Capitolo 1

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Mi sveglio tutta sudata, guardo la sveglia. 6:43. Decido di alzarmi il piú silenziosamente possibile, mi lavo e mi metto una canotta nera con un giacchetto di pelle sopra e dei jeans mi sistemo i capelli in una lunga treccia marrone cioccolato. Per andare in bagno noto che la porta della camera di Ella è leggermente aperta, entro facendo attenzione a non fare rumore per non svegliarla ma lei si gira verso di me.

-Ehy... Scusa non volevo svegliarti- sussurro

Lei si mette a sedere e solo ora mi accorgo di quanto sia cresciuta, non è piú la bimba di una volta. Ora è una ragazza di tredici anni. Le accarezzo il lunghi capelli biondi e la guardo nei suoi occhi marroni, esattamente uguali ai miei. È decisamente piú bella di me quando avevo la sua etá. Un brivido mi percorre la schiena ricordo i miei denti sporgenti, i miei orrendi capelli corti a caschetto e quei vestiti troppo neri per una bambina di undici anni, si a tredici anni ero, per fortuna, già migliorata. Gli occhi contornati da una matita nera messa male. Ella non ha assolutamente bisogno di truccarsi. Mi viene in mente quando la scorsa estate mi ha chiesto di truccarla per la cena di fine corso. Il blush sulle guance, un ombretto dorato e un semplice lucida labbra. Era super stupenda, che invidia. Alla mia etá sono sicura che avrá tutti i ragazzi della scuola che le sbavano dietro.

-Non preoccuparti, tanto non stavo dormendo- risponde sorridendomi

-Sicura?- chiedo dubbiosa

-Sì... Più tosto perchè sei giá sveglia?- Oh... Ha il mio stesso vizio di rispondere alle domande con altre domande

-Potrei chiederti la stessa cosa Fragolina- le bacio la fronte -Ora devo andare...- aggiungo

-Ciao!- mi saluta

-A sta sera-

Raggiungo il bagno e mi metto giusto un po' di matita nera negl' occhi, prendo lo zaino ed esco di casa.

Alla fermata dell'autobus e incontro il mio migliore amico ,abita sulla mia stessa strada, si chiama Daniel ma io lo chiamo Dan, per abbreviare.

-Ciao Dan- dico allegra

-Ciao, come mai cosí presto? L'autobus arriva alle 7:45- domanda sbalordito.

Sono una pigrona nata e lui conoscendomi lo sa bene.

-Potrei chiederti la stessa cosa, sai?- dico scocciata si vede che mi sono svegliata con il piede giusto.

-Odio quando rispondi alle domande con altre domande- ribatte accennando un sorriso. Anche lui l'ha notato... Dannazione

Fisicamente Daniel è molto meno sviluppato degli altri ragazzi della sua etá. É basso, capelli bruni ed enormi occhi castani. Io sono alta, capelli lunghi e castani chiari. I miei occhi sono come i suoi e per questo a volte ci scambiano per fratelli o cugini.

-Mi sono svegliata presto- dico anche io accennando un sorriso. Cavoli quant' ho sonno oggi...

Guarda l'orologio.

-Sette in punto- mi riferisce.

Provo ad accennare un sorriso, ma so giá che capirá che è forzato. Oggi è proprio una giornata no. Mi sono svegliata con il piede sbagliato, come sempre ultimamente.

-Facciamo un giro? Manca più di mezz'ora!- propongo

-Perchè no- risponde entusiasta

-Potremmo andare direttamente a scuola?!?-constato

-Andiamo-

Durante il tragitto non parliamo, ci limitiamo soltanto a scambiarci piccoli sorrisetti. Ci conosciamo cosí bene che ormai siamo telepatici. Oggi non so perchè ma non mi sento molto bene, forse avrei dovuto rimanere a casa, ho un brutto presentimento. Il tragitto da casa mia a scuola è abbastanza lungo ma sembriamo non avere fretta. All'improvviso ricordo quando conobbi Daniel, avevamo circa dieci anni e mezzo ed eravamo nel piccolo parco del nostro piccolo quartiere a Los Angeles. Ero al parco con Ed che aveva tredici anni appena compiuti, lui stava parlando con sua madre e faceva i capricci perchè una certa Maya, sua sorella gemella, non lo faceva salire sullo scivolo. Mi sono avvicinata a Maya e siamo diventate amiche. Dopo un po' che conoscevo Maya ho fatto anche amicizia con Dan. Io e sua sorella andiamo d'accordo e siamo in buoni rapporti ma la considero come "la gemella del mio migliore amico" nulla di piú. È sempre stato un secchione, ma lo dico per davvero. Non c'è una volta che Daniel McGifby è andato a scuola senza fare i compiti. È anche un'appassionato di tecnologia e la sua stanza da letto sembra il covo segreto di un hacker, sempre con la luce spenta e con le tendine delle finestre abbassate, non credo che avrebbe amici oggi se non fosse per Maya e per il maledetto scivolo. Tu lo credono antipatico e per nulla modesto ma non è assolutamente cosí, se gli si dá un po' di fiducia e lo si guarda negli occhi dietro agli occhiali si trova una persona letteralmente diversa dal nerd che sembra fuori.


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