Testa tra le nuvole [Baku's pov]

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Katsuki aveva capito di essere innamorato di Eijirou a dieci anni, quando il ragazzo aveva smesso di andare alle cene che organizzavano i suoi genitori, quelle fatte apposta per mostrare le proprie ricchezze e il loro essere superiori in quella società unicamente basata sui soldi.

Aveva sempre apprezzato la presenza di Eijirou, nonostante non fosse un bambino di molte parole, in effetti lo aveva sentito parlare poco, molto poco e mai direttamente a lui, ma avevano giocato molto spesso insieme, tanto che il biondo aveva finito con l'affezionarsi a lui, senza rendersi conto di quanto questo sentimento che stava nascendo nel cuore, fosse profondo ed importante.

Venire a sapere, un giorno, inoltre, che la famiglia Kirishima non sarebbe più andata a fare cene da loro, lo aveva spezzato totalmente: si era ritrovato in camera propria, con il fiatone, la mano al petto e seduto a terra, contro la porta della propria stanza, mentre il cuore correva e la testa prendeva a dolere più del solito.

Aveva dieci anni, ma aveva potuto comprendere benissimo che quello fosse un attacco di panico.

Aveva impiegato qualche giorno, però, a comprendere a cosa fosse dovuto.

E così aveva preso ad osservare la finestra di Eijirou, quella finestra che si volgeva direttamente verso la propria, coperta da quelle tende sempre aperte e bianche, per poter scorgere un po' di quella vita da cui il rosso lo aveva allontanato, cancellato, escluso. Si era ritrovato ad appuntarsi tutte le emozioni che provava su un quaderno, che nascondeva sempre a fine giornata, in un'anta del proprio immenso armadio, dove sapeva che nessuno a parte lui avrebbe messo mano, a parte lui, accorgendosi che la maggior parte delle volte scrivesse di quel sorriso meraviglioso che possedeva Eijirou. Quei denti così bianchi che sembravano catturarlo, ammaliarlo e far sorridere anche lui, tanto che, come uno sciocco, un giorno si era ritrovato, nel giardino di casa propria, durante una cena di quelle estive che la sua famiglia usava passare fuori, a fare 'mama, non mama' con un fiore.

Non aveva mai finito di sfogliarlo, perché il risultato non era stato quello sperato.

Era stato qualche anno dopo, quando entrambi i ragazzi avevano quattordici anni, che Katsuki aveva visto Eijirou cambiare. Aveva smesso improvvisamente di sorridere, i suoi denti non erano più visibili sulla bocca felice e aveva iniziato a frequentare due ragazzi che a Katsuki non piacevano per nulla: Kaminari e Sero. Su di loro, fin dal primo giorno delle superiori, erano circolate voci di droga, alcol e sesso, ma il biondo non aveva voluto credere che quel ragazzo di cui era innamorato da così tanto tempo, potesse davvero lasciarsi coinvolgere in quello schifo.

Ma era stato così.

Eijirou, che era sempre stato un fiore meraviglioso, pieno di vita, anche se non rivolta a lui, era diventato una rosa sfiorita e triste, e Katsuki si malediceva ogni giorno per non essersi goduto appieno ogni momento, ogni attimo in cui avrebbe potuto osservarlo al meglio della sua forma. La cosa peggiore era che sapeva di non poterci fare nulla. Si sentiva impotente davanti ad un Eijirou che non gli rivolgeva la parola e che vedeva sempre più cadere a pezzi, tanto che, per impedire al proprio cuore di pensare unicamente a lui, solo a lui, sempre a lui, portando ad accelerare il proprio battito, aveva iniziato ad approcciarsi con le ragazze.

In qualche settimana aveva capito di essere un ragazzo molto apprezzato nella propria scuola e Uraraka Ochako gli si era praticamente buttata addosso. con lei aveva avuto il suo primo bacio, la sua prima volta, la prima ragazza da presentare ai propri genitori e una persona con cui confidarsi liberamente, anche se non in tutto, perché Katsuki continuava ad avere il più grande dei segreti: Eijirou.

