a ripetere senza sosta
Adè: tranquillo, adesso ci siamo noi con te - cercò di calmarlo
Quando ebbe finito, tornarono dagli altri, ovviamente restando a dovuta distanza dalla prugna secca. In tutto quel lasso di tempo, Doug non faceva altro che guardarlo, ma veniva distratto dagli ordini di Alessandro, che più che altro erano dettati per attirare la sua attenzione verso di lui. Più il tempo passava più la rabbia e la gelosia dell'azzurro cresceva, così quando fu il suo turno di tirare a Jp, la tirò talmente forte da mandare il povero novellino direttamente davanti all'entrata dell'istituto con tutta la porta insieme a lui. Tutti corsero dal piccolo portiere, tranne Doug e Alessandro. Il viola cercò di avvicinarsi ma fu bloccato - a sorpresa di tutti- da Eugene, che non si mosse di un milimetro da davanti al puffo.
Doug: Eugene spostati devo parlare con Micheal
Eugene: no ora TU ascolti!
Tutti gli spettatori di quella piccola scenetta si meravigliarono per il tono e la sicurezza usata dall'occhialuto, persino i due ragazzi dietro di lui.
Eugene: tu non te ne rendi conto di quello che hai fatto vero!? Di quanto dolore hai causato!
Doug: ma di che stai parlando?
Eugene: tu non hai la vaga idea di come si è sentito Micheal - disse a bassa voce in modo che gli altri non lo sentissero.
Stava ribollendo dalla rabbia al punto da voler colpirlo in piena faccia, cosa completamente inaudita da lui. Fu fermato dalla mano di Micheal, che riuscì a calmarlo. Ma si pentì di aver guardato Doug negli occhi; gli si avvicinò Alessandro, e già provava un senso di rabbia misto ad angoscia mai visto prima; tanto ormai aveva capito, lui non avrebbe mai riavuto indietro Doug, nè ora nè mai. Corse via senza una meta precisa ma qualcuno riuscì a bloccarlo con il proprio peso: era stato il viola che lo aveva raggiunto. Cominciò a dimenarsi come un matto.
Micheal: LASCIAMI STARE! VATTENE!
Doug: Micheal calmati io-
Micheal: NO! VATTENE! TI ODIO MCARTHUR!
A quelle parole Doug si bloccò come il puffo sotto di lui. Non pensava veramente quelle cose, voleva solo evitare di soffire ancora, di essere nuovamente deluso. Qualcosa gli bagnò le guancie e appena alzò gli occhi lo vide: stava piangendo. Lui, che non l'aveva mai visto piangere, era sotto di lui che sentiva le calde lacrime bagnarli il viso per ciò che lui aveva dichiarato.
D'istinto lo abbracciò, cominciando anche lui a piangere senza sosta.Doug: m-mi dispiace, sono stato un c-coglione puffo, perdonami.
Micheal: scusami tu, non pensavo veramente quelle cose - e mise la testa nell'incavo del suo collo
Doug: me ne sono andato, sono stato un codardo, e non ho neache avuto il coraggio di venire da te, pensavo che mi avresti odiato a vita. Ma credo di aver ottenuto lo stesso risultato.
Micheal: dovresti essere felice, ora hai qualcuno che ti ama - disse con lo sguardo spento
Doug: intendi Alassandro? Io non lo amo, io amo te
A quella confessione l'azzurro perse un paio di battiti, ma non potè fare a meno di sorridere sinceramente. Il più grande prese il suo volto tra le mani e lo baciò, un bacio semplice, senza malizia.
Nel frattempo tutta la squadra si era appostata per godersi lo spettacolo, poichè dopo le urla si erano preoccupati ed erano andati a controllare. Ma a quel punto il portiere della Mare Lunare non sopportò più tutto quel teatrino. Si alzò in piedi verso i due piccioncini che nel frattempo si erano alzati dalla loro posizione. Si avvicinò pericolosamente verso Micheal, infatti Doug si posizionò subito davanti a lui, per evitare che il compagno faccia pazzie.
Il portiere evocò il suo spirito guerriero, ma Micheal non si intimorì per niente, anzi, si mise davanti a Doug e lo guardò dritto negli occhi.
Alessandro: tu...... TU MI HAI PORTATO VIA LUI, COME HAI OSATO! LUI E' MIO!
Micheal: ti sbagli, lui non è mai stato tuo
Quella volta era sicuro di ciò che diceva, non aveva dubitato nemmeno un secondo delle sue parole, perchè adesso si fidava del viola, non gli era passata neanche nell'anticamera del cervello di rimangiarsele . Cercò di colpirlo ma venne fermato niente di meno che da Doug. Aveva appena evocato il suo spirito guerriero; era spaventoso, come impazzito.
Doug: non provare neanche a toccarlo.....
Per fortuna anche gli altri uscirono allo scoperto e riuscirono a risolvere la situazione.
Ad Alessandro fu vietato di avvicinarsi alla Raimon e Doug, dopo un pò, decise che l'Accedemia Militare Mare Lunare forse non era il posto giusto per lui.

STAI LEGGENDO
{un anime, tanti amori. }
FanfictionLe one-shot del libro "Inazuma Pills" sono tutte qui!Buona lettura e scusate in anticipo per eventuali errori grammaticali