Per questo, in ogni momento passato con quella che ormai era la propria ragazza, il biondo si chiedeva se l'amore che provava fosse sbagliato, se lui fosse sbagliato o se fosse quel ragazzo ad esserlo. Non arrivava mai ad una conclusione, però, perché non riusciva mai a stare da solo abbastanza tempo per pensare, concentrarsi su se stesso, da quando andava alle superiori, tutti sembravano volere tutto da lui, anche le cose che non credeva essere in grado di dare.

Come era successo nell'anno della quarta superiore.

Lo avevano nominato presidente del consiglio scolastico anche se lui aveva solamente accennato la propria candidatura e improvvisamente ancora più persone avevano iniziato a parlargli, a volersi approcciare a lui, mentre al proprio fianco Uraraka, che sembrava essersi accorta della sua reticenza, lo spingeva a dare sempre di più e voleva sempre di più, nonostante lui non sapesse se fosse in grado di farlo. Eppure c'era sempre una persona che non lo calcolava, l'unica di cui Katsuki aveva bisogno, ma che sembrava non notarlo nemmeno: Eijirou aveva sempre più occhiaie, con Kaminari e Sero accanto che avevano iniziato a spacciare nei bagni della scuola. Tutti sembravano saperlo, ma nessuno sembrava agire e il biondo non tollerava una situazione del genere.

Sapeva che tutti i sentimenti derivassero da quello che provava per Eijirou, la propria rabbia fosse a causa di quello, ma detestava quei due ragazzi per aver portato il proprio vicino di casa a quella condizione.

Ma l'ultimo anno, quando Sero si era trasferito a Londra, aveva iniziato a vedere il rosso cambiare. Se ne stava sempre con la propria espressione triste sul volto, ma iniziava a non dare più molto ascolto a Kaminari e preso dalla sua stessa forza, si era rifiutato di farsi nominare presidente, anche se i propri genitori, amici e Uraraka, non fossero stati contenti di quella notizia. Ma a Katsuki non importava, perché finalmente Eijirou, dopo anni, sembrava star cambiando.

Ed era per questo che, preso da una forza sconosciuta, quel giorno in mensa gli si era avvicinato per parlarci per la prima volta dopo anni.

Quella mattina lo aveva visto entrare in aula fatto, probabilmente a causa di Kaminari che aveva visto nella sua stessa condizione alla seconda ora, e qualche minuto dopo lo aveva visto portarsi una mano alla testa per il dolore. Così non ci aveva pensato due volte a portargli un antidolorifico. Si erano fissati negli occhi quel che era bastato per far mancare il fiato a Katsuki, nonostante Eijirou non gli avesse parlato come il solito e se n'era andato come un codardo quando era arrivato Kaminari, perché sapeva che non avrebbe retto tutta quella tensione.

Gli avrebbe spaccato la mascella se ne avesse avuto l'occasione.

Quando era tornato a casa, si era chiuso in camera propria, evitando le chiamate della propria fidanzata, i richiami dei genitori per cenare e aveva chiuso le tende per non guardare attraverso quella finestra, non trovarci Eijirou perché probabilmente se ne stava fuori con la compagnia sbagliata e aveva cercato di trattenere un attacco di panico mentre sperava che il rosso fosse felice anche senza di lui. Che lo fosse davvero, che stesse cercando di cambiare e che fosse per se stesso, per il proprio bene.

Eppure quella notte, quando aveva sentito degli schiamazzi da fuori la propria porta di casa, si era svegliato di scatto dai propri sogni fatti solo di capelli rossi e gemiti e si era affacciato alla finestra, trovando nel vialetto di casa propria quel ragazzo da sogno, ubriaco, che non riusciva a reggersi in piedi, ma che sembrava voler dimostrare a tutti che lui esistesse. Aveva sgranato gli occhi capendo cosa stesse urlando e se il proprio cuore si era fermato per qualche secondo, le proprie gambe aveva iniziato a correre, prima giù per le scale e poi fuori dalla porta. Era corso verso quel ragazzo che quando lo aveva visto avvicinarsi gli si era praticamente buttato addosso e, nonostante puzzasse di vomito mischiato ad un profumo fin troppo femminile, lo abbracciò, congelando totalmente Katsuki che ancora si doveva riprendere da ciò che stava sentendo dire al proprio vicino di casa.

"Ti amo, Suki, ti amo tantissimo. Ti aaaaamoooo"

Ancora sveglio - Spinoff - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora